Il Governo dei “Patrioti” guidato da Giorgia Meloni è pienamente in carica e ha tenuto il suo primo Consiglio dei Ministri “operativo”. Si è parlato, per ora, di rave e Covid, ma ancora non si sono toccati i principali temi economici e sociali. Nelle prossime settimane, tuttavia, l’Esecutivo non potrà esimersi dall’affrontarle per trasformare, da un lato, in atti e fatti concreti le promesse elettorali e, dall’altro, per dare, secondo la sua visione, un contributo al rilancio della Nazione.
Si dovrà, ad esempio, intervenire sul Reddito di cittadinanza, misura bandiera del Movimento 5 Stelle introdotto durante l’esperienza del Governo giallo-verde. Si deve su questo notare un significativo cambiamento nei toni, non si parla più, infatti, di cancellazione della misura. ma “solamente” di un suo ripensamento visto che, nonostante tutto, ahimè, la povertà non è stata ancora abolita nel nostro Paese.
In questo quadro è certamente utile partire dalla lettura, senza pregiudizi ideologici, dei dati e dei numeri messi a disposizione dal Ministero e da Anpal nel suo periodico report di monitoraggio. Emerge così che la misura interessa una popolazione complessiva di 919 mila beneficiari, dei quali circa ben il 72%, pari a oltre 660 mila persone, è soggetto alla sottoscrizione del cd “Patto per il lavoro”.
La quota maggiore di beneficiari si registra come residente nel nostro Mezzogiorno (44,9%), cui fa seguito l’area delle Isole, della quale fanno parte un quarto delle persone sussidiate. Percentuali simili si rilevano, peraltro, anche considerando i soli soggetti al Patto per il lavoro, per i quali, anzi, si rileva un’ulteriore accentuazione dei valori: nel Sud sono infatti il 48,3% (pari a circa 319 mila) le persone che devono sottoscrivere il Patto, mentre nelle Isole tale quota si assesta invece al 26,7%, valore corrispondente a oltre 176 mila beneficiari.
Si deve, altresì, evidenziare che se si guarda ai soli beneficiari occupati, i tristemente noti “working poors” ossia persone che vivono in situazione di difficoltà pur lavorando, si osserva una maggiore incidenza nelle regioni centro-settentrionali, con valori compresi tra il 27% e il 31%, a fronte del 18,6% delle regioni del Sud e il 16,7% delle Isole.
Sembra, insomma, che, come hanno dimostrato anche i risultati elettorali, l’impatto del Reddito di cittadinanza sulle condizioni di vita delle persone si intersechi in maniera importante, e significativa, con la storica questione meridionale e con la difficoltà, specialmente in quei territori, di poter accedere a opportunità di lavoro che, prima di tutto, rispettino le varie normative fiscali e lavoristiche e che, poi, garantiscono soddisfazione economica e professionale.
Dalla capacità di trovare risposte serie, solidali e sostenibili a queste sfide si misurerà, già nelle prossime settimane, la capacità di governo della Nazione da parte del nuovo esecutivo Meloni chiamato a trasformare gli annunci elettorali in risposte concrete per i cittadini.
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