IL BANCHIERE GHISOLFI SUL “CASO” ANZIANI

Nella video intervista riportata da Cuneo24.it, il banchiere-scrittore Giuseppe Ghisolfi torna sul “caso” della scorsa settimana, ovvero la proposta di tutelare gli anziani in quanto categoria più tartassata dall’emergenza Covid-19: «Valutare se gli anziani siano utili o no, indispensabili o no al sistema produttivo? Una emerita sciocchezza». Non solo, secondo Ghisolfi il problema delle pensioni è che ancora “manca” una riforma per rendere le minime in forma più accettabile per tutti i pensionati: «Parliamo di una categoria sociale che non solo ha già contribuito al sistema produttivo e al mondo del lavoro ma che ancora oggi, con le proprie pensioni, rappresenta un sostegno importante se non fondamentale per molte famiglie italiane». La proposta però era in realtà formulata come una forma di tutela, e allora Ghisolfi conclude «aumentare le loro pensioni medie che spesso si collocano su importi molto bassi e per nulla dignitosi». (agg. di Niccolò Magnani)



PENSIONI ED EQUITÀ: PARLA IL SEGRETARIO CISL PADOVA-ROVIGO

Una maggiore equità per poter da un lato risollevare la condizione di crisi di molti pensionati italiani e dall’altro per rilanciare la struttura previdenziale del nostro Paese: secondo Samuel Scavazzin (Segretario Generale della Cisl Padova-Rovigo) la svolta deve arrivare dal Governo già da questa manovra. In una lunga nota pubblicata da “Rovigoindiretta.it”, il sindacalista spiega «Abbiamo trovato condivisibili alcune delle scelte fatte dal governo con la recente manovra economica, ma altre e più coraggiose devono essere fatte. Tra queste, la riforma del sistema pensionistico prevista, nell’incontro con i sindacati di metà ottobre, per il 2021. La Cisl ha accolto positivamente la proroga dell’Ape sociale e di opzione donna, ma è necessario fare di più, soprattutto per colmare il gap pensionistico a danno delle donne confermato anche dal recente rapporto annuale “Inps tra emergenza e rilancio». Ancora Scavazzin sottolinea come sia necessario dopo la Quota ancora maggiore flessibilità in uscita, «Per colmare almeno in parte il gap pensionistico è necessario definire strumenti per incrementare i livelli di occupazione femminile e portare più donne nel mercato del lavoro, puntando ad eliminare il lavoro nero, sommerso o precario, che condiziona l’anzianità contributiva per il calcolo della pensione soprattutto delle donne. Alcune di queste misure potrebbero essere inserite nel Recovery Plan per creare sviluppo e occupazione, ma molto si potrebbe fare anche a livello regionale». (agg. di Niccolò Magnani)



PENSIONI SCUOLA, I REQUISITI PER L’USCITA NEL 2021

Dal 1 settembre 2021 non saranno pochi i professori, docenti e insegnanti che nel mondo scuola approfitteranno – per l’ultima volta – della riforma pensioni Quota 100: l’uscita a 62 anni di età e 38 di contributi potrà essere utilizzata alla quasi scadenza della riforma (prevista per dicembre 2021). La Tecnica della Scuola ha così preparato un focus con tutti i requisiti specifici indicati dall’Inps e dal Miur, in modo che i vari insegnanti “coinvolti” possano iniziare a pianificare l’entrata in pensione: i docenti e tutto il personale del mondo scuola potranno accedere alla pensione con quota 100 a partire dal 1° settembre 2021 solo se compiranno 62 anni di età entro il 31 dicembre 2021 e allo stesso tempo avranno computati almeno 38 anni di contributi. Nella Manovra 2021 sono previsti gli ultimi fondi per la Quota 100, ma dall’anno prossimo va ricordato che la misura stessa “andrà in pensione” definitivamente. (agg. di Niccolò Magnani)



RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI PROIETTI E BARBAGALLO

Intervistati da The Italian Times, Domenico Proietti e Carmelo Barbagallo parlano di riforma pensioni spiegando che “dopo una serie di interventi culminati con la legge Fornero che hanno fatto cassa sul sistema previdenziale è il momento di mettere in campo una vera riforma del sistema che non persegua i soli equilibri di bilancio ma che riporti equilibrio sociale nel sistema previdenziale”. Anche per questo, la Uil ritiene necessario “reintrodurre una flessibilità diffusa di accesso intorno ai 62 anni di età e stabilire che con 41 anni di contributi si possa andare in pensione a prescindere dall’età anagrafica”. Il Segretario confederale della Uil e il Segretario generale della Uil Pensionati elencano quindi alcune delle altre richieste fatte al Governo.

LE RICHIESTE DELLA UIL

In primo luogo, “una misura che garantisca ai giovani future pensioni adeguate ed al contempo valorizzare ai fini previdenziali il lavoro di cura, svolto prevalentemente dalle lavoratrici”, poi la “proroga di Ape sociale e di Opzione donna, con alcuni correttivi che introducano elementi di maggiore equità e razionalità”, quindi “l’equiparazione ai fini previdenziali del part time orizzontale a quello verticale”, e ancora la “semplificazione del contratto di espansione per le aziende fino a 500 dipendenti,” un “nuovo semestre di silenzio assenso per i fondi pensione negoziali”, la “soluzione definitiva per i lavoratori cosiddetti esodati”, l’ampliamento “della platea dei beneficiari della 14esima mensilità” e un incremento dell’importo della stessa.