LANDINI: SERVE RIFORMA STRUTTURALE
Secondo Maurizio Landini, Quota 100, la misura principale di riforma pensioni il cui destino non è ancora chiaro dopo che è finita l’esperienza del Governo Lega-M5s, “è un provvedimento che introduce discriminazioni per le donne: vanno tutelate, devono poter avere condizioni migliori per l’accesso alla pensione. Ci vuole una riforma strutturale”. Il Segretario generale della Cgil, intervistato dal Quotidiano Nazionale, evidenzia che “quando si parla di pensioni non ci possono essere regole uguali per tutti. Chi fa lavori pesanti e ha un’aspettativa di vita inferiore deve andare in pensione prima. Punto. Inoltre, serve flessibilità: chi arriva a 62 anni deve poter andare in pensione a prescindere da quanti contributi ha, ricevendo in base a quanto ha versato”. “Rappresentiamo milioni di lavoratori, lavoratrici e pensionati, vogliamo essere ascoltati: se così non sarà, ci mobiliteremo ancora”, aggiunge Landini, facendo quindi capire che il nuovo esecutivo, appena nascerà e prima di varare la Legge di bilancio, dovrà ascoltare le parti sociali.
I BUCHI NELLA SCUOLA
Si avvicina l’inizio della scuola, ma in alcune regioni, spiega Repubblica, c’è carenza di organico. “Non si trovano professori da assumere in ruolo, soprattutto in Lettere e Matematica, alle medie e alle superiori. Mancano i direttori delle segreterie in una scuola su tre. Per gli alunni disabili il vero dramma: quasi uno su due non avrà un docente di ruolo e specializzato sul sostegno. In generale saranno tanti, troppi i supplenti. Lievitano come il pane: almeno 25mila in più. La fotografia del primo giorno è quella di una scuola sempre più precaria”. Una situazione determinata anche dagli effetti della riforma pensioni. “La Cisl ne conta 170mila, l’Anief 200mila. Fatto sta che quest’anno sarà record di supplenti. La Commissione europea ha bacchettato nuovamente l’Italia per l’abuso di precariato nella scuola. Ma il fenomeno va peggiorando, aggravato anche dai 15.371 docenti che vanno in pensione con ‘Quota 100’ e che saranno sostituiti da contratti a termine”. Una situazione non facile che il nuovo ministro dell’Istruzione dovrà affrontare appena insediato.
PADOAN: LASCIAMO MORIRE QUOTA 100
Non è ancora chiaro se Pd e M5s riusciranno a formare un Governo. Sembra che comunque la riforma pensioni con Quota 100 potrà rimanere in vita fino alla fine del 2021. Pier Carlo Padoan, ex ministro dell’Economia, ed esponente del Partito democratico, intervistato da La Stampa ha infatti detto che “l’ipotesi di non cancellare quota 100, e lasciarla ‘morire’ alla sua scadenza naturale darebbe una importante stabilità al programma di governo”. Secondo Padoan, “è indispensabile che ci sia un accordo su una visione di lungo termine da parte dei partiti di maggioranza di questo governo, perché di questo il Paese ha bisogno. Una visione strategica basata sulla crescita sostenibile, verde e inclusiva. Su questo sono abbastanza fiducioso che ci sia identità di vedute. Poi, come noto, il diavolo è nei dettagli. Per ora, però, le delegazioni ufficiali dei partiti a quel che so stanno lavorando di buona lena sul programma da condividere”. Vedremo se questi lavori avranno buon esito e se ci sarà una posizione chiara sui temi previdenziali.
LA RICHIESTA AL NUOVO GOVERNO
L’Ocse ha fatto riemergere un problema per l’Italia che è legato al tema della riforma pensioni: nel 2050 ci saranno più pensionati che lavoratori. Colpa anche del cosiddetto “inverno demografico”, tema a cui sarà dedicata la prima puntata, che andrà in onda lunedì sera su Rai 3, di PresaDiretta, la trasmissione di Riccardo Iacona che all’Ansa ha detto: “Gli effetti a catena dell’invecchiamento della popolazione sono drammatici: sanità allo stremo, scuole che chiudono, asili nido che coprono 1 terzo del fabbisogno, forza lavoro che manca, difficoltà a pagare le pensioni”. “Se non si pone subito rimedio con il rilancio della natalità e il sostegno concreto alle famiglie non andremo da nessuna parte. Confidiamo nel buon senso di un governo concreto, che affronti i problemi reali, dando priorità a provvedimenti come l’assegno per ogni figlio, sul quale si è già registrata grande convergenza tra le forze politiche”, ha detto invece Gigi De Palo, Presidente del Forum delle Famiglie, chiedendo di fatto al nuovo esecutivo che verrà di affrontare il tema.
RIFORMA PENSIONI, IL RISCATTO AGEVOLATO
La riforma pensioni ha introdotto una forma di riscatto agevolato della laurea che ha riscosso un certo successo e che ha anche rilanciato il riscatto “standard”, che può aiutare ad avvicinare il traguardo della quiescenza. L’Inps ha messo anche a disposizione sul suo sito un simulatore per aiutare a capire quanto può costare riscattare gli anni di studi ai fini pensionistici. Come ricorda il sito di Ipsoa, “la domanda di riscatto del corso di studi universitari può essere presentata dal diretto interessato o dal suo superstite o, entro il secondo grado, dal suo parente e affine. In tutti i casi, l’onere versato è detraibile dall’imposta lorda nella misura del 50%, con una ripartizione in 5 quote annuali costanti e di pari importo nell’anno di sostenimento e in quelli successivi”. Inoltre, “nel caso in cui la domanda debba essere presentata dal diretto interessato o dai superstiti, si deve seguire la procedura online sul portale Inps attraverso il servizio dedicato” oppure tramite call center o patronati.
LA RATEIZZAZIONE DELL’ONERE
In caso la domanda “venga presentata dal parente o affine, è necessario che acquisire, in fase di presentazione della stessa, il consenso del soggetto interessato”. Viene anche ricordato che l’onere per il riscatto “può essere rateizzato per un massimo di 120 rate mensili in 10 anni senza interessi. Nel caso in cui, però, il riscatto risulti necessario per permettere al richiedente di accedere a trattamento pensionistico, l’interessato dovrà versare l’intero importo prima della decorrenza della pensione stessa (ad eccezione dei dipendenti pubblici)”.