RIZZO (PC) “ALLARME TAGLI PENSIONI CON IL MES”

La Commissione Ue e l’Eurogruppo sono stati categorici con la firma sul Mes come aiuto per l’emergenza coronavirus: chi lo chiederà non subirà condizioni di sorveglianza rafforzata su conti e riforme, ergo non vi saranno “Troika” e affini come avvenuto nel passato con la Grecia. Eppure quell’allarme resta alto con diversi ambienti dell’opposizione, dal Centrodestra di stampa Lega-Fratelli d’Italia fino all’estrema sinistra che lanciano l’allarme al Governo sull’invece pericolosità del Fondo Salva-Stati. «Sono soldi a strozzo che si pagano molto cari con rischi molto alti tanto per la sanità quanto per le pensioni», ha spiegato con parole molto dure il segretario del Partito Comunista Marco Rizzo, nettamente sulla linea anti-Governo per il tema degli aiuti economici e il piano di road map per la ripresa del Paese. A rispondergli, indirettamente, ci ha pensato il Presidente dell’Europarlamento David Sassoli (Pd): «Del Mes si discute solo in Italia. Ma non dimentichiamo che in quel fondo ci sono già 14 miliardi degli italiani. Ora c’è una linea sanitaria senza condizioni. Se vogliamo migliorare le nostre strutture sanitarie nel territorio, nelle Università, nelle zone industriali, assumere medici e infermieri, ricordiamoci di quei soldi già messi dagli italiani. Forse il nostro paese dovrebbe farci un pensierino». (agg. di Niccolò Magnani)



CISL, “BISOGNA RAFFORZARE LE PENSIONI”

«Le Pensioni rimangono un elemento fondamentale del sistema sociale del paese e tanto più lo saranno nel futuro, pertanto pur nella complessita’ del momento, non dovranno diventare oggetto di scambio ne’ essere considerate solo costo come e’ purtroppo avvenuto nel passato, ma piuttosto dovranno essere rafforzate per far fronte alle esigenze di protezione sociale sempre più pressanti»: così in una nota negli scorsi giorni ha parlato il Segretario confederale della Cisl Ignazio Ganga, richiamando l’urgenza di rafforzare il piano pensioni e non di tagliarlo come viene proposto da alcune anime all’interno del Governo e del mondo economico che chiede un “sacrificio” ai pensionati per far fronte alla crisi economica.



Sia l’esecutivo che gli stessi sindacati sono però uniti nell’affermare che al momento non sono previsti tagli: la Cisl inoltre, in merito alla riforma pensioni da adottare, ribadisce «L’Inps nel “Rapporto sui flussi di pensionamento” fa sapere che il numero delle Pensioni anticipate dei lavoratori dipendenti e’ passato dalle 7.224 del primo trimestre 2019 al 16.366 del primo trimestre 2020. Questo dato non ci stupisce, dal momento che nel frattempo e’ entrata in vigore la pensione con “quota 100” che, pero’ ha cominciato ad essere liquidata dal 1 aprile 2019 e solo per il settore privato». (agg. di Niccolò Magnani)



RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI TREU

In un articolo pubblicato su formiche.net, Tiziano Treu segnala come il divario generazionale in Italia sia aumentato “se si considerano, oltre agli indicatori di ricchezza, le condizioni e i redditi di lavoro. Le retribuzioni dei giovani sono da tempo molto inferiori a quelle degli adulti (il 67% nel 1983) e si sono ulteriormente ridotte (nel 2015 erano il 60%). Le distanze sono ancora più accentuate se si considera il rapporto dei salari dei giovani con le retribuzioni degli over 60: erano al 70% nel 1984 e sono calati al 50% nel 2015”. Il Presidente del Cnel cita altri dati da cui emerge che lo squilibrio “nell’andamento dell’occupazione tra giovani e anziani si è accentuato negli ultimi anni”, in particolare dopo le misure di riforma pensioni che hanno alzato l’età di ingresso in quiescenza.

IL FALSO RIMEDIO DI QUOTA 100

Sono rimaste infatti al lavoro “quote crescenti di persone che erano in uscita: il tasso di occupazione fra 55 e 65 anni è cresciuto dal 29,8% del 1993 al 50,3% del 2016”. Per Treu, tuttavia, “l’introduzione di quota 100 è un falso rimedio” a questo squilibrio, “perché da una parte scarica il costo delle pensioni, già alto, sulle future generazioni e dall’altra non garantisce affatto un equilibrato ricambio generazionale come promesso da chi ha approvato il provvedimento”. Dal suo punto di vista per perseguire il riequilibrio generazionale è necessario varare “misure fra loro coerenti e durevoli nel tempo”; “misure di protezione sociale” e “misure che sostengano e promuovano l’autonomia dei giovani”.