APE SOCIAL E QUOTA 100: COME CAMBIANO LE PENSIONI

Stando alle fonti di Governo che hanno fatto “trapelare” al Messaggero l’ipotesi di un deciso intervento in Parlamento sulla parte in Manovra dedicata alle pensioni, non è solo la rivalutazione l’intento “suggerito” dai sindacati e accolto pare dall’esecutivo. Possibili interventi con emendamenti anche sull’Ape sociale, lo strumento considerato «migliore» dalle sigle per tutelare precoci, gravosi e usuranti e che necessita di essere rafforzato dal Conte-2. Delicata e per nulla scontata invece la discussione sulla Quota 100: il M5s si oppone a grosse correzioni “in corsa” dopo aver già battagliato e discusso in sede di presentazione della Manovra. «Tuttavia fonti del governo non escludono che nell’ultimo anno le finestre in uscita possano essere ridotte ad una soltanto, in modo da evitare uscite eccessive», ripete il Messaggero, sottolineando come le fonti di Governo si dicono certi di un convincimento in extremis data il non pieno successo (in termini di adesioni) della riforma pensioni prodotta dal Governo Conte-1. (agg. di Niccolò Magnani)



IL GOVERNO “CORREGGE” LA MANOVRA SULLE PENSIONI

Secondo quanto riportato oggi dal Messaggero, che cita fonti del Governo, la maggioranza giallorossa starebbe mettendo a punto alcuni emendamenti utili per correggere la parte sulle pensioni nella prossima Manovra di Bilancio. Da alcuni correttivi alla riforma Quota 100, alla Quattordicesima fino alla rivalutazione degli assegni: dopo gli incontri Conte-sindacati e dopo la manifestazione al Circo Massimo di ieri, le sigle hanno ribadito le priorità sul fronte previdenziale: la mini-rivalutazione aggiuntiva delle pensioni tra le tre e quattro volte il trattamento minimo non ha convinto per nulla i sindacati. Di fatto senza correzioni in legge di Bilancio, si produrrà un aumento pensioni di quasi 50 centesimi al mese; le risorse non sono per nulla molte e dunque si stanno studiando ipotesi conservative come quella che prevederebbe un potenziamento dell’adeguamento all’inflazione per gli assegni fino a cinque volte minimo (all’incirca tra i 1.500 e i 2.500 euro mensili). Sempre il Messaggero riporta come un’altra ipotesi, caldeggiata dai sindacati, preveda un aumento della dotazione del Fondo per l’autosufficienza: «il governo potrebbe aumentare le risorse (già cresciute di 50 milioni rispetto allo scorso anno) ma la vera svolta, spiega chi lavora su questo dossier, potrebbe essere l’elaborazione di una legge quadro che punti a uniformare i meccanismi di assistenza nelle varie Regioni del Paese». (agg. di Niccolò Magnani)



LA RIVOLTA DEI SINDACATI SULLE PENSIONI

Da Tridico ai sindacati, le ultime ore convulse sul fronte Manovra & pensioni hanno aggiunto punti di discussione tanto sulla riforma Quota 100 quanto sula rimodulazione richiesta con maggior sforzo del Governo dai sindacati in piazza a Roma. Il segretario generale della Fnp Cisl Gigi Bonfanti nel suo comizio di chiusura chiama tutte le sigle alla protesta e rivolta contro le azioni considerate troppo insufficienti del Governo giallorosso: «È giunto il momento che insieme Cgil, Cisl e Uil proponiamo una grande manifestazione nazionale dei lavoratori e dei pensionati sui temi che ci uniscono: bisogna fare uno sciopero generale per i diritti, il lavoro e le pensioni. Ci rivedremo presto». I sindacati si dicono pronti a presidi e blocchi per portare avanti la battaglia «per la dignità dei pensionati»: il richiamo è simile a quello che ha detto Barbagallo sempre dal Circo Massimo pochi minuti prima, «l governo – dice il segretario generale della Uil – non sta tenendo in giusta considerazione i pensionati. Che si stanno impoverendo e, invece sono il vero ammortizzatore sociale di questo paese. Per questo va ridato loro potere d’acquisto: senza risposte la nostra mobilitazione continuerà». (agg. di Niccolò Magnani)



RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI TRIDICO

Pasquale Tridico, intervistato dal Fatto Quotidiano, spiega che si aspetterebbe che i risparmi derivanti dalle risorse non spese per la riforma pensioni con Quota 100 “restino allocati nel settore pensionistico. I campi non mancano: riprendere le perequazioni piene, ferme dal 2000; ma soprattutto iniziare a pensare a un fondo di garanzia per giovani con carriere di lavoro instabili e precarie”. Il Presidente dell’Inps stima anche che il risparmio a fine anno possa arrivare a 1,5 miliardi, mentre nel 2020 potrebbe anche raggiungere i 2,5 miliardi. Per Tridico “Quota 100 è una misura sperimentale. Abolirla, dopo solo 8 mesi, sarebbe inopportuno con rischi di esodati e frustrazioni di legittime aspettative”.

LA LEGGE PER IL POST-QUOTA 100

Dal suo punto di vista si potrebbe già pensare “a una legge delega all’interno della quale ci sia il Fondo che sostenga in modo anticiclico le pensioni del futuro, soprattutto quelle dei giovani con carriere instabili. L’idea è permettere a chi ha redditi bassi o instabili oggi di avere anche una pensione integrativa domani, e di canalizzare le risorse del fondo nell’economia del Paese e non all’estero”. Intanto il Movimento 5 Stelle, con un video pubblicato sul proprio profilo Facebook ricorda che “il taglio delle pensioni d’oro è un’altra nostra battaglia storica, una promessa che abbiamo mantenuto appena arrivati al governo, insieme a Reddito di Cittadinanza e Quota 100. È una norma di equità e giustizia sociale”. I pentastellati difendono la norma ricordando che ci saranno risparmi superiori ai 400 milioni di euro tra il 2019 e il 2023. “Fondi con i quali possiamo fare tante cose per continuare a sostenere le fasce più deboli della società”.