CONTE “OK QUOTA 100 E OPZIONE DONNA”

Intervenendo a Lecce alla VI edizione delle “Giornate del Lavoro” organizzate dalla Cgil, il Premier Conte in un incontro con il segretario Landini afferma «Quota 100 è una misura temporanea, è stata introdotto perché c’era un vulnus, una ferita da sanare, sarà riproposta e mantenuta ma non è la panacea del sistema pensioni». Secondo il Premier del Governo giallorosso, altri dettagli verranno inseriti nella prossima Manovra anticipando una sorta di “nuova” riforma pensioni: «Intendiamo riproporre Opzione donna. Oggi il problema vero sono i giovani, bisogna pensare a loro, ai figli e ai nipoti che rischiano di non maturare un adeguato sistema pensionistico. Ecco perché ho parlato di integrare il fondo previdenziale integrativo e occorre lavorare ad una perequazione  pensionistica curando chi si trova in una posizione svantaggiosa». Ricordiamo che proprio l’Opzione Donna è stata reintrodotto nel 2019 per permettere di andare in pensione alle donne con 35 anni di contributi e 58 di età, con le domande giunte fino ad ora che hanno toccato le 20mila: verrà confermata nel 2020, come spiegato da Conte, ma con forti probabilità di essere rinnovata anche per l’anno prossimo.



L’ECONOMISTA CONTRO QUOTA 100

Il Sole 24 ore oggi ospita l’intervento sul tema pensioni dell’economista Andrea Capussela (Visiting fellow alla London School of Economics, Department f Government), con l’attacco diretto contro lo strumento della Quota 100 creato dal Governo Lega-M5s e difeso anche oggi nel Conte-bis dal Movimento 5 Stelle. «Nata dall’obiettivo di superare la riforma Fornero, questa misura non è che un privilegio concesso a uno specifico segmento della classe lavoratrice, già comparativamente favorito», sottolinea Capussela ai colleghi de Il Sole, salvo poi specificare «potendo andare in pensione in anticipo e senza riduzione dell’assegno, i beneficiari riceveranno un trattamento di favore rispetto a lavoratori comparabili: un “regalo” che l’Inps stima in 20mila euro a testa, nella media». Durissimo il giudizio, con la Quota 100 definita una riforma pensioni nota come “politica delle mance” nonostante resti la forte critica sulla Legge Fornero: chiude Capussela «occorre aprire una discussione sull’equità complessiva del sistema di protezione sociale, secondo la medesima logica universalistica che animò quella riforma». (agg. di Niccolò Magnani)



ANP-CIA “GOVERNO INTERVENGA SU PENSIONI MINIME”

Non solo i sindacati, anche l’Associazione Nazionale Pensionati ribadisce la piena urgenza del Governo affinché intervenga subito sulle pensioni minime, sugli adeguamenti al costo della vita e in generale sulla rivisitazione della riforma pensioni. Secondo l’Anp-Cia «tra le voci nel programma del nuovo Governo, non un impegno concreto che faccia intravedere l’aumento delle pensioni minime e la tutela di quelle basse». La stessa associazione ha incontrato di recente in tutta Italia oltre 30 prefetti per illustrare criticità e proposte sul prossimo futuro della riforma pensioni: il nodo immediato resta il blocco delle indicizzazioni che impedisce l’effettivo adeguamento delle pensioni al costo della vita reale. Non solo, sempre per l’Anp-Cia «tema degli assegni minimi, non superato dalla cosiddetta pensione di cittadinanza, si aggiunge ancora quello di una sanità poco incisiva, di una mancata crescita economica con rischio recessione e isolamento internazionale». Positivo invece il riscontro sulla proposta del Governo giallorosso di adeguare le pensioni di garanzia per i giovani, «dichiarazione di responsabilità importante che tiene conto del futuro di queste generazioni, destinate, a cominciare dagli agricoltori, a pensioni da fame», spiega in una nota il Presidente nazionale Anp Alessandro Del Carlo. (agg. di Niccolò Magnani)



RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI PROIETTI E GHISELLI

Al termine di una settimana in cui c’è stato l’incontro tra Governo e sindacati, Domenico Proietti e e Roberto Ghiselli hanno rilasciato alcune dichiarazioni interessanti a pensionipertutti.it in tema di riforma pensioni. Il Segretario confederale della Uil ritiene che l’esecutivo appaia “un po’ vago sulla necessità di continuare a cambiare la legge Fornero sulle pensioni. Noi abbiamo ribadito che occorre mantenere quota 100, prorogare l’Ape sociale e puntare ad una flessibilità intorno a 62 anni. Bisogna codificare che 41 anni di contribuzione bastano per andare in pensione a prescindere dall’età, prorogare opzione donna e ultimare la salvaguardia degli esodati. Va poi valorizzato ai fini previdenziali il lavoro di cura e la maternità delle donne e affrontare adesso il tema delle future pensioni dei giovani”.

LE RICHIESTE AL GOVERNO

Proietti vorrebbe anche che venissero “riaccesi i riflettori sulla previdenza complementare con un semestre di silenzio assenso”. Il Segretario confederale della Cgil invece non nasconde che quello della riforma pensioni sembra il punto più debole e meno chiaro del Governo. “Noi a Conte l’abbiamo già evidenziato e ci auguriamo che il confronto che ci sarà anche su questo tema nei prossimi giorni possa permettere di affrontare i temi posti dal sindacato sulla previdenza: flessibilità in uscita dopo 62 anni o 41 anni di contributi, riconoscimento dei lavori gravosi, di cura, esodati e, soprattutto, giovani”. Vedremo se queste richieste saranno accolte dall’esecutivo nelle prossime settimane.