I punti cardine del post-Quota 100 al momento sembrano riunirsi in 2 proposte per una riforma pensioni da inserire con ogni probabilità già nel Recovery Plan che l’Italia dovrà consegnare a Bruxelles entro il prossimo 15 ottobre: come già ribadivamo ieri nel precedente focus previdenziale, si tratta di Quota 41 o dell’uscita a 62 anni ma con penalizzazione contributiva sull’ultimo stipendio. Oggi a PensioniPerTutti lancia la sua proposta Domenico Proietti, segretario confederale della Uil,  confermando come quelle due ipotesi restino al momento anche la base per le prossime discussioni sindacali: «La Uil chiede al governo di definire un pacchetto di provvedimenti previdenziali da inserire nella prossima legge di bilancio. Va affrontato il tema dell’età di accesso alla pensione con una flessibilità più diffusa intorno a 62 anni», spiega il sindacalista sottolineando come la flessibilità in uscita dovrà essere utile anche per affrontare le ristrutturazioni aziendali che saranno inevitabili dopo la pandemia.



RIFORMA PENSIONI: IL PIANO UIL

Sempre secondo Proietti, la proroga dell’Ape Sociale «con l’estensione delle categorie che possono accedervi sarebbe un fatto importante»: ma il piano Uil – insieme a Cgil e Cisl il prossimo 8 settembre con l’incontro al ministero del Lavoro – include anche la salvaguardia degli esodati e la proroga dell’Opzione Donna. «Vanno poi incentivate le iscrizioni ai fondi pensione attraverso un nuovo semestre di silenzio assenso e ripristinando la fiscalità incentivante sui rendimenti annuali. Vanno affrontati in termini organici i temi delle future pensioni dei giovani ,della valorizzazione dei lavori di cura e della maternità ai fini pensionistici», chiosa ancora il segretario Uil. Da ultimo, il tema Quota 41, dopo aver criticato la mancanza di commissioni insediate dal Ministro Catalfo negli ultimi 8 mesi: «41 anni di contributi devo bastare per andare in pensione. Per le pensioni in essere chiediamo l’estensione della quattordicesima per quelle fino a 1500 euro e la legge sulla non autosufficienza. Bisogna insediare inoltre le due commissioni istituzionali per definire i lavori gravosi e per separare la spesa previdenziale da quella assistenziale».

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