RIFORMA PENSIONI, PER SALVINI VIENE PRIMA LA FLAT TAX

Le parole pronunciate da Matteo Salvini ieri al Forum Ansa riguardo la flat tax non lasciano molto tranquilli quanti sperano che il Governo possa andare avanti negli interventi di riforma pensioni dopo il varo di Quota 100. A proposito della tassa piatta il vicepremier ha infatti detto che per lui rappresenta “la frontiera su cui peserò quanto va avanti il governo. Tutto il resto viene dopo: immigrazione, sicurezza, pensioni, ambiente, conflitto interessi, sono tutte cose importanti ma tasse e lavoro sono centrali. Se in Italia io ho un governo che mi sostiene su questo, come peraltro da contratto, il governo andrà avanti spedito. Se qualcuno inizia a dire ‘Vabbè, ma vediamo, dipende, più avanti..’. No, questo è il momento del coraggio”. Di fatto, quindi, Salvini subordina i passi in avanti anche sul fronte delle pensioni all’approvazione della flat tax. Un intervento per il quale ci vogliono comunque molte risorse, oltre che una visione comune nel Governo, come lo stesso leader leghista evidenzia. Ecco quindi perché le sue parole non lasciano ben sperare su altri passi avanti previdenziali.



DI STEFANO ALL’ATTACCO DI GIORGETTI

Sono ancora tesi i rapporti tra Lega e Movimento 5 Stelle e Manlio Di Stefano sulla sua pagina Facebook ha voluto replicare alle parole di Giancarlo Giorgetti usando anche la riforma pensioni per dimostrare che il suo partito fa più di quello di Matteo Salvini. Il sottosegretario agli Esteri ha infatti “buttato giù a memoria le proposte già approvate su iniziativa della Lega e quelle del MoVimento 5 Stelle”. Le proposte della Lega, per Di Stefano, sono solo due: decreto sicurezza e legittima difesa. È invece lungo l’elenco delle proposte pentastellate, che comprendono anche: Reddito di Cittadinanza; Pensione di Cittadinanza; Legge anti corruzione; Taglio dei vitalizi; Taglio delle pensioni d’oro; Taglio dei parlamentari; Decreto sblocca cantieri; Decreto dignità e Decreto crescita. “Ce ne sono tante e tante altre minori credetemi, per non parlare delle proposte depositate e non ancora approvate.  Giorgetti, sei sicuro che il vuoto pneumatico non sia in via Bellerio e nelle vostre segreterie? Sei sicuro che senza il M5S saresti riusciti a combinare qualcosa?”, aggiunge Di Stefano.



LE PAROLE DI PIERO ANGELA

Piero Angela, volto noto dell’informazione scientifica, in un’intervista a Il Fatto Quotidiano ha parlato anche di riforma pensioni. Dal suo punto di vista, l’Italia è “l’unico Paese che dà più ai pensionati che alle madri”. Per certi versi è come se vivessimo in un sistema rovesciato. Angela non nasconde che dal suo punto di vista questa situazione è determinata anche dal fatto che “i pensionati votano, i neonati no. Nella vita sociale ci sono tre segmenti: lo studio, il lavoro, la pensione. Un tempo lo studio era poco, il tempo di lavoro lungo, la pensione breve perché si moriva subito. Era un sistema sostenibile. Oggi tutto è rovesciato, pochi figli dovranno mantenere molti anziani – oltretutto sempre più costosi – e pagare le loro pensioni”. Una situazione che è stata descritta anche da alcuni economisti e che contribuisce ad accrescere i timori sulla sostenibilità del debito pubblico nel nostro Paese. Con le conseguenze che ne possono derivare anche dal punto di vista di correttivi ai conti pubblici da mettere in atto.



L’OSTACOLO DI QUOTA 100

In un articolo sul Sole 24 Ore, Pietro Riechlin evidenzia che “la Lega e il M5S hanno proposto agli italiani un programma di governo impostato su tre misure-bandiera: Reddito di Cittadinanza (RdC), Quota 100 e Flat Tax. Si tratta di politiche che possono modificare in modo rilevante il nostro Stato sociale, ma non in meglio”. L’economista fa emergere poi un paradosso: “Molti beneficiari del reddito o della pensione di cittadinanza otterranno trasferimenti pari o poco inferiori ai redditi di chi lavora, o di chi riceve una pensione ‘pagata’ da contributi già versati”. “Secondo i dati dell’Ocse, la nostra spesa sociale è già oggi pari a circa il 28% del Pil, seconda solo a quella di Francia, Finlandia e Belgio, e superiore a quella di Austria, Svezia e Germania”, aggiunge Reichlin. Dal suo punto di vista, “il problema non è, quindi, aggiungere nuovi strumenti, ma, piuttosto, rendere più efficaci quelli esistenti. Quota 100 è un ostacolo a questo obiettivo, perché sbilancia ancora di più la spesa sociale verso le pensioni, uno squilibrio che ci rende anomali nel panorama europeo e che i precedenti governi avevano cercato di correggere”.

LE RICHIESTE AL GOVERNO

Ieri si è tenuta la riunione trimestrale della Struttura territoriale unitaria Massa e Versilia della Uil pensionati, dove si attende il 1° giugno, giorno della manifestazione unitaria dei sindacati contro la riforma pensioni del Governo. Secondo quanto riporta ecodellalunigiana.it, Giancarlo Leorin, segretario Stu-Uilp Massa e Versilia, ha evidenziato che servirebbero: “la tutela delle pensioni tramite la rivalutazione, aumentando la platea dei beneficiari della 14esima, con una previdenza separata dall’assistenza; una riforma fiscale che riduca le tasse ai pensionati italiani che pagano, a oggi, le imposte più alte d’Europa, recuperando risorse dalla lotta all’evasione fiscale. Bisogna garantire il diritto a curarsi, alla salute e a una sanità pubblica efficiente: la nostra società sta invecchiando ma sono sempre più le persone che rinunciano a curarsi a causa dei costi lievitati; dobbiamo abolire superticket e ticket, ridurre le liste d’attesa , investire nella medicina del territorio e nell’assistenza domiciliare. Poi serve una legge nazionale sulla non autosufficienza, ormai vera emergenza nazionale. Infine il governo deve agevolare un invecchiamento attivo, politiche che favoriscano il ruolo attivo degli anziani nella società: siamo una risorsa e non un peso”.

TAJANI: RISCHIO PER I PENSIONATI

Tra i politici impegnati nella campagna elettorale per le europee c’è anche Antonio Tajani, che in un intervento a Lucca, stando a quanto riporta lucaindiretta.it, ha detto che “questo Governo, avendo fatto una manovra molto elettorale, con il reddito di cittadinanza e quota 100, è stato costretto a concordare l’aumento dell’Iva dall’anno prossimo. Questo ci costerà una manovra di 23 miliardi per pagare la clausola di salvaguardia e dove li prenderanno questi soldi?”, si è chiesto il Presidente del Parlamento europeo. Che ha dato poi la sua risposta: “O con una patrimoniale o rimettendo le tasse sulla casa o, peggio ancora, mettendo le mani nelle tasche dei pensionati, cosa che hanno già fatto bloccando l’aumento delle pensioni. Così si va a colpire chi non ha la possibilità di chi non può fare di più e questo non è giusto. Guai a toccare le pensioni di chi, rimboccandosi le maniche, ha contribuito a far sì che questo paese diventasse la seconda potenza industriale d’Europa e la settima del Mondo. Andare a colpire i pensionati è una scelta criminale”.

SINDACATI CHIEDONO INCONTRO A MIUR E INPS

Oggi al Miur, ricorda il sito di Rassegna sindacale, si terrà un incontro “con i sindacati per discutere del rinnovo del contratto del comparto Istruzione e Ricerca”, con l’obiettivo di reperire i necessari fondi già dalla prossima Legge di bilancio. Cgil, Cisl e Uil, come spiega orizzontescuola.it, hanno chiesto invece un incontro al Miur e all’Inps per verificare lo stato di avanzamento dell’esame delle domande presentate per i pensionamenti dal 1° settembre 2019. L’incontro è stato richiesto alla Dott.ssa Gabriella De Michele, Direttore Generale Inp nazionale e al Dott. Giuseppe Chinè, Capo di Gabinetto del Miur”. In particolare, viene spiegato, “l’incontro è stato richiesto dopo la diffusione della nota Miur del 15 maggio con il quale sarà possibile acquisire le cessazioni anche per il personale della scuola che ha presentato domanda Polis nel periodo 07/02/2019-28/02/2019, relative al D.L. 4/2019 (Quota 100) e per le quali Inps ha restituito il diritto a pensione. A tal fine sono disponibili per gli Uffici Scolastici Territoriali anche le funzioni per l’inserimento massivo delle cessazioni. Si stima infatti che non tutte le domande saranno lavorate in tempo, con notevoli differenze tra una provincia e l’altra”.

LE MANCANZE DELLA RIFORMA PENSIONI

Si può dire che la riforma pensioni abbia migliorato le condizioni pensionistiche delle donne? Secondo Orietta Armiliato no. In un post sulla pagina Facebook del Comitato Opzione donna social ha infatti evidenziato che la Legge Fornero è ancora in vigore, che Quota 100 non risponde ai bisogni delle lavoratrici, che Opzione donna è stata sì prorogata, ma innalzando il requisito anagrafico. Inoltre, non risultano provvedimenti che: “riconoscono il lavoro di cura valorizzandolo in termini o di minor età necessaria al raggiungimento della quiescenza oppure di minor monte contributivo; non risulta una disposizione che consenta alle donne di cumulare gratuitamente i contributi versati nelle diverse casse per poter accedere all’istituto dell’Opzione Donna; non hanno provveduto a sanare con un’ultima norma la condizione delle donne (e degli uomini) che risultano ancora fra gli Esodati non salvaguardati; seppur annunciato da più parti, non ci risulta sia stato applicato uno ‘sconto’ contributivo per le lavoratrici madri”. Osservazioni impossibili da contestare.

RIFORMA PENSIONI, IL PROBLEMA DEL DEBITO

In questi giorni il debito pubblico italiano resta sotto osservazione, soprattutto all’estero, e Alessandro Penati, in un articolo sul Sole 24 Ore, evidenzia quanto non sia possibile paragonare il nostro Paese con il Giappone, che ha un debito pubblico più alto del nostro, ma viene ritenuto affidabile. Questo anche per via delle misure di riforma pensioni approntate in Italia nel corso del tempo. “Il Giappone spende di più per l’educazione (7,6% del Pil rispetto a 6,9%), quanto noi per sanità e sicurezza, ma molto meno (16% del Pil rispetto al 21%) per i trasferimenti correnti per pensioni e spesa sociale assistenziale: insomma, fa il contrario di Quota 100 e Reddito di cittadinanza”, scrive Penati.

LE PAROLE DI DE PALO

L’alta spesa sociale sbilanciata verso le pensioni determina anche una situazione di elevato livello di povertà giovanile, come messo in rilievo da una ricerca della Cgia di Mestre. Il Presidente del Forum Famiglie, Gigi De Palo, non nasconde che ci sono famiglie che “stanno pensando di andare all’estero per regalare ai loro figli qualche opportunità. Se non riparte la natalità, non ci sarà più chi pagherà le pensioni, crollerà il welfare, la sanità non sarà più ‘gratuita’, con la prospettiva di vivere tra vent’anni in un Paese che sarà un grande e insostenibile ospizio”. A proposito delle misure che il Governo dovrebbe approvare oggi, De Palo spiega che “le famiglie non vogliono mancette, ma riforme strutturali. Alle famiglie non serve un miliardo, ma giustizia; non chiedono pannolini, ma concretezza e scelte precise”.