RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI GALASSO
In un’intervista a thesocialpost.it, Vincenzo Galasso ricorda che alla scadenza di Quota 100, “in assenza di qualsiasi tipo di riforma noi torniamo alla legge Fornero: passiamo quindi da 62 anni di età e 38 di contributi a 42 anni e 10 mesi per gli uomini, o 41 anni e 10 mesi per le donne oppure 67 anni per la pensione di vecchiaia per tutti”. L’economista sottolinea di ritenere però che questo non accadrà, “troveranno qualcosa di alternativo, che potrà essere una quota 102, oppure con un minimo di 64 anni, quindi 64+38, quindi 2 anni in più, e potrebbe essere quello che i sindacati chiedono da quasi 5 anni, cioè la quota 41 per andare in pensione, questo sarebbe super contro le donne, perché le donne difficilmente raggiungono 41 anni di contributi. Secondo me finirà con l’introduzione di qualche gradino intermedio”.
LA PROPOSTA PER IL RICALCOLO CONTRIBUTIVO
Galasso, oltre a ricordare quanto siano penalizzate le donne nel sistema previdenziale italiano, che prevede per loro una specifica via di accesso al pensionamento anticipato molto penalizzante (Opzione donna), spiega che a suo modo di vedere bisognerebbe varare una riforma pensioni “con una qualche forma di ricalcolo con il contributivo, proprio perché chi vuole andare in pensione prima, secondo me, è giusto che ci vada, senza però far cadere il costo sul bilancio pubblico”. Secondo il professore della Bocconi si potrebbero anche “creare delle soluzioni intermedie dove una parte della perdita che avrebbe il lavoratore viene compensata in qualche forma dall’impresa che poi viene fiscalizzata”.