RIFORMA PENSIONI, LA RICETTA DI FORZA ITALIA
Intervenendo a Sassuolo nel convegno organizzato dai seniores di Forza Italia, il senatore Enrico Pianetta, il professor Giuseppe Pellacani e il capogruppo in Emilia Romagna di FI Andrea Galli (capolista a Modena alle Regionali 2020 di domenica prossima, ndr) rilanciano la ricetta per una prossima riforma pensioni in chiave liberale: «Ridare giustizia ai pensionati restituendo almeno una parte del “maltolto”, mediante il riconoscimento di una somma una tantum, esclusa dall’imponibile fiscale, in cinque rate annuali di identico importo, da corrispondersi entro il mese di dicembre di ogni anno a decorre dell’anno 2020. Non solo: ricalcolare gli assegni pensionistici futuri nel rispetto dei principi affermati dalla Corte costituzionale con applicazione della rivalutazione che sarebbe spettata». In merito al problema mai risolto della “perequazione”, ovvero la rivalutazione automatica delle pensioni, i membri di Forza Italia rilanciano nel convegno (fonte LaPressa.it, ndr) «Con sentenza n. 70/2015 la Corte Costituzionale aveva bocciato il blocco della perequazione previsto dalla Legge Fornero. Il Governo avrebbe dovuto restituire a oltre 5 milioni di pensionati 17 Miliardi di Euro. Il Governo Renzi, con il decreto n. 65/2015 ne ha restituiti solo 2. Mancavano quindi all’appello 15 miliardi. Siccome gli effetti dei blocchi sono permanenti, a fine 2018 l’impoverimento complessivo dei pensionati è salito sale a circa 27 miliardi». (agg. di Niccolò Magnani)
FURLAN SPINGE PER RIVALUTAZIONI PENSIONI
Nell’intervista ad Avvenire, la segretaria generale Annamaria Furlan lancia un deciso e netto “richiamo” al Governo Conte-2 sul tema della rivalutazione delle pensioni all’interno della prossima riforma fiscale post-Regionali: «Per i pensionati il Governo deve sbloccare subito la rivalutazione delle pensioni. Per gli incapienti rimasti fuori da questo primo intervento sul cuneo, abbiamo preteso al tavolo dal Governo l’impegno che nella riforma fiscale questa sarà una delle priorità da affrontare insieme». Dopo le polemiche sorte dal suo stesso sindacato contro il Governo in merito alle prossime novità della riforma pensioni sul fronte cuneo fiscale: «L’intervento sul cuneo per noi e’ solo il primo passo di una riforma complessiva fiscale che deve salvaguardare le progressività del sistema e ridurre in maniera seria le tasse a chi oggi contribuisce all’erario per l’80% delle entrate, cioè lavoratori e tantissimi pensionati che attendono da tempo una risposta alle loro sacrosante richieste». Chiudendo poi sulle necessità nell’intervento da approntare nel mondo del sociale, la Furlan puntualizza su Avvenire «Il nostro sistema fiscale non e’ costruito oggi sul coefficiente familiare. E’ una grave lacuna che bisognerà correggere con la nuova riforma, con criteri di equità e con una politica fiscale che incentivi la creazione di nuovi nuclei familiari e la natalità nel nostro paese, a partire da un assegno unico per i nuclei familiari, come fanno altri paesi europei». (agg. di Niccolò Magnani)
CISL VS GOVERNO “IGNORATI SU CUNEO FISCALE PER PENSIONI”
Sulle tasse l’accordo c’è stato, sulle pensioni e sulla riforma prossima da lanciare a partire dai “risparmi” del cuneo fiscale, l’asse sindacati-Governo non sta decollando: Patrizia Volponi, segretaria Cisl con deleghe alle politiche delle pensioni, non gradisce il piano di Palazzo Chigi per il taglio del cuneo fiscale «Il governo ci ha completamente ignorati anche stavolta, con l’operazione sul cuneo fiscale. Siamo molto arrabbiati, siamo indignati. I pensionati sono 16,4 milioni, e votano! Questo volerci ignorare non porterà fortuna al governo, siamo pronti a tornare in piazza. Siamo figli del ‘68, lotta dura senza paura. Non pensino che siamo tutti vecchietti che vanno al centro anziani». La riforma «epocale» – come l’ha definita la viceministro Mef Laura Castelli – dovrebbe prevedere non più 5 ma 3 aliquote Irpef per rivoluzionare tanto il fisco quanto l’inizio del sistema previdenziale. (agg. di Niccolò Magnani)
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI PAGANINI
La proposta di una riforma pensioni con Quota 102, secondo Pietro Paganini, come Quota 100 non coglierebbe il vero problema delle pensioni. “Si pensa unicamente ad accontentare le fasce più anziane della popolazione, per ragioni prevalentemente elettorali. Si ignora la necessità di costituire un sistema pensionistico sostenibile nel lungo termine che risponda alle esigenze delle generazioni future”, scrive il Presidente di Competere in un articolo pubblicato su formiche.net. Dal suo punto di vista i meccanismi di funzionamento del sistema “devono promuovere la libertà dei cittadini (contro il privilegio delle burocrazie e potenziando lo scegliere di quando ritirarsi e con quali entrate) e favorire la sostenibilità economica e finanziaria del sistema”.
LA RIVOLUZIONE DEL SISTEMA NECESSARIA
Per il Professore Aggiunto in Business Administration presso la Fox School of Business alla Temple University di Philadelphia e alla John Cabot University di Roma, il sistema attuale a ripartizione non regge “se la crescita è lenta e l’occupazione scarsa. Ma ai burocrati piace”. Meglio sarebbe quindi passare al sistema a capitalizzazione in cui “ciascuno lavora nell’ottica di risparmiare e investire per il proprio futuro, non per quello degli altri. Ma, c’è un ma. I burocrati perdono così, potere e diminuisce l’importanza ideologica della pensione uguale per tutti”. Secondo Paganini, “il governo ha l’occasione di completare la rivoluzione del sistema, rendendolo del tutto trasparente, e togliere potere ai burocrati: abbandonare le ripartizioni, e affidarsi del tutto alla capitalizzazione”.