RISCATTO LAUREA E OPZIONE DONNA
La riforma pensioni ha introdotto un riscatto della laurea agevolato che, secondo quanto riporta il sito del Sole 24 Ore, sembra essere conveniente “per le donne che hanno meno di 18 anni di contributi al 1995 e che devono aderire a opzione donna e che potrebbero valutare di effettuare la opzione per il metodo contributivo (secondo i requisiti previsti per la legge Dini). Infatti, grazie a questa opzione, almeno in teoria, il riscatto agevolato potrà essere azionato anche per i periodi anteriori al 1996 grazie all’opzione. La perdita sull’assegno? Nulla per le donne che lo richiedono poco prima di aderire ad opzione donna, magari raggiungendo i 35 anni di contributi al 2018 proprio grazie al riscatto ‘light’ infatti con l’opzione donna (che consente di acquisire il diritto a pensione a soli 58 anni di età per le lavoratrici dipendenti) la pensione si converte comunque integralmente al metodo contributivo”. Un’indicazione che può tornare utile, anche se vale la pena ricordare che conviene farsi assistere per calcolare esattamente a quanto ammonterà l’assegno che si andrà a incassare.
LE RICHIESTE ALL’EUROPA
In tema di riforma pensioni si guarda al decreto crescita e alle sue novità, come il maxi scivolo per consentire prepensionamenti fino a 5 anni, si attende lunedì per ricevere l’accredito della quattordicesima che arriva con la mensilità di luglio, ma si guarda anche all’Europa. La Fnp-Cisl pugliese ha infatti organizzato un incontro sull’Ue, in un momento in cui tra l’altro si vive una svolta a seguito delle elezioni di fine maggio. Se nei mesi scorsi non sono mancati richiami da parte di Bruxelles a non cambiare il sistema pensionistico dopo la riforma pensioni targata Fornero, i pensionati della Cisl, come ha spiegato Loreno Coli, membro delle segreteria nazionale, sanno bene che “il passaggio a popolazioni più anziane sfiderà la società in molti modi, la domanda di salute, cura, assistenza a lungo termine, i servizi sociali e le pensioni aumenterà, mentre la percentuale di popolazione in età lavorativa tenderà a diminuire. Le politiche europee dovranno occuparsi del fenomeno”, anche se la competenza sulle pensioni è comunque dei singoli stati membri.
RIFORMA PENSIONI E ANTICIPO TFS
La riforma pensioni con Quota 100 ha previsto l’anticipo, fino a 45.000 euro, della liquidazione dei dipendenti pubblici grazie a un prestito bancario agevolato. Tuttavia, come ricorda firenzepost.it, l’attuazione della misura richiede “un accordo con l’Abi ed il settore assicurativo, l’adesione degli istituti di credito, oltre al coinvolgimento dell’Inps. Una procedura simile a quella che si è resa necessaria con l’Ape e che ha richiesto oltre un anno per essere definito nei dettagli”. Anche per questo i sindacati chiedono un intervento, che sia volto anche a sanare delle ingiustizie, considerando, per esempio, che l’anticipo del Tfr/Tfs non potrebbe essere richiesto da chi vuole andare in pensione con Opzione donna. I sindacati si dicono convinti che in ogni caso “l’anticipo finanziario non risolva il problema dei tempi di liquidazione del Tfs e Tfr. Per risolvere questa ingiustizia continueremo a rivendicare un intervento normativo: è assolutamente necessaria una riduzione dei tempi di pagamento che devono essere adeguati a quelli dei lavoratori del settore privato”.
LE NOVITÀ DEL DECRETO CRESCITA
Il Decreto crescita, oltre che introdurre il maxi scivolo per consentire prepensionamenti fino a 5 anni nelle grandi imprese, interviene anche sull’Isee, modello che viene richiesto per presentare domanda per il reddito e la pensione di cittadinanza. Pensionioggi.it spiega che nel decreto è stata introdotta “la facoltà di ottenere l’Isee corrente anche in caso di una variazione della situazione reddituale superiore al 25% dovuta ad interruzione dell’erogazione dei trattamenti assistenziali, previdenziali e indennitari, incluse carte di debito, a qualunque titolo percepiti da amministrazioni pubbliche”. Per quanto riguarda invece l’Isee ordinario, se attualmente per il suo calcolo si prendono in considerazione patrimoni e redditi dell’anno precedente, “dal 1° gennaio 2020, data di entrata in vigore della novella, i cittadini avranno la facoltà di opzione: potranno scegliere di calcolare l’Isee ordinario utilizzando i valori del secondo anno precedente la richiesta oppure continuare a optare per il calcolo sulla base dei valori dell’anno precedente”.
QUATTORDICESIMA, VOGLIA DI AMPLIAMENTO
È a luglio e non a giugno che arriverà la quattordicesima per molti pensionati italiani. È già stato detto che questo importo aggiuntivo rappresenta in molti casi una vera e propria boccata d’ossigeno per gli anziani che percepiscono assegni bassi. Considerando che spesso tramite la loro pensione riescono ad aiutare figli e nipoti la quattordicesima assume un ruolo importante. Forse anche per questo i sindacati vorrebbero che una prossima riforma pensioni intervenga sul tema. Come riporta ilformat.info, infatti Vanna Giantin, Segretaria generale della Fnp-Cisl, ha detto che “ricevere la quattordicesima è sempre un momento molto importante per i pensionati con un assegno basso, ma noi continueremo a chiedere in tutte le sedi opportune che la platea dei beneficiari sia allargata”. Va da sé che una misura di questo tipo avrebbe un costo. E che in qualche modo si incrocerebbe con la pensione di cittadinanza introdotta dal Governo. Infatti, una parte dei beneficiari della quattordicesima rientra nella platea dei potenziali beneficiari della pensione di cittadinanza.
RIFORMA PENSIONI, I CONTI SU QUOTA 100
Si continua a parlare del numero di domande presentate all’Inps per poter usufruire di Quota 100, la novità principale di riforma pensioni introdotta dal Governo Conte. Il tema si innesta infatti con quello relativo all’aggiustamento dei conti pubblici italiani necessario a evitare la procedura d’infrazione per eccesso di debito da parte dell’Ue. Infatti, si prevedono dei risparmi dalla misura, oltre che dal Reddito di cittadinanza, che potrebbero tornare utili per ridurre il disavanzo pubblico. Non solo quest’anno, ma fino al 2021, come ricorda Il Sole 24 Ore. Probabilmente per il 2019 avanzeranno circa 1,5-1,6 miliardi di euro, ma nell’arco dei tre anni la cifra potrebbe arrivare anche a 7 miliardi. D’altronde gli ultimi dati dell’Inps parlano del superamento delle 150.000 domande, “ma non meno del 25% (se non il 30%) sono destinate a restare al palo”.
QUOTA 100, LE PREVISIONI SULLE DOMANDE E I RISPARMI
“Una percentuale che è poi destinata a lievitare nel biennio successivo. Basti pensare che dal monitoraggio Inps al 10 giugno scorso, anticipato dal Sole 24 Ore, è emerso che a quella data risultavano accolte più di 101 mila domande di pensionamento anticipato, al netto delle uscite del comparto scuola e delle 127mila richieste risultanti in ‘giacenza’, sulle 145mila pervenute all’Istituto, di cui oltre 64mila ‘accolte’ e poco più di 66mila ‘giacenti’, si legge sul quotidiano di Confindustria. Se questo trend venisse confermato, si calcola che appunto a fine anno si avrebbero 1,5-1,6 miliardi di minor spesa. Secondo le stime della Cgil, considerando anche Opzione donna e il blocco dell’adeguamento dei requisiti pensionistici all’aspettativa di vita, alla fine del 2021 i risparmi arriverebbero a 7,2 miliardi di euro.