BARBAGALLO E IL DEF

Carmelo Barbagallo non è molto soddisfatto della Nota di aggiornamento del Def approvata dal Governo. “La nostra prima impressione, però, è che il documento in questione risponda solo in minima parte all’esigenza di promuovere lo sviluppo e la crescita della nostra economia”, spiega in una nota il Segretario generale della Uil, che cita anche la mancanza di segnali di riforma pensioni. “Ci preoccupa, innanzitutto, la totale assenza sia del taglio delle tasse ai pensionati sia di un riferimento al rinnovo dei contratti pubblici. In questi anni, i pensionati hanno subito anche il blocco della rivalutazione delle loro pensioni e non è più accettabile che non ci sia un segnale di inversione di tendenza per oltre 15 milioni di cittadini che sono stati trattati da bancomat del Paese e, al tempo stesso, da ammortizzatori sociali delle famiglie”, evidenzia il sindacalista, che ritiene comunque interessante “la ripresa degli investimenti pubblici, l’intenzione di interrompere i tagli per la sanità e la proroga dell’Ape sociale e di Opzione donna. Ma i chiaroscuri restano tutti”.



NANNICINI E L’ASSENZA NEL DEF

Tommaso Nannicini prende posizione in tema di riforma pensioni e sul suo profilo Facebook scrive: “Non toccare Quota100 perché destinata ad andare in esaurimento? No, serve una riforma complessiva che la superi senza aspettare che il problema generazionale marcisca per altri tre anni. Non ha senso che la nota di aggiornamento al Def non affronti il nodo pensioni, una svista a cui bisogna rimediare”. Il che lascia presagire la richiesta di provvedimenti in materia. C’è anche chi sul tema previdenziale sprona l’Italia a una svolta importante. Intervistato dal Giornale, Massimo Blasoni, presidente del Centro Studi ImpresaLavoro, spiega che  “è oggettivamente insostenibile e rischia di minare la stabilità dei conti pubblici tanto che ogni anno occorre utilizzare risorse della fiscalità generale per pareggiare i conti in rosso dell’Inps. Perché non ipotizzare un passaggio graduale dal sistema pubblico a ripartizione a uno privato a capitalizzazione? Perché deve essere l’Inps a gestire obbligatoriamente, e male, i denari delle nostre pensioni?”.



QUOTA 100, IL CODS RILANCIA QUELLA ROSA

Mentre si continua a discutere di riforma pensioni, Orietta Armiliato ricorda la proposta di revisione di Quota 100 per fare in modo che tenga conto del lavoro di cura svolto dalle donne, che faticano a raggiungere i 38 anni di contribuzione richiesta per l’accesso alla quiescenza. La Quota 100 rosa, com’è stata ribattezzata la proposta dalla stessa amministratrice del Comitato Opzione donna social, prevede infatti il requisito contributivo per le donne a 36 anni anziché 38. In un post sulla pagina Facebook del Cods, Armiliato chiede ai sindacati “nelle persone dei sempre sensibili a questo tema (tant’è che è capitolo della piattaforma unitariamente siglata) segretari confederali Domenico Proietti (UIL) Roberto Ghiselli (CGIL) e Ignazio Ganga (CISL), di aiutarci a sostenere questa istanza che andrebbe equamente incontro a quelli che sono i bisogni delle lavoratrici, ed aprirebbe la porta al riconoscimento di questo importante secondo lavoro svolto dalla quasi totalità della platea femminile esistente, ed in età adulta”.



LE PAROLE DELLA NADEF SULLE PENSIONI

Nella Nota di aggiornamento del Def varata dal Governo si parla anche delle misure di riforma pensioni, anche se non di Quota 100. Nel testo del documento si spiega infatti che verranno rinnovate sia Opzione donna che l’Ape social. Inoltre, verrà incrementato “il Fondo previdenziale integrativo pubblico, includendo la pensione di garanzia per i giovani”. Di Quota 100 parla invece Carlo Cottarelli, in un’intervista al Quotidiano Nazionale. ricordando che è tra quei provvedimenti che hanno contribuito a far salire la spesa pubblica. Alla domanda sulla necessità o meno di partire, nella revisione della spesa, dai tagli a pensioni e sanità, l’ex commissario alla spending review risponde: “È una scelta politica, spetta al governo decidere le priorità. Ma, in generale, tutte le volte che si taglia qualcosa c’è sempre un gruppo che si oppone. I risparmi di spesa, alla lunga, favoriscono tutti i cittadini contribuendo, ad esempio, alla riduzione nelle tasse ma nel breve termine c’è chi paga un conto più salato”.

QUOTA 100 FINO AL 2021

Sembra che la riforma pensioni con Quota 100 e il Reddito di cittadinanza non verranno toccati dal Governo Conte-bis con la prossima Legge di bilancio. Antonio Misiani, viceministro dell’Economia, intervistato dal Corriere della Sera conferma di fatto quel che già era stato ripetuto in questi giorni anche dallo stesso ministro Gualtieri. “Quota 100 scade nel 2021 e non verrà prorogata, ma studieremo regole di flessibilità per il pensionamento. Il reddito di cittadinanza andrà migliorato alla luce dell’esperienza di questi mesi”, sono le parole di Misiani, che dunque danno ancora una volta una rassicurazione a quanti nei prossimi mesi matureranno i requisiti necessari ad accedere a Quota 100. Resta da capire se ci saranno delle modifiche minime alla misura, come per esempio una diminuzione delle finestre per il pensionamento durante l’anno. Per avere qualche dettaglio in più in merito bisognerà aspettare almeno un paio di settimane quando si avranno maggiori informazioni sulla manovra che il Governo metterà a punto.

ESODATI SCRIVONO A CATALFO E GUALTIERI

Non si ferma la battaglia dei circa 6.000 esodati che, nonostante gli interventi di riforma pensioni di questi anni, ancora sono privi di salvaguardia. Come spiega Gabriella Stojan, “il Comitato 6.000 Esodati Esclusi e il Comitato Esodati Contributori Volontari hanno oggi inviato congiuntamente una richiesta di urgente incontro formale al Ministro del Lavoro Nunzia Catalfo e al Ministro dell’Economia e Finanze Roberto Gualtieri in merito alla nostra istanza di riapertura dell’Ottava Salvaguardia per gli ultimi 6.000 Esodati da inserire nella Legge di Bilancio in questi giorni in via di definizione”. L’amministratrice del Comitato 6.000 esodati esclusi ricorda che “la platea dei 6.000 Esodati Esclusi ha contorni giuridici ben precisi trattandosi degli Esodati rimasti esclusi per le discriminazioni contenute nell’Ottava Salvaguardia tra le diverse categorie di lavoratori che quindi necessita con la massima urgenza di un preciso e doveroso provvedimento di sanatoria, come già promesso, e disatteso, dal precedente Ministro del Lavoro Luigi Di Maio entro i tempi della Legge di Bilancio dell’anno scorso”.

RIFORMA PENSIONI, IL PUNTO SU QUOTA 100

In una nota Luca Quagliotti, Segretario generale della Cgil di Asti, evidenzia come in questi giorni si parli molto del destino della riforma pensioni con Quota 100. “Continuiamo a ritenere che sia necessaria una seria modifica del sistema introdotto dalla cosiddetta Legge Fornero che tenga conto, oltre che della tenuta economica del sistema, di diversi fattori quali: le diverse possibilità di accesso all’impiego; la presa d’atto che non tutti i lavori sono uguali e che occorre differenziare le uscite anche tenendo conto di ciò; un reddito da pensioni che consenta di vivere dignitosamente; la copertura dei periodi di non lavoro e del lavoro discontinuo; per le donne, che si valorizzino i lavori di cura, e molto altro. Abbiamo anche chiesto che si introducesse una flessibilità in uscita ed una pensione contributiva di garanzia per i giovani”, spiega il sindacalista.

LE PAROLE DI QUAGLIOTTI

Dal suo punto di vista, tuttavia, “nel tempo necessario ad attuare la riforma da noi auspicata, è necessario evitare di creare ulteriori problemi con le modifiche a quota 100, soprattutto se esse sono tendenti a modificare la data di vigenza della Legge, anticipando di un anno la sua scadenza”. Questo anche perché, con la firma di alcuni accordi nelle aziende per incentivare all’esodo dei lavoratori, basati su quanto previsto da Quota 100, c’è il rischio che “una modifica della data di uscita determinerebbe, automaticamente, migliaia di nuovi esodati, come capitato con la Legge Fornero, un rischio che il nostro Paese non può correre”.