QUOTA 100, L’IDEA DI PD E M5S

Mentre prosegue la trattativa tra Movimento 5 Stelle e Partito democratico per provare a formare una maggioranza di governo, ci si interroga su come potrà essere la Legge di bilancio e sulle sorti di provvedimenti come la riforma pensioni con Quota 100. Secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, la misura previdenziale principale dell’esecutivo giallo-verde, insieme al reddito di cittadinanza, potrebbe costare meno del previsto e ciò dovrebbe consentire di avere dei risparmi di spesa utili per abbassare il deficit su Pil sotto il 2% come vorrebbe l’attuale ministro dell’Economia Tria. Ci sarebbe però l’idea, se l’alleanza tra Pd e M5s dovesse andare in porto, di “un’ampia rivisitazione di Quota 100, che dovrebbe esaurirsi nel 2021 e lasciare il posto ad altri strumenti, come ad esempio l’Ape sociale rafforzata”. Dunque sembrerebbe farsi spazio l’idea di portare avanti Quota 100 fino alle sua naturale scadenza, seppur con meno risorse rispetto a quelle previste, per poi cambiare tipo di misura di flessibilità pensionistica.



CGIL: SERVE VERA RIFORMA PENSIONI

Sono iniziate le consultazioni al Quirinale e proseguono le trattative tra M5s e Pd. Di fronte a questa situazione, Nino Baseotto, ai microfoni di RadioArticolo1, ricorda, come riporta il sito di Rassegna sindacale, che “noi pensiamo che vengano prima i programmi, le cose che devono essere fatte. Per prima cosa ci sono le urgenze del Paese. Negli ultimi 14 mesi il governo si è occupato di molte cose, ma non dei drammi sociali e dei problemi più stringenti. L’esecutivo ha rimosso la realtà di una crisi che ancora attanaglia migliaia e migliaia di lavoratori e che riduce in condizioni di estrema difficoltà milioni di pensionati”. Il Segretario confederale della Cgil ricorda che per i sindacati, tra le altre cose, oltre a “un piano straordinario di investimenti su ambiente e mezzogiorno, una riforma fiscale progressiva, la detassazione degli aumenti contrattuali e assunzioni in scuola e sanità”, serve “una vera riforma delle pensioni,che guardi ai giovani e alle donne, una politica industriale al passo con i tempi e che faccia della sicurezza sul lavoro un cardine strategico”.



LA MANCANZA DI PERSONALE NELLA SCUOLA

Si avvicina l’inizio di settembre, quando gli effetti della riforma pensioni con Quota 100 si faranno sentire anche nel mondo della scuola, dove in taluni casi la situazione è già di emergenza. Il sito di Rassegna sindacale riporta infatti le parole di Giusy Signoretto, Segretaria generale della Flc-Cgil di Venezia, secondo cui “l’inizio dell’anno scolastico sarà molto critico a causa della mancanza di personale Ata”. La sindacalista evidenzia che “le assunzioni sono pochissime, gli organici sono scarsi. In alcuni istituti sarà difficile garantire l’apertura e la chiusura in caso di tempo pieno. E rimane sempre il problema dei docenti, anche in questo caso sotto organico”. Oggi invece la Fp-Cgil di Napoli sciopera per protestare contro la grave carenza d’organico nel welfare pubblico del capoluogo campano, dove si conta un assistente sociale ogni 7.722 persone. “Il rapporto previsto dovrebbe, al contrario, essere di 1 a 5 mila. A mancare all’appello sono 69 operatori, praticamente il 55% del personale in servizio”.



LA CAMPAGNA DELLA FAI-CISL

In Sicilia è partita la campagna “Porto sicuro” della Fai-Cisl in cui si è parlato anche di riforma pensioni, in particolare con uno sguardo rivolto al futuro previdenziale dei giovani. Tempostretto.it riporta le dichiarazioni di Silvano Giangiacomi, Segretario nazionale della Fai-Cisl, che, a proposito della pesca, evidenzia la “necessità di valorizzare e rilanciare un settore d’eccellenza. Circa 6.600 lavoratori su 25 mila hanno più di 56 anni e solo il 12% è sotto i 30 anni. Le giovani generazioni sono la metà di coloro che andranno in pensione nei prossimi anni, tra l’altro con pensioni non adeguate, che ad esempio per la piccola pesca si aggirano anche sulle 450 euro: con i giovani dobbiamo rivendicare un sistema migliore, e nel frattempo vanno implementati la bilateralità e i fondi integrativi sanitari, che garantiscono interventi sia per il pescatore che per il suo nucleo familiare”. La pesca, come ha sottolineato il Segretario generale della Fai-Cisl Sicilia, Pierluigi Manca “è una risorsa che va tutelata e qualificata meglio”.

LE PAROLE DI URBANO CAIRO

Si sta parlando molto di Urbano Cairo e della sua intervista-manifesto al Foglio. Il numero uno di Rcs ha parlato anche di riforma pensioni, spiegando, per esempio, di ritenere irrealistico il contratto di Governo che Lega e M5s avevano stipulato: “Come fai a tenere insieme flat tax, quota 100 e reddito di cittadinanza? Come si possono giustapporre politiche monetariste e keynesiane? Non si può promettere tutto e il contrario di tutto”. Secondo Cairo, “un’agenda economica serie non dovrebbe partire né dai sussidi, né da provvedimenti, tipo quota 100, che mirano a mandare prima la gente in pensione. Ché poi, e qui parlo da imprenditore, se vanno via tre dipendenti non è detto che li rimpiazzi tutti e tre”. Un’altra spallata, quindi, al principale provvedimento di natura previdenziale preso dal Governo Conte, il cui futuro è ancora incerto, nonostante possa esserci lo stesso premier a palazzo Chigi anche nel caso di un’alleanza di governo tra Partito democratico e Movimento 5 Stelle. Non resta che attendere per capire cosa accadrà a Quota 100.

LA MISSIONE DEI SINDACATI

Vilma Gaillard, Segretaria generale della Cgil Valle d’Aosta, è stata intervistata da aostacronaca.it, che le ha anche rivolto una domanda sui temi di riforma pensioni. “Economia, recessione, pensioni, quota 100, famiglia, giovani, ma soprattutto come ridare valore al sindacato?”, è il quesito cui la sindacalista risponde in questo modo: “È un lavoro di coraggio e di determinazione quello del sindacato. Il valore più alto del sindacato è sempre quello di continuare nella sua missione: salvaguardare i diritti dei lavoratori e continuare il nostro impegno per garantire un lavoro dignitoso e, oggi più che mai, la sicurezza nel posto di lavoro. Tutto questo non è così facile quando  la volontà dei vari governi è  di escludere sempre di più le parti sociali dai tavoli e da  un confronto serio  e costruttivo”. “Non nego che i cittadini siano arrabbiati con il Governo e anche con i sindacati. Il Paese non riparte, nonostante da parte della Cgil, sia nazionale che locale, ci siano spesso proposte che vanno nella direzione di mettere nuovamente in moto la parte produttiva di questo Paese”, sottolinea anche Gaillard.

RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI BRAMBILLA

Ancora non è chiaro cosa accadrà alla riforma pensioni con Quota 100 e Alberto Brambilla, in un intervento su L’Economia, l’inserto settimanale del Corriere della Sera, ricorda che si tratta di una misura che “ha molte pecche dovute alla fretta comunicativa e all’imperizia”. Il Presidente di Itinerari Previdenziali sottolinea in particolare il fatto che la Legge Fornero non viene cancellata e che non si tiene conto “delle situazioni specifiche dei lavoratori con problemi di salutare, familiari a carico da curare, lavori pesanti, in mobilità o disoccupazione”. Brambilla non dimentica poi che Quota 100 è difficile da raggiungere per le donne che Opzione donna è “molto penalizzante”. Dal suo punto di vista, poi, non sono state previste agevolazioni specifiche per categorie o l’utilizzo dei fondi di solidarietà e con il divieto di cumulo “si genererà molto lavoro irregolare”.

IL FUTURO DI QUOTA 100

Guardando al futuro, secondo Brambilla, “sia che si vada a elezioni, sia che si formi un governo di transizione o di legislatura, probabilmente, nel 2020 potrà proseguire Quota 100, anche se con ancor meno interesse da parte degli italiani, perché l’80% dei potenziali richiedenti, avendo il 60% della pensione calcolata con il sistema misto (contributivo dall’1/1/1996) con 62 anni di età avrà un taglio permanente della pensione del 10%”. Dal suo punto di vista, tra le altre cose, bisognerebbe consentire il pensionamento dai 64 anni di età con almeno 37/38 di contributi, ma prevedendo “per le donne madri un anticipo dei requisiti pari a 8 mesi per ogni figlio con un massimo di 24 mesi”.