SCUOLA IN ALTO ADIGE ABOLISCE I VOTI SOTTO IL 4: LA DIRETTIVA È UFFICIALE

Ora è ufficiale: a partire da questo nuovo anno scolastico 2023-2024 la scuola nella Provincia autonoma di Bolzano (Alto Adige) abolisce i voti sotto il 4, ritenendoli troppo “umilianti” per gli studenti. La riforma della scuola altoatesina è obbligatoria per tutte le scuole in lingua tedesca mentre sarà opzionale per quelle in lingua italiana e dunque più legate all’ordinamento nazionale del Ministero: vengono aboliti dunque 0, 1, 2 e 3 come voti, considerazti «un’umiliazione per i ragazzi» i quali invece potranno ricevere giudizi solo uguali o superiori al 4.



I sostenitori della riforma che vale per le scuole italiane solo nel primo e secondo grado di istruzione, sostengono che i voti inferiori al 4 «sono inutili e dannosi per la motivazione degli studenti», come rileva l’assessore provinciale alla scuola in lingua tedesca Philipp Achammer: «un voto di 4 indica già una preparazione insufficiente, e non è necessario aggiungere un voto ancora più basso per sottolineare questo fatto». Molto critico invece il Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, che tra l’altro ha da poco varato un nuovo piano di riforma per rivoluzionare il sistema di regole e condotte all’interno della scuola: «un sistema di valutazione che non prevede insufficienze molto gravi potrebbe non essere sufficientemente serio e imparziale».



NIENTE VOTI SOTTO IL 4 A SCUOLA: IL RISCHIO DI UNA GENERAZIONE “SENZA REGOLE”

Da Ministero, educatori e insegnanti si è sollevata già da mesi un coro di polemica contro la riforma varata dal sistema scuola dell’Alto Adige, sottolineando come per i giovani studenti sia molto importante renderli consapevoli dei propri limiti per essere poi spronati a migliorare. Lo scorso gennaio la presidente dell’Anp Lazio, la preside Cristina Costarelli, aveva raccontato all’Adnkronos la piena insoddisfazione per un’indirizzo del genere: «La scala dei voti è una scala decimale, quindi può esserci il 10 e può esserci anche un voto che sia un 3 o nella peggiore delle ipotesi un 2. Mi stupisce sia un assessore ad occuparsi di questo argomento che è comunque un tema strettamente legato alle decisioni delle scuole».



Ancora negli scorsi giorni Valditara al “Corriere della Sera” aveva commentato le novità della scuola “inclusiva” di Bolzano rilevando come «Quello che conta è che ci sia un criterio di valutazione serio. Per il resto attenzione a non far crescere nell’ovatta i nostri ragazzi»: per il consigliere comunale Roberto Selle invece, «Siamo i primi in Italia a non scendere sotto il 4 e come papà sono favorevole. In questo modo diamo una mano agli studenti a non essere troppo demoralizzati». Per l’assessore alla scuola di lingua italiana in Alto Adige, «Il nostro leitmotiv è “nessuno rimane indietro”, perché la scuola pone le basi della nostra società e per questo deve essere inclusiva». Reta la polemica e la visione anche tra gli esperti nel merito di una proposta che “inquadra” un generale dibattito dietro al sistema di regole impostato dall’istruzione pubblica: se esperti del settore educativo e della psicologia, come Daniele Novara e Matteo Lancini, sostengono che la riforma dell’Alto Adige possa comunque migliorare il sistema nazionale attuale, altri come la scrittrice ed esperta di educazione Paola Mastrocola vede molto rischi dietro una scuola sempre più de-regolarizzata: «il clima dominante oggi «è fatto di un permissivismo venato da buone intenzioni. Le parole d’ordine sono accoglienza, inclusività, diritti. Regole blande, che perlopiù si disattendono. E al posto delle sanzioni, l’analisi delle cause (economiche, sociali, psicologiche), la comprensione, l’ascolto, la lezioncina morale affidata agli esperti. Tutto viene ricondotto al “disagio giovanile”: troppo facile, e ingiusto». Per l’esperta – intervistata da “La Verità” lo scorso giugno dopo i casi di violenza contro i prof in classe – servirebbe un ulteriore passo in avanti sul fronte educativo e normativo: «occorre Esigere uno studio serio dai ragazzi, senza blandirli con vie facilitate e l’abolizione di ogni ostacolo: le difficoltà fanno crescere, e il giudizio, anche espresso in voti, serve a dare ad ognuno la misura di quel che vale e di quanto può migliorare».