LE PAROLE DI LA PIANA (CISL)

Gli aumenti dei prezzi energetici, sia attraverso le bollette che al momento di rifornirsi di carburante, nonché dei beni alimentari, “rischia di causare nel nostro territorio una vera e propria bomba sociale, se già le famiglie, i lavoratori, i pensionati, con reddito medio riuscivano prima a malapena a finire il mese, figuriamoci ora con questi aumenti. Bisogna intervenire subito”. L’allarme arriva dal Segretario generale della Cisl di Palermo-Trapani Leonardo La Piana, che, come riporta marsalalive.it, chiede che “si attivino prima di tutto i controlli per scongiurare possibili speculazioni a danno delle famiglie”. Infatti, aggiunge il sindacalista, “temiamo che i prezzi salgano ulteriormente, è necessario dunque che il governo nazionale affronti subito la questione con provvedimenti seri e che si pensi ad aiuti speciali a tante famiglie che vivono di stipendi e pensioni bassissime e che così facendo saranno ridotte alla povertà”.



UIL: “TORNARE A RIFORMA PENSIONI DEL 1995”

Dopo la promessa del Ministro Orlando sulla ripresa imminente del tavolo sulla riforma pensioni, interviene il leader della Uil Pierpaolo Bombardieri, a margine dell’evento alla Luiss ovvero il IV rapporto della fondazione Bruno Visentini sul divario generazione e le politiche giovanili.



«Stavamo discutendo della riforma delle pensioni, ci siamo fermati per la guerra. Ho però la sensazione che ci siamo fermati troppo. Il pit stop ha ormai fatto bucare le gomme, spero che il confronto riprenda al più presto», osserva il sindacalista Uil contestando il fatto che il sistema pensionistico possa essere cambiato a ridosso di ogni tornata elettorale. «Siccome tra un po’ ci saranno le elezioni il rischio è che questa politica cambi a seconda degli slogan elettorali», incalza Bombardieri proponendo un nuovo punto di partenza: «Se vogliamo affrontare una discussione sulla riforma delle pensioni intanto ritorniamo all’accordo e alla legge del 1995 (la riforma Dini, ndr). C’è troppa timidezza sulla previdenza integrativa, fino al punto forse che dovremmo cominciare a dire che quella deve diventare obbligatoria». (agg. di Niccolò Magnani)



LE PAROLE DI DAMIANO

Cesare Damiano saluta positivamente l’aumento dell’occupazione femminile registrata dall’Istat nei mesi scorsi, ma ricorda che il lavoro stagionale e a termine “pesa, mediamente, per il 17% sul totale degli occupati: di più sulle donne. Stesso discorso vale per il part-time che viene in molti casi scelto dalle lavoratrici e in molti altri imposto dai datori di lavoro e che pesa notevolmente anch’esso, sul complesso della occupazione: circa il 30% nei settori industriali e dei servizi”. L’ex ministro del Lavoro spiega quindi che “quello che è accaduto nei due anni di pandemia ha sollevato un velo di ignoranza: i lavori di cura sono a carico delle donne anche quando lavorano per il mercato. Occorrono, dunque, azioni di riequilibrio”. Le stesse che vengono chieste anche dai sindacati nel confronto con il Governo sulla riforma delle pensioni. Anche per questo Susanna Camusso ha recentemente ricordato che il lavoro di cura andrebbe quanto meno riconosciuto ai fini pensionistici.

LA NOTA DI SCHIRÒ E PORTA

In una nota Angela Schirò e Fabio Porta ricordano che “è allo studio del Governo una Riforma delle Pensioni da attuare entro la fine dell’anno che interesserà ovviamente anche tutti i cittadini italiani che risiedono all’estero e per i quali si sta avvicinando l’età della pensione (possibilmente in convenzione internazionale)”. I due parlamentari eletti all’estero citano in particolare la direttiva del ministero del Lavoro emanata nei giorni scorsi in cui “non ci sono illustrazioni dettagliate dei piani di riforma del Governo, ma sembra chiaro che entro fine anno si dovranno trovare soluzioni (eque e flessibile) che consentano di andare in pensione di vecchiaia prima degli attuali 67 anni anche se con un ricalcolo contributivo (non va dimenticato che le parti sociali da tempo chiedono al Governo il superamento delle rigidità attuali presenti nel sistema). Il Governo sembra infatti orientato verso l’opzione per tutti di uscita anticipata, anche fino a tre anni,  ma con ricalcolo contributivo o decurtazione sull’assegno per ogni anno di anticipo”.

LA SENTENZA DELLA CORTE DEI CONTI DELLA LIGURIA

Come riporta Ansa, nei giorni scorsi la Corte dei Conti della Liguria, sempre in tema di riforma pensioni, ha annullato un provvedimento dell’Inps stabilendo che a un medico andato in pensione con Quota 100 e che si è messo a disposizione della campagna vaccinale contro il Covid “non può essere tolta la pensione”. Per i giudici contabili, “la normativa emergenziale è derogatoria rispetto al regime generale di incompatibilità pena il depotenziamento dell’efficacia dell’appello rivolto ai medici in quiescenza”.

Secondo il Presidente dell’Ordine dei medici di Genova Alessandro Bonsignore “si è posto rimedio a una incongruenza, giustizia è stata fatta”. “Si è rimediato a una norma che aveva portato ad una assurda sospensione a medici che si erano messi a disposizione per altro su chiamata dello Stato”. Tra l’altro, l’Ordine aveva chiesto “un intervento al Parlamento. La norma però non è ancora arrivata, ha fatto prima la Corte dei conti per fortuna”.

LE PAROLE DI FIORDELISI (CGIL) SULLA RIFORMA DELLE PENSIONI

A proposito di sanità e riforma pensioni, orticalab.it riporta le dichiarazioni di Franco Fiordellisi, Segretario generale della Cgil Avellino, che evidenzia come il suo territorio sia carente “di assistenza primaria, dove i medici di medicina generale sono per lo più anziani. Chiediamo alla Regione una deroga dell’accordo collettivo nazionale, che tenga conto del rapporto densità demografica/utenti, e dell’anagrafica over 65, tenendo conto del monitoraggio dei pensionamenti per anzianità, anticipando verifiche e disponibilità di MMG. Così il piatto della bilancia si sposta sempre più sul lato dell’ospedalizzazione”.

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