RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI ELSA FORNERO

Il Corriere della Sera di venerdì scorso riporta alcune dichiarazioni di Elsa Fornero in tema di riforma pensioni. “Non sono le promesse a risolvere il problema delle pensioni, ma il lavoro. Se i politici spostassero il loro attivismo sul tema pensionistico verso il reddito, migliorando le possibilità e le condizioni lavorative di tutti, risolveremmo il problema delle pensioni prima e in maniera adeguata”, ha detto l’ex ministra del Lavoro intervenendo a un evento organizzato dall’Università Popolare di Udine. Il Segretario generale Confedir, nonché Presidente nazionale Federspev Michele Poerio, invece, in un intervento pubblicato su startmag.it si scaglia contro le “fake news” sulle pensioni, in particolare contro i dati della Cgia di Mestre secondo cui “paghiamo più pensioni che buste paga”. “È vero che nei primi mesi del 2020, per effetto Covid e ‘quota 100′, i pensionati sono un po’ aumentati (16,4 mln) ed il rapporto tra attivi e pensionati si è un po’ deteriorato passando da 1,44 a 1,36 ma da qui a dire che c’è stato il sorpasso ce ne corre!”, scrive Poerio.



LO STUDIO SUL POST-PENSIONI

Il 50% degli iscritti alle Casse Professionali al momento è un pensionato attivo: lo rileva l’Ottavo Rapporto sulle pensioni di Itinerari Previdenziali, presentato sul Sole 24 ore stamane. Significa che metà dei professionisti si ritrova ancora al lavoro anche dopo l’ingresso nel mondo pensionistico: «Un fenomeno di non breve durata», così il Rapporto spiega l’aumento dei pensionati attivi,  «+ 102,4% dal 2005 a fronte di un + 23,5% dei pensionati veri e propri». I motivi di questa prosecuzione anche dopo le pensioni, in attesa di una riforma vera e propria che possa migliorare la condizione tanto dei lavoratori quanto dei futuri pensionati, è fornita nel dettaglio dal dossier di Itinerari Previdenziali: «è conseguente sia alle recenti riforme che hanno gradualmente aumentato la componente contributiva personale nel calcolo della pensione sia alle ricorrenti crisi economico-finanziarie che portano dubbi e paure sul futuro».



RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI GANGA (CISL)

Ignazio Ganga auspica che riprenda quanto prima il confronto tra Governo e sindacati sulla riforma pensioni ed espone in un articolo su pensionipertutti.it alcune delle posizioni in materia della Cisl, in particolare per l’allargamento della platea dei lavori gravosi e usuranti, oltre che per una tutela dei lavoratori precoci. “Rispetto a un dibattito in corso che proporrebbe di scambiare la flessibilità con il calcolo interamente contributivo, continuiamo a non essere favorevoli perché si finirebbe per penalizzare generazioni già pesantemente colpite in questi anni dagli interventi sulla previdenza”, aggiunge il Segretario confederale della Cisl, che spiega anche per il suo sindacato sarebbe importante riconoscere alle donne un accredito di 12 mesi di contributi per ogni figlio avuto. Ganga sottolinea anche l’importanza della ripartenza dell’attività “delle Commissioni di studio sui lavori gravosi e sulla spesa previdenziale che avevano ripreso a lavorare nel mese di gennaio e che hanno subito una sospensione anzitempo”.



I RILIEVI SUL BONUS DI DE LUCA

Lo scorso anno, durante il periodo in cui la pandemia colpiva più forte, la Giunta De Luca in Campania prese la decisione di aumentare le pensioni minime portandole per due mesi a 1.000 euro. Una misura temporanea che ha riguardato circa 170.000 pensionati, parte di un programma più ampio di un piano socio-economico per il quale venne utilizzato anche il Fondo sociale europeo. Come spiega Affari & Finanza, inserto di Repubblica, l’iniziativa è però stata contestata dal collegio sindacale e dell’Inps e da Antonio Buccarelli, il magistrato della Corte dei Conti che ha l’incarico di vigilare sull’Istituto di previdenza. Secondo i sindaci, l’accordo da Regione e Inps per l’erogazione di questo bonus avrebbe prefigurato una disparità di trattamento tra i pensionati campani e quelli della altre regioni, mentre secondo Buccarelli “le flessibilità concesse dall’Europa nell’uso dei suoi fondi dovevano riguardare interventi per rafforzare la sanità, lenire i traumi subiti dalle imprese e sostenere l’occupazione”.

RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI PROIETTI

Domenico Proietti non nasconde che una parte della proposta di legge di riforma pensioni presentata dalla Lega, primo firmatario Claudio Durigon, convince la Uil: quella relativa al fatto che con 41 anni di contribuzione si debba poter andare in pensione indipendentemente dall’età. Tuttavia, a differenza di quanto proposto dal partito di Salvini, “crediamo che dopo 41 di contribuzione non debba essere prevista alcun tipo di penalizzazione o di ricalcolo sull’importo di una pensione che arriva al termine di una lunga carriera lavorativa”, spiega il Segretario confederale della Uil in un’intervista a pensionipertutti.it. Non è questo poi il solo elemento su cui il sindacalista evidenzia una visione diversa dalla proposta leghista.

LA DIFFERENZIAZIONE DA MANTENERE PER LE DONNE

“Per noi uguaglianza di genere non significa penalizzare le lavoratrici innalzando l’età di pensionamento, ma consentire loro, qualora lo scelgano di restare al lavoro fino all’età massima consentita”, evidenzia Proietti. Più concretamente questo significa che non deve “essere toccata l’attuale differenziazione”, che consente alle donne di accedere con un anno in meno di contribuzione alla pensione di anzianità, “anzi devono essere introdotti meccanismi che valorizzino pienamente il lavoro di cura e la maternità, solo così si potrà davvero andare incontro alle esigenze delle lavoratrici che da tempo chiedono venga considerato anche ai fini previdenziali il lavoro di caregiver che fanno del tutto gratuitamente e di cui nessuno sembra tener in giusto conto dandolo, in modo erroneo, per scontato”.