GHISELLI PER LA QUOTA 41
Il segretario confederale Cgil Roberto Ghiselli, parlando con il portale esperto di previdenza “Pensioni per tutti”, ha accolto positivamente gli inviti del Ministro del Lavoro Andrea Orlando ad un prossimo imminente tavolo sulla riforma pensioni posso il suo dicastero: in attesa di un’effettiva data, il sindacalista rilancia quanto già detto in settimana in merito al Question Time del Ministro Pd al Senato. «Proposte che vanno nella direzione di una riforma che consenta una flessibilità in uscita dopo 62 anni o con 41 anni di contributi, interventi che riconoscano il lavoro di cura e delle donne, i lavori gravosi, aiutino i disoccupati con eta’ avanzata e le categorie fragili, offrano una prospettiva previdenziale ai giovani e al lavoro povero, tutelino il potere d’acquisto delle pensioni», spiega Ghiselli dando appuntamento al prossimo 4 maggio con l’iniziativa nazionale sulle pensioni a cui parteciperanno i tre segretari generali (e a cui lo stesso Orlando è stato invitato). (agg. di Niccolò Magnani)
LA ‘STAFFETTA’ DI TRIDICO
All’interno della proposta di “nuova” riforma pensioni dopo la scadenza di Quota 100, il Presidente dell’Inps Pasquale Tridico non propone solo di separare l’assegno previdenziale in due quote (retributiva e contributiva) per aumentare il più possibile la flessibilità in uscita dal mondo del lavoro, bensì andrebbe ad allargare il contratto di espansione. Tra gli strumenti utilizzati per la riforma Tridico vi saprebbero per l’appunto una “staffetta generazionale” che possa trasformare i contratti dei dipendenti più anziani in contratti part-time e assunzioni di lavoratori giovani. Nello specifico, spiega il professore in quota M5s, «il contratto di espansione potrebbe essere esteso alle imprese al di sotto delle 250 unità (fino a 50)». Il contratto voluto servirebbe a garantire pensioni anticipate con 5 anni di anticipo ai dipendenti (a 62 e non a 67) per lo scopo doppio di assumere più giovani e permettere un’uscita flessibile dal lavoro. (agg. di Niccolò Magnani)
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI TRIDICO
Intervistato dal Manifesto, Pasquale Tridico torna in pochi giorni a parlare di riforma pensioni spiegando che “il problema dell’innalzamento dell’età pensionabile esiste, ma non si può continuare ad affrontarlo aggravando l’iniquità intergenerazionale e inserendo quote fisse che non fanno altro, a mio avviso, che continuare a ingessare il sistema. Al contrario dobbiamo trovare un percorso condiviso che col tempo ci permetta di arrivare ad una situazione che sia flessibile ed intragenerazionalmente equa”. Il Presidente dell’Inps rilancia quindi la proposta di “un doppio binario di uscita: il primo a 62/63 anni, attraverso una anticipazione della quota contributiva, maturata dal lavoratore; e la seconda, da ottenere a 67, età ordinaria in cui il lavoratore otterrebbe la quota retributiva”.
LA SEPARAZIONE TRA ASSISTENZA E PREVIDENZA
Secondo Tridico, “questo avrebbe un impatto neutrale sulla finanza pubblica nel lungo periodo e darebbe flessibilità alle scelte individuali. E non comporterebbe nemmeno una perdita nell’arco della vita da pensionato per i lavoratori, che anticipando l’assegno di qualche anno vedrebbero compensata un’eventuale perdita, implicita nel calcolo contributivo”. Dal suo punto di vista, poi, “scorporare la spesa assistenziale è complesso ma a mio parere è doveroso, perché i numerosi interventi legislativi hanno ampliato le prestazioni pensionistiche assistenziali senza necessariamente fornirne la copertura”. Tridico non dimentica che “sarebbe necessaria una pensione contributiva di garanzia, al fine di evitare che i lavoratori giovani di oggi siano pensionati poveri”.