Come si era già detto per poter introdurre la riforma pensioni nella nota di aggiornamento prevista per settembre 2022, bisognava intavolare un tavolo di trattative nel mese di luglio.
Riforme pensioni 2022: se Draghi non dovesse occuparsene prima delle elezioni
Purtroppo la caduta del governo ha fatto saltare ogni possibilità benché Mario Draghi avesse aperto ha la possibilità di confrontarsi sulla riforma pensioni proprio il giorno in cui andava discussa la fiducia. Un piccolo accenno all’interno del discorso pronunciato in Senato il 20 luglio 2021.
Ma non è bastato perché ormai le divisioni all’interno delle parti sociali, sindacati che avevano già avuto uno scontro con il premier a pochi giorni prima avevano lasciato il segno e mancava molta della fiducia che è necessaria per la prosecuzione di un governo. Tuttavia quella caduta del governo draghi le elezioni sono state fissate tra il 18 e il 25 settembre 2022.
Sempre ammesso che queste non vengano spostate entro i primi di ottobre, la prima riunione della Camera deve avvenire entro 20 giorni e quindi è probabile che entro la metà o la seconda decade di ottobre ancora non si riesca ad organizzare un governo che sia attuativo e performante.
In che modo dunque verranno intavolati i confronti relativamente alla riforma pensioni 2022? È molto probabile che, dal momento che il Presidente della Repubblica non ha formalmente accettato le dimissioni di Mario Draghi, ma ne ha semplicemente preso atto come peraltro è stato diffuso dalla nota del Quirinale.
Riforme pensioni 2022: la posizione di Fratelli d’Italia
Quando tuttavia ci saranno le elezioni, dal momento che i sondaggi danno come partito favorito Fratelli d’Italia che ha a capo Giorgia Meloni, sarebbe interessante sapere cosa ne pensa delle modalità con cui è possibile attuare la riforma pensioni. Walter Rizzetto intervistato da pensioni per tutti ha dichiarato che il partito vede la necessità di estendere opzione donna anche alle categorie maschili oltre all’estensione di ape sociale e quota 41 come asset strategici.
“Le posizioni di FdI sono molto chiare e da tempo le riproponiamo, anche nei confronti di coloro che per anni hanno urlato le stesse nelle piazze ma poi, alla fine, hanno sempre trovato un motivo per non applicarle. Un sistema di uscita come Opzione Donna, addirittura esteso a qualche categoria maschile, sarà ancora un ottimo strumento, volontario, per il pensionamento. Ape sociale e soprattutto quota 41 altri due asset strategici che accompagnino le persone non in termini di “anticipo pensionistico” ma pensione vera a propria: da anni affermo che dopo oltre 41 anni di sudore e contributi un lavoratore deve smettere, anche perché di solito si tratta di occupazioni piuttosto faticose.