LE PAROLE DI BARETTA

In un’intervista a Il Foglio, Pier Paolo Baretta apre alla possibilità di modificare la riforma pensioni con Quota 100. “Riequilibrare la manovra non è facile, anche in virtù del fatto che su tabacchi e giochi abbiamo già ottenuto il massimo, senza che nessuno protestasse. Semmai un ripensamento di Quota 100 può essere auspicabile, forse persino necessario”, spiega il sottosegretario all’Economia, che tiene a precisare che non intende cancellare la misura previdenziale, “anche perché si estinguerà da sola tra due anni. Si può però pensare a una riduzione delle finestre per il 2021: ci sono degli emendamenti che vanno in questa direzione che vanno valutati con grande considerazione”. Per Baretta “è chiaro che un ripensamento di Quota 100 per il 2021 aiuterebbe a ridefinire tutto il quadro generale. Ma su questo, meglio discuterne al Mef prima che parlarne sui giornali”. Dunque sembrerebbe che dal 2021, nel suo ultimo anno di vita, Quota 100 potrebbe essere sottoposta a delle modifiche. Resta da capire quanto marginali.



PEDRETTI PROMUOVE EMENDAMENTO LEU

C’è ancora attesa per sapere quali saranno gli emendamenti alla manovra che verranno ammessi, e quindi poi votati, dalla commissione Bilancio del Senato, anche perché ce ne sono alcuni che riguardano la riforma pensioni e che sono stati in parte resi possibili dal pressing esercitato dai pensionati scesi in piazza sabato scorso a Roma. Il sito di Rassegna sindacale riporta le parole di Ivan Pedretti che spiega di apprendere “con favore la presentazione da parte di Leu di un emendamento alla legge di bilancio che estende la 14esima dei pensionati. Era una delle richieste che a gran voce abbiamo avanzato al governo in questi mesi e ribadita sabato scorso in occasione della nostra manifestazione nazionale al Circo Massimo”. Il Segretario generale dello Spi-Cgil aggiunge che “in merito ad un altro emendamento presentato da Leu e da altri gruppi parlamentari sulla non autosufficienza la nostra richiesta resta invece quella di una legge quadro nazionale da incardinare fin da subito e non di una maggiore dotazione finanziaria del fondo già esistente”.



GLI INTERVENTI “DIMENTICATI” DA UN ANNO

Ricordando quali sono le categorie di lavori gravosi che hanno accesso ad Ape social e Quota 41, Orietta Armiliato evidenzia, in un post sulla pagina Facebook del Comitato Opzione donna social da lei amministrato, che nella scorsa legislatura si era iniziato a parlare di un intervento di riforma pensioni per ampliare tali categorie. “Infatti, Roberto Ghiselli, Domenico Proietti e Ignazio Ganga ne avevano già individuato un certo numero da aggiungere, ma, purtroppo, questa eccellente iniziativa si interruppe a seguito dell’avvicendarsi della nuova Legislatura, ovvero quella attuale, che non ha più inteso riaprire la questione, così come non ha voluto attivarsi al fine di sanare la stortura per la quale le donne che hanno versato contributi in casse diverse dall’Ago, non possono cumularli gratuitamente per accedere alla misura dell’Opzione Donna, stessa sorte è toccata anche ai lavoratori Esodati. “Queste sono tematiche che dovrebbero essere affrontate senza meno e che non sfascerebbero affatto i conti dell’Inps… ma evidentemente non vi è e non vi è stata, la volontà politica di prendersene carico”, è l’amara conclusione di Armiliato.



IL CNDCEC SUL CONTRIBUTO DEGLI EXTRACOMUNITARI

Si dibatte molto, in tema di riforma pensioni, circa il contributo dei cittadini stranieri al sistema previdenziale. Un tema che è stato affrontato diverse volte da Tito Boeri, quand’era Presidente dell’Inps, scatenando diverse reazioni politiche. Ai cittadini extracomunitari ha dedicato un convegno il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabile, il cui Consigliere nazionale delegato alla materia del lavoro, Roberto Cunsolo, ha evidenziato che “il numero di ingressi di extracomunitari nel nostro Paese è inferiore alle effettive necessità e i decreti che si sono susseguiti con cadenza annuale non sembrano emanati con attenzione al funzionamento reale del mercato del lavoro”, aggiungendo poi che “la presenza di lavoratori stranieri sta contribuendo ad alleggerire il rapporto tra popolazione in età pensionabile e popolazione in età lavorativa, con effetti positivi sulla tenuta del sistema pensionistico”. Una conferma dunque, secondo da parte del Cndcec, di quanto sosteneva Boeri.

MANOVRA, L’AUSPICIO DELL’ANAP

Non è ancora chiaro quanti saranno gli emendamenti alla manovra che riusciranno effettivamente a essere votati in commissione Bilancio al Senato. Come noto, ve ne sono alcuni riguardanti la riforma pensioni. L’Associazione nazionale anziani e pensionati aderente alla Confcommercio in una nota fa sapere che “per quanto riguarda gli anziani e i pensionati, la misura della Manovra economica 2020, che più li riguarda direttamente, vale a dire quella che rivede la rivalutazione automatica delle pensioni, è talmente poco significante dal punto di vista dei benefici concreti che appare piuttosto come un contentino per compensare l’alleggerimento delle imposte a carico dei lavoratori attraverso la riduzione del cuneo fiscale”. Nella nota si legge anche che “la manovra è ora all’esame del Parlamento che potrebbe apportare modifiche volte a venire incontro alle istanze dei pensionati, espresse anche dall’Anap, soprattutto in materia di rivalutazione delle pensioni”. Vedremo se gli emendamenti approvati andranno o meno nella direzione auspicata.

LA TRAPPOLA DEI TASSI BASSI

In tema di riforma pensioni va segnalato un problema, perlopiù presente all’estero, che viene segnalato sul blog phastidio.net, dove si ricorda quanto scritto sul Financial Times a proposito del caso di un pensionato olandese che si è visto comunicare un taglio del 10% del proprio assegno erogato dal fondo settoriale metallurgico. Il tutto a causa della discesa dei rendimenti obbligazionari a livello globale. “Il caso dell’ingegnere olandese citato dal Ft è emblematico di come nessuno sia al riparo dalla crisi causata dal crollo dei rendimenti obbligazionari”, si legge sul blog di Mario Seminerio, che avverte: “Dai rendimenti negativi, o meglio dalla loro persistenza, deriva quindi tutta una serie di rischi diretti ed indiretti, che stanno corrodendo le basi dell’economia globale. Ma la corrosione dei pilastri previdenziali è ancora più preoccupante, perché rischia di consegnarci generazioni future impoverite e di abbattere la crescita corrente costringendo ad aumentare i risparmi”. Considerando che alzare i tassi comporterebbe dei problemi non indifferenti, si è quasi in una specie di trappola.

RIFORMA PENSIONI, EMENDAMENTO PRO ESODATI

Come noto, sono più di 4.500 gli emendamenti alla manovra presentati in commissione Bilancio al Senato. Tra di essi alcuni riguardanti la riforma pensioni, come quello di Italia Viva che chiede l’abrogazione di Quota 100. Me ce n’è anche uno presentato dai senatori Nannicini, Laus e Manca che riguarda gli esodati che “accoglie pienamente le proposte del Comitato 6.000 Esodati di correzione degli errori e delle discriminazioni contenute nell’ultimo provvedimento approvato dal Parlamento (Ottava Salvaguardia) includendo finalmente per tutte le categorie in essa incluse la maturazione del requisito previdenziale al 31/12/2021, con la richiesta di blocco dell’adeguamento all’aspettativa di vita e dell’adeguamento di genere, che hanno infierito particolarmente sulle donne”.

L’APPELLO DEL COMITATO 6.000 ESODATI ESCLUSI

In un comunicato stampa del Comitato 6.000 esodati esclusi si rivolge quindi “un forte ed accorato appello a tutti i parlamentari affinché tale emendamento sia puntualmente approvato per dar modo di restituire il diritto alla pensione a 6.000 famiglie italiane costrette all’indigenza perché da anni senza reddito e senza pensione”. Non bisogna trascurare che “molti degli Esodati Esclusi hanno già perso, per il mancato riconoscimento di questo diritto, 2 anni di pensione!”. Ora che quindi c’è uno strumento per porre rimedio a un’ingiustizia e a un problema sociale, sarebbe opportuno che ci fosse un’unità di intenti dei partiti per far sì che l’emendamento possa essere approvato ed essere mantenuto nel testo della manovra fino alla sua conversione finale in legge entro fine anno.