Oggi, 18 gennaio 2020, ricorre una delle pagine più tristi della storia recente dell’Italia: esattamente tre anni fa si verificava la tragedia di Rigopiano. L’hotel in provincia di Pescara venne travolto e spazzato via da una valanga di ben 120mila tonnellate, provocando la morte di 29 persone, fra clienti dell’albergo e dipendenti della stessa struttura. Quello di tre anni fa fu un gennaio apocalittico per tutto l’Abruzzo, con ben 20 milioni di tonnellate di neve caduta, e una regione, come ricorda l’Ansa quest’oggi, che si trovò impreparata ad affrontare una situazione di così grave emergenza meteorologica. Agli eventi della natura si unirono poi le carenze organizzative e gli errori umani, tre elementi che hanno contribuito inesorabilmente alla tragedia di cui sopra. L’inverno del 2017 fu traumatico per la zona, provocando 450 milioni di euro di danni solo per dissesto idrogeologico, con l’aggiunta di altri 170 milioni per i privati.



RIGOPIANO, TRE ANNI FA LA TRAGEDIA: L’ARRIVO DELLA BUFERA DELL’EPIFANIA

L’ondata di gelo iniziò il 4 gennaio, con quella che gli esperti meteo chiamarono “Bufera dell’Epifania”. Iniziò così a nevicare, in maniera consistente, dal 5 gennaio fino al 10 ininterrottamente, e nonostante le raccomandazioni dell’allora responsabile della protezione civile, Fabrizio Curcio, le conseguenze furono gravissime. Circolazione di ogni tipo bloccata, comuni isolati dalla neve, scuole e uffici pubblici chiusi, per più di 1600 interventi dei pompieri in sole 48 ore. L’undici gennaio arrivò poi il rialzo delle temperature e le prime polemiche derivanti dal blocco totale avvenuto nei precedenti giorni. Ma fu solo una tregua, quasi come fosse un avviso, una seconda possibilità, in vista di quello che accadrà di lì a qualche giorno. Il 16 gennaio, infatti, arrivò una nuova ondata di maltempo che andò a colpire un Abruzzo già in ginocchio. Il 17 gennaio ben 300mila persone rimasero senza corrente, e si rese necessario anche l’intervento dell’Esercito. Arrivò poi il fatidico 18 gennaio, quando, alle condizioni meteo avverse si unì anche un terremoto di magnitudo superiore ai 5 gradi nell’aquilano. Le prime segnalazioni parlaronodi un albergo sepolto a Farindola: ci misero 20 ore i soccorritori per raggiungere l’hotel Rigopiano, e una settimana per individuare i superstiti e i 29 cadaveri.

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