Molti rifugiati ucraini in Europa, soprattutto quelli che si trovavano nei paesi dell’Est come Polonia, Romania e Ungheria, hanno affermato di aver avuto trattamenti sanitari discriminatori e quindi di essere stati costretti a tornare in patria in cerca di cure ed assistenza. Secondo quanto emerge da un rapporto di alcune associazioni ed organizzazioni a tutela dei diritti umani, si tratterebbe principalmente di donne e persone LGBT alle quali sarebbero state negate le assistenze di tipo sessuale e riproduttive. Nelle interviste pubblicate nel documento almeno 80 persone hanno detto di aver subito notevoli ritardi nei trattamenti richiesti, che hanno comportato anche la comparsa di sintomi psicologici e disagi come ansia, paura ed altri problemi che hanno avuto impatto sul loro stato di benessere e salute generale.
Ne ha parlato il network di notizie Euractiv, che ha anche pubblicato parte di quanto riportato dall’associazione “Freedom of Choice“, che denuncia un trattamento restrittivo pari alla violenza di genere, su alcuni rifugiati ucraini soprattutto in Polonia. Paese giudicato da queste organizzazioni come uno tra i più severi nel contesto della libertà di riproduzione.
Rifugiati ucraini, Ong denunciano “Violenze di genere in trattamenti sanitari”
Secondo quanto riportato dalle associazioni per i diritti umani, la discriminazione di genere colpisce persone LGBT e donne in particolare in Ungheria, Polonia e Romania. In questi stati ci sono molte più leggi restrittive ad esempio per quanto riguarda il diritto all’aborto alla contraccezione o all’accesso a cure sessuali per chi è in transizione di genere. In Polonia, che è il paese con più numero di rifugiati ucraini, circa un milione, in particolare viene denunciata la situazione più difficile a causa delle severe leggi vigenti, che secondo le Ong non garantirebbe servizi adeguati rispetto ad altre zone dell’Europa.
Gli ostacoli maggiori secondo i volontari che offrono assistenza, sarebbero rappresentati dal “mancato supporto contro la violenza e leggi contro la libertà riproduttiva“. Leah Hoctor direttore del centro europeo per i diritti riproduttivi ha dichiarato ad Euractiv “Le donne ucraine quando hanno bisogno di cure di tipo sessuale in questi paesi devono affrontare molti ostacoli, eppure l’Unione Europea aveva promesso di fornire ai rifugiati adeguata assistenza“.