LE PAROLE DI PROIETTI
Oggi, nell’ambito dell’audizione presso la commissione Lavoro del Senato sulle ricadute occupazionali dell’epidemia da coronavirus, Domenico Proietti ha parlato anche degli interventi che sarebbero necessari sul versante previdenziali, evidenziando in particolare il bisogno di una riforma pensioni che introduca una flessibilità “intorno a 62 anni. Si tratta di un intervento che oltre a riallineare il sistema previdenziale italiano a quello che avviene in Europa, si configura come uno strumento importante per garantire una tutela alle persone che saranno espulse dal mercato del lavoro a causa delle conseguenze economiche del coronavirus”. E potrebbero non essere poche quelle più avanti con gli anni, spesso con più difficoltà a trovare una nuova occupazione. Secondo il Segretario confederale della Uil è inoltre “necessario, nell’ambito dei molteplici interventi di sostegno ai redditi, prevedere una misura a favore delle pensioni in essere, estendendo il beneficio della quattordicesima a quelle fino a 1.500 euro mensili”.
ANMIC CHIEDE AUMENTO PENSIONI INVALIDITÀ
In vista dell’approvazione del cosiddetto decreto aprile, anche se ormai siamo a maggio, l’Associazione nazionale mutilati invalidi civili ha inoltrato alcune richieste alla presidenza del consiglio, alcune aventi a che fare con i temi di riforma pensioni. L’Anmic, come riporta Askanews, chiede in particolare che ci sia un aumento delle prestazioni economiche per le pensioni di invalidità totali riguardanti “invalidi civili, ciechi ed ipovedenti, sordi fino a 516,00 euro mensili per 13 mensilità, ai sensi dell’art. 38, comma 4, legge 28 dicembre 2001, n. 448, nell’arco di un triennio a partire dal 1° giugno 2020”. Inoltre, per gli assegni per invalidità parziali, si chiede un “aumento delle relative prestazioni economiche per invalidi civili, ciechi ed ipovedenti fino a 458,00 euro come previsto per l’assegno sociale di cui all’art.3, comma 6, legge n. 335/1995 nell’arco di un triennio a partire dal 1° giugno 2020”. Vedremo se l’esecutivo risponderà in maniera affermativa alle istanze presentate dall’Anmic.
NUOVO SERVIZIO “INPS RISPONDE”
Da oggi e per ogni martedì, all’interno della trasmissione “Mi Manda Rai Tre”, condotto da Salvo Sottile sulla terza rete Rai vi sarà una rubrica dal titolo “Inps risponde” dove pensionati e cittadini potranno rivolgere domande e chiarimenti in uno sportello “tv” realizzato ad hoc con l’Istituto diretto da Pasquale Tridico. Dalla riforma pensioni di Quota 100 fino alle ipotesi per il futuro, dal rischio tagli alle pensioni minime, passando per bonus e nuovi ammortizzatori sociali: nel pieno dell’emergenza Covid-19, l’Inps ha pensato di realizzare ogni martedì un canale privilegiato con i propri esperti che risponderanno alle domande su tutti i principali temi previdenziali e di prestazioni creditizie-sociali. (agg. di Niccolò Magnani)
PRECOCI QUOTA 41, I PROBLEMI LEGATI ALL’INPS
Nella rubrica gestita dalla Fondazione Studi Consulenti del Lavoro su Repubblica – la “posta” dei cittadini pensionati che chiedono di risolvere i problemi nel vasto mondo previdenziale – oggi si pone un interessante quesito legato al tema dei lavoratori precoci che chiedono di uscire dal lavoro tramite la riforma pensioni di Quota 41. «In data 8 gennaio 2020, avendo tutti i requisiti richiesti per pensione precoci quota 41, ho presentato tramite Caf le relative domande. La prima per verifica requisiti richiesti per quota 41 e insieme la domanda di pensione anticipata precoci con decorrenza 1° Febbraio 2020», scrive il lettore, informando che a prima domanda di verifica requisiti è stata accolta in data 24 Marzo 2020 dall’Inps, mentre la pensione con relativi arretrati «dovrei riceverli in data 1° Maggio 2020». Non arrivando alcuna informazione in merito, con la domanda ancora in lavorazione, il quesito su cosa fare in questi casi viene posto: l’esperto dei Consulenti del Lavoro risponde «Si conferma anche che dal momento del compimento dei 41 anni di contributi decorre una finestra mobile di 3 mesi prima della decorrenza del trattamento. […] In merito alla concreta liquidazione, visto anche il momento di criticità dell’Istituto, questa potrebbe anche essere traslata a giugno, sempre con riconoscimento dal 1° febbraio 2020 dei relativi arretrati. Si suggerisce di fissare un appuntamento telematico con la relativa sede Inps di competenza dal portale web con autenticazione con Inps».
RIFORMA PENSIONI, LA RICHIESTA DEL PRC
Il Partito della Rifondazione Comunista della provincia di Frosinone chiede il varo di una misura di riforma pensioni che vada a intaccare gli assegni più alti in questo momento in cui occorrono risorse per sostenere l’economia di fronte all’emergenza coronavirus. Come riporta tunews24.it, il Prc di Frosinone evidenzia che “le lavoratrici e i lavoratori partecipano allo sforzo comune, chiamati a lavoro per necessità oppure costretti al fermo ed in cassa integrazione. Per tutte queste ragioni anche il settore pubblico è chiamato responsabilmente a fare di più. Ad oggi, in un processo crescente di normativa emergenziale, nessun provvedimento è stato preso per una riduzione, almeno per il tempo necessario a uscire dallo stato di eccezione, dei stipendi e dei compensi dei manager delle aziende pubbliche. Inoltre, si auspica una volontà politica comune in grado di incidere anche sulle pensioni d’oro”.
I TAGLI DELLE PENSIONI D’ORO
“L’intera comunità di questo paese sollecita il Governo nonché le forze Parlamentari a intervenire, per una diminuzione degli stipendi dei manager di aziende pubbliche nazionali e delle ‘c.d. pensioni d’oro’, avendo come riferimento il meccanismo di pagamento della cassa integrazione ordinaria Covid-19, così come stabilita con circolare Inps del 20 febbraio 2020, con una riduzione proporzionale del 20%. Tali misure devono prevedere, inoltre, anche una riduzione corrispondente per i contratti e compensi dei manager di aziende pubbliche regionali, provinciali e comunali”, si legge ancora nel documento.