La riforma per le pensioni che è stata rimodulata recentemente in Svizzera, potrebbe essere un esempio per l’Italia, che allo stesso modo potrebbe pensare di offrire un’opportunità simile a chi gode di un cedolino pensionistico nel nostro Bel Paese.

Contrariamente alle reali esigenze dei pensionati italiani, a causa della riduzione delle aliquote comunali, le pensioni di marzo saranno più basse, (non tutte chiaramente). Una notizia significativa che va controtendenza rispetto ai bisogni attuali e prioritari di chi gode di un trattamento previdenziale in Italia.



Replicare la riforma delle pensioni in Svizzera è possibile?

Un recente referendum tenutosi in Svizzera, ha accolto positivamente (dal 58% di voti di maggioranza), l’integrazione della riforma delle pensioni «Vivere meglio la pensione (Iniziativa per una 13esima mensilità aggiuntiva in riferimento all’AVS)».



Il primo fondamento su cui si concentra il sistema pensionistico svizzero, è proprio la pensione AVS (di reversibilità). Oltre 2,5 milioni di gente pensionata riceve ai tempi odierni, una rendita per questa forma pensionistica (come riporta i dati del Governo elvetico.

I voti registrati sono stati molto positivi, soprattutto nel Cantone Giura dove il sì è arrivato da più dell’82%, in Neuchâtel (dal 78%), a Ginevra (dal 75%) e a Vaud (dal 74%). Ma il dato che ha sorpreso ancora più positivamente è stato il Ticino, dove i “Sì” hanno toccato il 71%.

Dunque, a breve i pensionati svizzeri potranno godere di una 13esima mensilità aggiuntiva che va ad accumularsi a quanto già percepito nel loro cedolino, così da poter arricchire e migliorare il loro stato di benessere economico.



Maggioranza e Governo contrari

L’altro lato della medaglia vede Governo e maggioranza contrari alla proposta attualmente presentata e approvata dal Parlamento svizzero. Ma se un referendum ha restituito dei risultati interessanti, il 74,7% dei votanti ha bocciato un’altra proposta: aumentare il cedolino pensionistico.

In questo dibattito, la direttrice di Economiesuisse, ovvero Monika Rühl, in una radio svizzera ha esposto la sua tesi al riguardo: “Dovremo trovare soluzioni per il finanziamento in una situazione in cui sempre più persone hanno diritto a questa pensione e meno giovani contribuiscono“.