Un’estate senza taxi in Italia, che mette in croce i tanti turisti accorsi nel Belpaese per passare le vacanze estive tra mare e città d’arte. Per questo il ministro Salvini ha annunciato una riforma estiva da approvare in fretta e furia per rimpolpare il parco taxi mentre il sindaco di Roma Roberto Gualtieri ha annunciato un piano per Roma con più licenze e la revisione delle tariffe minime. La politica ha sempre guardato al settore taxi, cercando di regolarlo e rimpolparlo con bandi ad hoc. L’ultimo a provarci è stato Mario Draghi nel luglio 2022, con il ddl concorrenza che trovò l’opposizione della Lega e di Fdi.
Dopo una serie di incontri con la categoria, è stato lo stesso Salvini ad annunciare che riprenderanno le trattative per una nuova riforma che dovrebbe essere approvata entro l’estate per “avere più auto in strada da subito”, spiega Il Sole 24 Ore. Non è chiaro come questo si tradurrà in licenze vere e proprie: lo si capirò nelle prossime settimane. All’esame ci sono infatti de decreti attuativi attesi dal 2019 ma mancano il monitoraggio delle licenze e un provvedimento chiarificatore sulle piattaforme.
Le possibili soluzioni
L’emergenza taxi cade nell’estate più calda di sempre, nella quale non sono rare immagini di file chilometriche di turisti in attesa di un taxi davanti alle stazioni di Roma e Milano. A maggio 2023 c’è stato un picco del trasporto aereo di passeggeri del 4% in più rispetto al record storico del 2019 e quasi del 20% in più rispetto allo stesso mese del 2022. Per questo, Andrea Giuricin, economista esperto in materia di trasporti e Research Fellow dell’Istituto Bruno Leoni, spiega che “Questi passeggeri che sbarcano nei nostri aeroporti sono solo una parte dell’aumento della domanda di quest’anno. A gonfiare le chiamate “ci sono anche le diverse attitudini al consumo molto cambiate dopo la pandemia”.
Tante le questioni al centro del dibattito, come la qualità del servizio e il tema del parco veicolare. I tassisti, infatti, si battono per avere incentivi per l’acquisto di auto Green. Secondo l’Art, l’Autorità di regolazione dei Trasporti, “la metà dei taxi dei comuni del campione è composto da autovetture con età fino a 5 anni non compiuti, mentre il 15% ha età superiore a 10 anni. Questa ripartizione non è uniforme sul territorio nazionale: nei piccoli comuni la percentuale di autovetture nuove è più alta rispetto ai grandi centri urbani. Soltanto un terzo dei taxi dei comuni del campione è composto da autovetture con motorizzazione a basso inquinamento e anche questa ripartizione non è uniforme sul territorio nazionale: la percentuale di autovetture ad elevato impatto ambientale è molto più bassa nei grandi comuni rispetto ai comuni medio-piccoli”. C’è poi la questione delle licenze quando un autista cessa la propria attività o va in pensione: queste hanno costi altissimi: arrivare a vederne una può fruttare fino a 200mila euro. Tra le idee quella di rilasciare licenze temporanee o della doppia guida, cioè la possibilità di far lavorare l’auto a ciclo continuo alternandosi al volante su due turni, come spiega Il Sole 24 Ore.