RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI RICOTTI

In una lettera al direttore pubblicata sul Sole 24 Ore, Paolo Ricotti racconta che da uno studio inedito del Patronato Acli relativo all’utilizzo di Quota 100 emerge che quasi la metà del campione ha fatto ricorso alla misura di riforma pensioni varata nel 2018 per avere più tempo libero o da dedicare alla famiglia. “Dovremmo ripartire proprio da qui per ripensare il nostro sistema pensionistico: perché oggi non si può scegliere di andare liberamente in pensione?”, scrive il Presidente nazionale del Patronato Acli. Annunciano una proposta specifica “sulle disuguaglianze di genere in ambito previdenziale”, Ricotti chiede che in ogni caso si proceda a rendere strutturale Opzione donna ed evidenzia che “non è equo” il traguardo pensionistico anticipato dopo 42 anni e 10 mesi di contributi (41 anni e 10 mesi per le donne).



LE PROPOSTE DEL PATRONATO ACLI

Anche per questo dal suo punto di vista è cruciale la flessibilità, che dovrebbe passare dalla possibilità di “lasciare la libertà a ogni lavoratore di uscire dal mercato del lavoro con un minimo anagrafico (tra i 63 e i 65 anni) e un minimo contributivo (che potrebbe essere di 20 anni), stabilendo nel caso una percentuale di riduzione della quota retributiva per coloro che vanno in pensione con il sistema misto”. Il Patronato Acli propone anche di rendere obbligatoria l’iscrizione base alla previdenza complementare, in modo da aiutare il futuro pensionistico dei giovani. “Dobbiamo avere il coraggio di ripensare alla previdenza, rendendola più flessibile, universale ed equa, perché da una buona previdenza deriva una buona qualità della vita”, è la conclusione di Ricotti.



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