FORNERO E GLI ESODATI

Mentre arrivano nuove conferme della possibilità che M5s e Pd cancellino la riforma pensioni con Quota 100 (il Corriere della Sera segnala infatti che si vuole “scongiurare l’aumento dell’Iva da 23 miliardi”, “8miliardi di coperture potrebbero arrivare dall’abolizione di quota 100 sulle pensioni”), Gabriella Stojan, nella pagina Facebook del Comitato 6.000 esodati esclusi fa notare che Elsa Fornero, più che commentare Quota 100, dovrebbe fare qualcosa per gli esodati. “Perché non si spende – come già le è stato più volte fatto presente – affinché vengano salvaguardati gli ultimi #6.000 Esodati vittime della sua sciagurata riforma? Invece di criticare le azioni di altri governi, invocando il senso di responsabilità altrui, dovrebbe sentirsi in dovere di aiutare a mettere definitivamente rimedio ai suoi, clamorosi, errori le cui conseguenze ancora si trascinano sulla vita di cittadini incolpevoli”, sono le parole della Stojan che seguono le recenti critiche dell’ex ministra del Lavoro all’attività del Governo giallo-verde e di Matteo Salvini.



LEONARDI: TOCCHIAMO QUOTA 100?

Che un Governo formato da M5s e Pd possa toccare la riforma pensioni con Quota 100 lo dice anche Marco Leonardi. L’economista che è stato anche consulente di palazzo Chigi su Twitter ha scritto infatti: “Se si vuole fare un governo giallorosso (anche solo a breve!) i tavoli tecnici PD-5S devono fare subito 1 sola cosa: scrivere sulla pietra dove trovare 30miliardi per fare legge di bilancio. Un po’ di deficit ok ma servono almeno 10 miliardi di tagli o tasse: tocchiamo quota 100?”. “Se non si riesce a trovare un accordo subito come finanziare una legge di bilancio anche solo minima è meglio lasciar perdere”, aggiunge Leonardi in un altro tweet. Sulle pagine del Foglio, l’altro giorno lo stesso economista aveva fatto anche notare che, “sulle politiche del lavoro non c’è dubbio che – al di là delle critiche che si sono rivolti l’un l’altro in passato – il Pd ha maggiori affinità con i Cinque stelle rispetto alla Lega. Su tre temi in particolare: salario minimo, reddito di cittadinanza, lavoro a termine”.



QUOTA 100 SACRIFICABILE NELLA MANOVRA

Luca Paolazzi, già Direttore del Centro Studi di Confindustria e oggi senior partner di REF Ricerche, uno dei centri più accreditati di analisi e ricerca economica, in un’intervista a firstonline.info evidenzia come il Governo che verrà, nel mettere a punto la manovra, dovrà prendere in considerazione di cancellare la riforma pensioni con Quota 100. “L’abolizione di quota 100 e il ripensamento in chiave realmente anti-povertà degli 80 euro e del reddito di cittadinanza possono aiutare sul fronte delle coperture. Politicamente non è una passeggiata, me ne rendo conto. Né ci si deve illudere che basti mettere a posto i conti pubblici per rilanciare la crescita italiana, come credono in molti. Ma certo vivere con la perenne spada di Damocle dell’instabilità finanziaria e di una manovra lacrime e sangue che arriva tra capo e collo non aiuta le famiglie a spendere e le imprese a investire”, spiega Paolazzi, ricordando l’importanza di rilanciare gli investimenti infrastrutturali e tagliare il cuneo fiscale, mentre l’Iva può anche aumentare.



I SERVIZI A RISCHIO

Gli effetti della riforma pensioni con Quota 100 sui servizi dei comuni rischiano di essere importanti. Sull’edizione torinese della Stampa si legge infatti: “Un anno, massimo un anno e mezzo ancora. Poi arriverà la mazzata: pensionamenti a frotte nelle Circoscrizioni, che si troveranno semiparalizzate per il numero sempre più scarso di dipendenti, mai (o quasi) affrontato con un turnover adeguato. Manutenzioni, verde pubblico, impianti sportivi, piscine, autorizzazioni, gestione, controlli. Tutti settori dove a breve mancherà fisicamente il personale in grado di portare avanti le pratiche, tra chi andrà in riposo per la scadenza naturale e chi invece lo farà con la Quota 100”. Nell’articolo viene ricordato che “l’esodo di personale non è una novità, e va avanti da dieci anni. Ma ora i livelli sono già sotto il minimo essenziale, e il prossimo colpo rischia di essere fatale. Soprattutto per uffici nevralgici, già rallentati, con solo due/tre persone all’attivo. Che nei prossimi mesi faranno i bagagli. E a quel punto addio piscine, addio concessioni di spazi, addio manutenzioni, addio tagli dell’erba”.

RIFORMA PENSIONI, SALTA QUOTA 100?

Movimento 5 Stelle e Pd lavorano alla ricerca di un’intesa per dar vita a un Governo di legislatura. Secondo quanto riporta Il Giornale, la trattativa tra i due partiti potrebbe portare alla cancellazione della riforma pensioni con Quota 100. “Infatti, sia il Movimento Cinque Stelle che il Pd sono stati sempre critici su questa radicale riforma previdenziale. Basta ad esempio ricordare le parole di Andrea Roventini, uno dei tecnici più vicini alla galassia pentatstellata. Qualche tempo fa non aveva usato giri di parole nel definire Quota 100 come uno ‘spreco inaudito di risorse, perché è una misura sessista che favorisce i maschi 50enni del nord Italia’. Poi aveva affondato il colpo: ‘Inoltre non è una misura che rilancia la domanda. Chi va in pensione con quota 100 riduce le proprie spese’”, scrive Franco Grilli, ricordando anche quanto detto da Carlo Calenda: Quota 100 “va cancellata immediatamente. È un provvedimento che ha un debito implicito superiore ai 30 miliardi di euro che non ci possiamo permettere”.

A RISCHIO OPZIONE DONNA

C’è da dire che Quota 100 è stata prevista per tre anni fino al 2021 compreso. “Probabilmente il governo del ribaltone potrebbe non rinnovare il finanziamento e dunque la riforma sarebbe destinata a morire”. Secondo Grilli, però, “la misura che rischia di più è quella di Opzione Donna”, visto che “i finanziamenti sono stati rinnovati nel corso della scorsa legislatura e di fatto sono in scadenza a fine anno. Andrebbero rinnovati, proprio con la manovra, per il 2020. Ma è altamente probabile che lo scivolo per le donne possa scomparire con l’arrivo del Governo giallorosso”.