LE PAROLE DI BARBAGALLO
Domani è in programma un incontro tra Giuseppe Conte e i sindacati e Carmelo Barbagallo avverte: “Nel programma di governo ci sono buoni propositi, ma mancano le risorse per i contratti e per la previdenza: nel prossimo incontro con il premier chiederemo che vengano stanziate. Se non avremo risposte, continueremo la nostra battaglia”. Si conferma quindi come la riforma pensioni sarà un tema centrale di dibattito in attesa della messa a punto della Legge di bilancio. Il Segretario generale della Uil, parlando a Cesenatico durante una iniziativa del sindacato, ha anche evidenziato che “se sono anni che pratichiamo l’austerità e il debito pubblico aumenta vuol dire che la ricetta è sbagliata. Bisogna fare investimenti pubblici e privati per rilanciare l’economia, solo se la si rilancia si può pagare il debito”. Secondo quanto riporta teleromagna24.it, il sindacalista ha ricordato l’importanza di ridurre le “tasse sul lavoro, per i lavoratori e sulle pensioni. Senza più potere d’acquisto non potrà esserci la ripresa”.
L’EMERGENZA IN SANITÀ
Nei mesi scorsi è stato più volte evidenziato l’effetto della riforma pensioni con Quota 100 su alcuni settori pubblici come la sanità. Il Segretario nazionale della Fp-Cgil medici e dirigenti Ssn, Andrea Filippi, invoca un “piano straordinario nazionale emergenza medici” e chiede che il ministro Speranza convochi subito i sindacati. L’esponente della Cgil, come riportato dal sito di Rassegna sindacale, ricorda che la situazione “non è nuova e noi non possiamo far finta di non vedere. Da anni, nei pronto soccorso lavorano medici non specialisti e spesso con contratti libero professionali o peggio a gettone. Smettiamola di sparare sulle soluzioni, sicuramente critiche, ma inevitabili, di regioni e aziende. È il momento di assumersi la responsabilità di affrontare il problema in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale, in modo strutturale, aumentando i contratti di specializzazione e riformando la medicina territoriale, vera causa dell’iperafflusso nei pronto soccorso”. “È necessario un tavolo urgente, con un calendario predefinito e costituto da ministeri e organizzazioni sindacali”, aggiunge Filippi.
IL PROMEMORIA DEGLI ESODATI
Si avvicina l’incontro tra Governo e sindacati e Gabriella Stojan, sulla pagina Facebook del Comitato 6.000 esodati esclusi, ricorda come gli ultimi interventi di riforma pensioni non abbiano ancora risolto il problema di quanti, dopo la Legge Fornero, si sono ritrovati senza lavoro e lontani dal traguardo pensionistico. Per questo, scrive Stojan, “ricordiamo alle organizzazioni sindacali CGIL CISL UIL, che già sono state ripetutamente sensibilizzate e hanno ribadito in varie occasioni la loro attenzione al nostro dramma irrisolto, l’urgenza di farsi parte attiva nell’incontro che si terrà domani 18 settembre a Palazzo Chigi con il Presidente del Consiglio Conte affinché il Governo TASSATIVAMENTE inserisca la Riapertura dell’Ottava Salvaguardia per gli Esodati che maturano il requisito pensionistico entro il 31/12/2021 nella Legge di Bilancio attualmente in definizione. 6.000 Esodati senza reddito e pensione da 8 anni, chiedono con fermezza che a questa ingiustizia causata da un errore legislativo venga definitivamente posto rimedio subito”.
LE RICHIESTE DI FURLAN
In vista dell’incontro con Giuseppe Conte, Annamaria Furlan fa capire che sul tavolo si dovranno affrontare anche i nodi relativi alla previdenza. Non solo in tema di riforma pensioni, considerando la richiesta della Cisl di prorogare l’Ape social, ma anche sul piano fiscale. La Segretaria generale della Cisl, secondo quanto riporta il sito de Il Dubbio, infatti, ha ricordato che è importante che si arrivi al taglio del cuneo fiscale. “Credo che dobbiamo garantire una mensilità in più all’anno a tutti i lavoratori. Abbiamo questa proposta formulata dal Partito democratico: garantire mediamente 1.500 euro in più ai lavoratori per un costo complessivo di 15 miliardi. Credo che sia un buon punto di partenza per un confronto serio. Ma dobbiamo rivalutare anche le pensioni, abbassando le tasse in maniera seria anche per milioni di pensionate e pensionati”, ha detto la sindacalista, che ha poi aggiunto: “Vogliamo che la legge finanziaria sia in forte discontinuità con quella dell’anno scorso e che il tema della crescita sia guardato con attenzione”
LA RICHIESTA INAPI PER ENASARCO
Il Patronato Inapi sollecita un intervento di riforma pensioni da parte del Governo per gli iscritti all’Enasarco. L’obbligo che hanno di costruirsi una pensione complementare obbligatoria, presso lo stesso istituto previdenziale, infatti, non sempre li tutela, visto che “le somme versate vanno perse se non si raggiungono determinati requisiti minimi contributivi, 20 anni di contribuzione, ed anagrafici 67 anni per gli uomini e 65 per le donne”. Il Presidente del Patronato Inapi Domenico Cosentino si chiede quindi perché non venga “lasciata libertà agli iscritti di versare la quantità di contributi o il premio da versare che ritengono opportuno”, visto che al momento essa viene stabilita “periodicamente dalla fondazione”. Inoltre, aggiunge Cosentino, “così come per i piani integrativi di pensione, sottoscritti con qualsivoglia assicurazione, al raggiungimento dell’età pensionabile il lavoratore prende in base a quanto ha versato, non si comprende perché chi versa all’Enasarco, se non raggiunge i requisiti minimi, non ha diritto alla liquidazione del premio versato, ma perde tutto”.
RIFORMA PENSIONI, QUOTA 100 IN LOMBARDIA
Si è parlato e si continua a parlare del numero di domande presentate per accedere a Quota 100, la novità introdotta con la manovra dell’anno scorso in tema di riforma pensioni, che sta risultando inferiore alle aspettative. L’edizione milanese del Corriere della Sera ha dedicato un focus al tema, considerando che la Lombardia risulta la prima regione per numero di istanze (23mila su 176mila complessive in Italia), con Milano al secondo posto nazionale tra le città (con 8.199 domande). Il quotidiano cita le parole di Gregorio Tito, Direttore Inps Coordinamento metropolitano di Milano, il quale evidenzia che “Quota 100 presuppone un requisito contributivo consistente che è più facilmente reperibile nelle zone del Paese dove storicamente c’è stata un’occupazione più stabile e un’industrializzazione forte”. Questo spiega dunque perché in Lombardia le domande siano più alte che altrove.
LE MODIFICHE NECESSARIE
Francesco Castellotti, Direttore del Patronato Inca-Cgil di Milano, sottolinea come “sul totale delle domande di pensionamento, Quota 100 oggi rappresenta solo il 22,6 per cento”. Di fatto questo vuol dire che “se la distanza temporale tra l’uscita con Quota 100 e l’anticipata ordinaria è minima”, si preferisce attendere per avere anche un futuro assegno pensionistico più alto. Resta il problema di un basso numero di donne che riesce ad avere i requisiti necessari per la pensione anticipata. Per questo Ugo Duci, Segretario generale della Cisl Lombardia, sollecita il Governo a guardare alla platea femminile e a quella dei giovani nel varare provvedimenti previdenziali.