RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI LONGHI
È noto il gap di genere esistente anche in campo pensionistico. L’edizione pesarese del Resto del Carlino riporta le dichiarazioni di Loredana Longhi, Segretaria dello Spi-Cgil di Pesaro e Urbino, che evidenzia come “il problema delle pensioni, per le donne, non inizia quando si va in pensione, ma molto, molto prima: nel momento in cui si comincia a lavorare”. Infatti, “le lavoratrici utilizzano il part time più degli uomini, perché devono conciliare le esigenze famigliari; per lo stesso motivo hanno meno possibilità rispetto ai colleghi uomini di fare gli straordinari; inoltre svolgono lavori prevalentemente discontinui, in settori più precari, come commercio, turismo, pulizie… Il montante contributivo è necessariamente molto più basso anche rispetto a un uomo che lavora magari come operaio semplice”.
SALTA LO “SCALINO” DI OPZIONE DONNA
Per la sindacalista, quindi, oltre a misure di riforma pensioni improntate alla flessibilità, “le donne devono poter avere la possibilità di lavorare, potendo contare su un maggior numero di servizi e soprattutto gratuiti. Se il nido costa al mese poco meno di un part time, è chiaro che la donna sceglierà di occuparsi della famiglia”. Intanto, secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, nel testo finale della Legge di bilancio che sarà trasmesso al Parlamento salterà “lo ‘scalino’ di Opzione donna. Che si sarebbe materializzato con l’innalzamento della soglia anagrafica per l’uscita anticipata delle lavoratrici, in possesso di almeno 35 anni di contributi, dagli attuali 58 anni (59 per le ‘autonome’) e 60 anni (61 sempre il settore del lavoro autonomo)”.