TRIDICO (INPS): “RISPARMI CON QUOTA 100, ORA..”

In una lunga intervista all’ottimo Marro sul Corriere della Sera, il Presidente dell’Inps Pasquale Tridico traccia un resoconto sulla riforma pensionistica di Quota 100 a fronte dei prossimi interventi sulle pensioni richiesti tanto nella Manovra quanto al Governo per i prossimi mesi: «Quasi 100mila meno del previsto, ciò consente un risparmio, già accantonato per il 2019, di oltre 1 miliardo, sui 4 stanziati. Nel 2020, con lo stesso tasso di adesione, l’Inps stima non meno di 2 miliardi di risparmi su circa 8 di spesa prevista». Capire poi cosa fare con quei risparmi compete alla politica, ricorda ancora il n.1 dell’Inps che però esprime i suoi “desiderata” «Mi aspetterei una riallocazione nel settore pensionistico. I campi non mancano: riprendere la perequazione piena, o comunque rafforzarla o pensare ad un fondo di garanzia per giovani con carriere instabili e precarie». In merito alla rivalutazioni poste dal Governo Conte-2 nella Finanziaria, Tridico sottolinea «Si può pensare ad una revisione più complessiva del sistema, al fine di inserire la necessaria flessibilità in uscita. Inoltre, si può iniziare a riflettere su un argomento molto più complesso e delicato: il nostro sistema pensionistico è fondato su contributi versati da imprese e lavoratori, in base ai salari», mentre il presidente dell’Inps sogna che buone contribuzioni possano arrivare da rendite finanziarie fino «ai grossi capitali internazionali che si muovono con molta velocità, ai giganti del web, all’utilizzo di robot che sostituiscono lavoro». (agg. di Niccolò Magnani)



RIVOLTA PENSIONATI CONTRO I GOVERNO

Sabato prossimo i sindacati dei pensionati scenderanno in piazza a Roma – appuntamento al Circo Massimo – per lanciare il grido di rivolta contro la riforma pensioni e la rivalutazione che non convince per nulla i lavoratori a riposo: non convinti neanche dalla Quota 100, i sindacati dei pensionati confessano tutta la loro amarezza nel veder cambiare Governi senza trovare una vera soluzione alla crisi nell’immediato futuro della previdenza. La ricerca «Sogni e bisogni dei pensionati» realizzata da Fondazione Di Vittorio e Tecnè per lo Spi-Cgil mostra come il 90% dei pensionati italiani sia convinto di aver perso parte più o meno consistente del proprio potere d’acquisto in questi ultimi anni. «”Del tutto impellente” è la richiesta di migliorare il sistema di rivalutazione delle pensioni, misura indicata come urgente da oltre il 40% dei pensionati italiani. Il 31% chiede invece che si aumentino le pensioni più basse mentre il 17,5% che si diminuiscano le tasse, che sono considerate necessarie ma troppo alte dal 77,5% dei pensionati», riporta Il Tempo nel presentare i risultati del sondaggio. «I pensionati italiani hanno ottenuto poco da questo governo. È come se fossero invisibili, anche se rappresentano ormai un terzo del paese. Per questo il 16 novembre con Fnp-Cisl e Uilp-Uil torniamo in piazza a Roma al Circo Massimo per chiedere di fare di più, di rivalutare le pensioni, di dare la 14esima a chi ne ha più bisogno, di abbassare le tasse e di arrivare alla definizione di una legge nazionale sulla non autosufficienza», attacca Ivan Pedretti, segretario generale dello Spi-Cgil.



RIFORMA PENSIONI, LA RICERCA DELLO SPI-CGIL

In vista della manifestazione dei sindacati dei pensionati prevista sabato 16 novembre a Roma, lo Spi-Cgil ha commissionato alla Fondazione Di Vittorio e a Tecné una ricerca i cui risultati sono stati diffusi con il titolo “Sogni e bisogni dei pensionati”. Sono stati quindi intervistati 2.000 italiani pensionati con più di 60 anni su tutto il territorio nazionale. I risultati forniscono indicazioni senz’altro utili in queste settimane in cui si parla di riforma pensioni. Per il 30,6% degli intervistati le tasse che si pagano sulle pensioni sono troppo alte e per il 30,1% la pensione in quanto tale è troppo bassa. Complessivamente, quindi, per oltre il 60% dei pensionati italiani sembra esserci un problema di importo dell’assegno mensile ritenuto non adeguato alle proprie esigenze. Tanto più che il 35,7% dei pensionati dichiara di aiutare economicamente un proprio parente stretto. E c’è anche un 11,2% che ha bisogno del sostegno economico dei parenti.



IL NODO DELLE RIVALUTAZIONI

Da segnalare poi che per il 59,1% degli intervistati, le pensioni negli ultimi anni hanno perso molto del potere di acquisto (abbastanza nel 32,5% dei casi). Un dato importante riguarda le rivalutazioni, oggetto di un intervento del Governo con la manovra. Il 23,1% vorrebbe che fosse al 100% per tutti gli assegni, il 41,4% vorrebbe escludere le pensioni più alte e il 25,1% limitarle a quelle più basse. Dalla ricerca emerge anche che il 14,8% degli intervistati ritira la pensione in contanti, mentre il 38,9% la fa accreditare sul conto postale e il 43,7% su quello bancario.