Il nuovo decreto Omnibus che prevede la riforma della licenza dei taxi, introduce anche misure temporanee calibrate sui flussi turistici. La riforma dei taxi è contenuta all’articolo 3 e il decreto sarà discusso lunedì 7 agosto in consiglio dei ministri. Il provvedimento contiene anche la concessione da parte dei comuni di un pacchetto di licenze per i tassisti o per il sostitutori alla guida e per i nuovi operatori già iscritti al ruolo dei conducenti.



Riforma Taxi 2023: cos’è il decreto Omnibus

Il provvedimento infatti ritocca la concessione da parte dei comuni delle licenze di taxi e di sostituti alla guida, e per questo i comuni vengono autorizzati a incrementare il numero delle licenze in misura non superiore al 20% di quelle già rilasciate. Secondo la legge 21/92 gli enti locali potrebbero già aumentare il numero delle licenze. La novità è che la riforma consente di formulare il prezzo da ciascun comune sulla base della ricognizione del valore locale di mercato delle licenze per l’esercizio della professione.



Riforma Taxi 2023: cos’è il decreto Omnibus

C’è poi un secondo intervento che avrà un impatto provvisorio, con licenze valide fino a 12 mesi rinnovabili fino a 24. In questo caso i titoli sono riservati in via esclusiva ai tassisti che potranno acquistarne una in più oppure riceverla gratuitamente dal comune. Oltre alla semplificazione per le autorizzazioni alla doppia guida il testo prevede poi un intervento per il rinnovo delle auto più inquinanti. Facendo ricorso al Fondo isitituito al Mimit, si stabiliscono incentivi per il rinnovo del parco auto con bonus che potranno arrivare al doppio di quelli previsti nel passato per i consumatori (per un’auto elettrica con rottamazione il bonus era fissato in 5mila euro che quindi potranno lievitare fino a 10mila). Chi poi volesse ottenere la doppia licenza a tempo indeterminato, dovrà obbligatoriamente dotarsi di un’auto green e sostenibile, in relazione alle normative vigenti.

Leggi anche

SCENARIO UE/ von der Leyen e Piano Draghi, ecco perché la decarbonizzazione non basta più