APE SOCIAL E QUOTA 100: LE RIFORME PENSIONI

Non solo “finestre” allungate per Quota 100, secondo il Corriere della Sera nei nuovi provvedimenti sulla riforma pensioni che il Governo Conte-2 dovrebbe decidere nelle prossime settimane vi sarebbe anche il rinnovo dell’Ape Social e la proroga all’anno successivo anche di Opzione Donna. L’obiettivo dell’esecutivo, come spiegato in questi giorni, è quello di sostituire quota 100 a partire dal 2022 con un sistema “flessibile” sul modello dell’Ape sociale già avanzato dai Governi Renzi e Gentiloni: secondo il senatore Pd Tommaso Nannicini alla soluzione adatta sarebbe quella di far lasciare il lavoro a 64 anni di età tramite il ricalcolo contributivo di tutto l’assegno. Non solo, l’introduzione non più di Quota 100 bensì di Quota 92 solo per le categorie deboli, in sostanza disoccupati e altre “piccole” fasce di lavoratori. (agg. di Niccolò Magnani)



PALERMO, ALLARME RIFORMA QUOTA 100

Non è un caso isolato ma è di certo uno di quelli maggiormente “rilevanti” nei mesi in cui la Quota 100 per i dipendenti statali rappresenta un serio problema di ricambio e sostituzione di chi decide di sfruttare la riforma pensioni per uscire prima dal lavoro a fine carriera. Secondo quanto riportato dal Giornale questa mattina, l’allarme che arriva da Palermo è serio: Palazzo delle Aquile, la sede del comune, «potrebbe perdere fino a 800 dipendenti a causa del provvedimento “Quota 100” che se dovesse venire approvato porterebbe un’emorragia non indifferente alla città». Quasi 1000 dipendenti comunali sono pronti ad entrare in pensione con una “fuga” che non si fermerebbe solo nel 2019: come riporta Palermo Today, «La fuga per la pensione potrebbe partire da questa fine 2019 dove già 500 dipendenti hanno preparato le valigie mentre per il 2020 sono già pronti altri 300 dipendenti che vorrebbero abbandonare la nave». (agg. di Niccolò Magnani)



RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI GANGA

Anche Ignazio Ganga esprime soddisfazione per la riapertura di un confronto tra sindacati e Governo sulla riforma pensioni, visto che “era un cantiere bloccato e tutta la questione quota 100 non vide un confronto adeguato alle necessità che poneva il sindacato”. Il Segretario confederale della Cisl ricorda che “Quota 100 verrà riconfermata, come era già stato detto in occasione dell’incontro a Palazzo Chigi con il presidente Conte. Noi abbiamo ribadito la nostra proposta di 41 anni di contributi a prescindere dall’età. Naturalmente occorrerà intervenire sulle finestre: pensiamo alle trimestrali per il privato, semestrali per il pubblico, pensiamo inoltre alla questione che quel decreto ha posto sulla necessità di anticipare quanto prima l’erogazione del tfr e tfs dei lavoratori pubblici rispetto ai quali è atteso ancora il DPCM collegato alla precedente legge di bilancio”.



LA RICHIESTA PER LE DONNE

Il sindacalista ritiene poi importante varare un intervento per le donne, “le vere vittime rispetto alla legislazione previdenziale 2009-2011”, senza dimenticare che “quota 100 non è stata certamente un’amica delle donne”. In questo senso Ganga ha rilanciato una proposta per “mitigare le debolezze che quota 100 ha presentato. A tale proposito avevamo offerto al governo di allora e al Parlamento degli emendamenti, uno dei quali prevedeva sicuramente uno sgravio per il numero dei figli, con un anticipo fino a 36 mesi per le donne”. Una soluzione che però taglierebbe fuori le donne che non hanno avuto figli, ma che hanno dedicato o dedicano tempo all’accudimento di altri familiari.