COSENTINO: NO A COEFFICIENTI DI GRAVOSITÀ

Domenico Cosentino commenta le parole di Pasquale Tridico circa una possibile riforma pensioni con dei coefficienti di gravosità. “La pensione è un sacrosanto diritto acquisito con anni di lavoro e di versamenti contributivi, non la si ottiene giocando la lotteria o accumulando i punti della spesa al supermercato, detto questo se l’idea del Presidente Tridico è di avviare un riforma previdenziale flessibile in cui si tenga conto delle mansioni lavorative svolte, è sicuramente interessante e positiva”, dice il Presidente del Patronato Inapi in un colloquio con pensionipertutti.it. Dal suo punto di vista, tuttavia, “nella logica di riacquistare un clima di serena fiducia, continuo a ipotizzare ‘quota 41’ come primo tassello di una seria riforma previdenziale”. Cosentino non dimentica poi gli esodati ancora privi di salvaguardia. “Ritengo inaccettabile che nella Ldb 2020 non si fa riferimento, o meglio si nega il diritto alla pensione agli ultimi 6.000 esodati che da otto anni lottano contro un’ingiustizia normativa”, sono le sue parole sul tema.



RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI TRIDICO

Pasquale Tridico non nasconde l’esistenza di ritardi nella prima erogazione della pensioni ai dipendenti pubblici, “in particolare nelle grandi città e vogliamo avere un atteggiamento costruttivo. Il tempo complessivo di definizione di una pensione si è attestato nei primi nove mesi del 2019 sui 42 giorni (erano 47 nel 2018), però varia nelle diverse tipologie e gestioni previdenziali. Per i dipendenti pubblici si registrano tempi generalmente più lunghi, 52 giorni in media. Poi ci possono essere casi particolari più complicati”. Intervistato dal Messaggero il Presidente dell’Inps spiega che  nei prossimi mesi la situazione dovrebbe migliorare e ricorda un’importante misura di riforma pensioni che potrà aiutare a rendere “contabilmente trasparente il bilancio” dell’Inps: la separazione tra previdenza e assistenza, sollecitata anche in diverse occasioni dai sindacati. Per Tridico, infatti, “dire che l’Inps ha la spesa pensionistica più alta dell’Unione europea è sbagliato”. E dimostrarlo può aiutare anche a evidenziare la sostenibilità della spesa pensionistica italiana.

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