LE PAROLE DI APPENDINO E MARI
Secondo Chiara Appendino, “il Governo prepara un nuovo bluff sulle pensioni”. La deputata del Movimento 5 Stelle, come riporta Ansa, evidenzia infatti che contrariamente a quanto affermato da Claudio Durigon in un’intervista a Repubblica, nel programma della Lega non è prevista Quota 41 con il ricalcolo contributivo, che significa perdere il 20-25% dell’assegno pensionistico. Né, tantomeno, che sarà necessario lavorare più a lungo. Insomma: per prendere voti hanno promesso la luna ai cittadini, ma ora tutto ciò che gli offrono è un pugno di mosche”. Secondo Franco Mari, deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, Durigon ammette ufficialmente che il sistema pensionistico è e resterà quello della legge Fornero che loro a parole hanno bocciato, ma che nei fatti assumono come il ‘loro’ sistema pensionistico e lo conferma l’uso smodato della flessibilità in uscita. Ma peggiorato: si lavora di più, paga chi esce prima dal lavoro e chi comincia a lavorare oggi non avrà mai una pensione dignitosa”.
LA REPLICA DI MAGI (PIÙ EUROPA) ALLA RIFORMA PENSIONI DELINEATA DAL GOVERNO
In risposta all’intervista del sottosegretario Durigon sulle novità della prossima riforma pensioni 2024, è una durissima nota del segretario di PiùEuropa Riccardo Magi ad “anticipare” le prevedibili ritorsioni del Centrosinistra contro il progetto previdenziale del Governo Meloni. «L’intervista di oggi del sottosegretario Durigon fa tremare i polsi», esordisce il deputato +Europa come riportato dall’Adnkronos, «Il governo annuncia infatti una nuova riforma pensionistica (Quota 41 con possibile ricalcolo contributivo, ndr) che ha come obiettivo quello di archiviare la Fornero, cioè mandare in soffitta l’unica riforma che protegge davvero i conti pubblici e la sostenibilità, se pur fragile, del nostro sistema previdenziale».
A Magi il sistema “made in Lega” delle Quote (da Quota 100 in avanti) non convince, specie nel superamento della legge Fornero: «Mettere mani alle pensioni, avendo come unico obiettivo ideologico quello di superare la riforma Fornero, vuol dire mettere una ipoteca sulle prossime generazioni che saranno chiamate a pagare le scelte dissennate di un governo che di patriota non ha proprio nulla». La “ricetta” di PiùEuropa è quella di prendere atto della realtà mutata, a partire dal calo della natalità e che dunque «il sistema previdenziale sia funzionale a chi è stato appena assunto e su chi si appresta ad avere la prima occupazione e soprattutto che tenga conto dei nuovi lavori». (agg. di Niccolò Magnani)
LE PAROLE DI DURIGON
Claudio Durigon spiega che “faremo una riforma delle pensioni valida per un decennio, incentivando a restare al lavoro nei settori in cui c’è bisogno. E favorendo l’uscita con 41 anni di contributi negli altri”. Il sottosegretario al Lavoro, intervistato da Repubblica, mette in chiaro che l’abolizione della Legge Fornero “rimane il nostro obiettivo politico”, solo che “per cancellarla servirebbero enormi risorse. L’abbiamo corretta con le salvaguardie e svuotando i bacini con le Quote. Con la riforma che faremo e con il peso via via minore delle pensioni retributive, anche quella legge morirà”. “Faremo Quota 41, il cavallo di battaglia della Lega”, aggiunge Durigon, evidenziando che sarà “con il ricalcolo contributivo come possibilità di scelta”. Ciò comporterà un taglio del futuro assegno che “sarà minimo, perché nel tempo la porzione retributiva da ricalcolare è sempre più piccola”. L’esponente della Lega spiega anche che “la flessibilità previdenziale non si può pensare sotto i 41 anni di versamenti. Aiuteremo i giovani e le imprese a coprire buchi di carriera e recuperare gli anni della formazione con incentivi”.
LE SCELTE SUI FONDI PENSIONE
In un articolo pubblicato nella guida Pensioni 2024 del Sole 24 Ore viene ricordato che “la scelta di aderire al fondo pensione e di destinare al programma il relativo Tfr è irrevocabile. Una volta intrapresa, il lavoratore non ha più la possibilità di tornare alla situazione previgente nell’ambito della quale il datore di lavoro si faceva carico per intero dell’erogazione dell’indennità alla cessazione dal servizio”. Qualora l’iscritto, perda il requisito per la partecipazione al fondo pensione prima del pensionamento “sono previste in genere tre possibilità: il trasferimento della posizione maturata presso un’altra forma pensionistica complementare; il mantenimento presso il fondo pensione della prestazione maturata senza alcun ulteriore versamento, bensì prevedendo esclusivamente il riconoscimento dei rendimenti ottenuti dalla gestione del patrimonio accantonato; se consentito dal fondo pensione di appartenenza, il riscatto della prestazione (la liquidazione, cioè, di quanto maturato)”.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI SBARRA
Luigi Sbarra, come riporta rainews.it, ha evidenziato che “bisogna andare avanti, bisogna andare avanti tagliando le tasse anche al ceto medio, bisogna ridurre la tassazione sulle pensioni”. Per il Segretario generale della Cisl occorre anche “riprendere subito il confronto col Governo per cambiare il sistema pensionistico e previdenziale restituendo alla previdenza italiana profili di equità, di sostenibilità, di flessibilità, di inclusività. Abbiamo indicato alcune nostre priorità. Pensiamo sia giusto partire da una pensione contributiva di garanzia per i giovani e le donne. Bisogna incentivare l’adesione alla previdenza complementare, rendere strutturale e allargare l’Ape sociale e poi definire misure di flessibilità in uscita dal mercato del lavoro”.
DI SILVERIO COMMENTA L’IPOTESI SUL MILLEPROROGHE
Riguardo l’ipotesi che nel Decreto milleproroghe possa essere inserito l’innalzamento dell‘età pensionabile 1 72 anni per i medici, interpellato dall’Ansa, il Segretario del maggiore sindacato dei medici ospedalieri, l’Anaao Assomed, Pierino Di Silverio, spiega che “la motivazione data è legata alla carenza del personale, ma in realtà sarebbero pochissimi i medici intenzionati ad usufruire di questa norma, come risulta dalle nostre rilevazioni, e per altro non sarebbero comunque utili poiché non potrebbero andare a coprire i turni di Pronto soccorso, l’area maggiormente in sofferenza. Dunque, la vera ragione di questa misura è che si vogliono favorire i soliti baroni e piccole lobby, ma la sanità non può essere ridotta a delle spartizioni lobbistiche”.
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