Non si placano le polemiche per il rigore concesso sabato sera alla Lazio in occasione della partita contro la Fiorentina: dell’episodio e delle forti critiche alla decisione dell’arbitro Michael Fabbri avevamo già parlato ieri, ma oggi è arrivata anche la versione “ufficiale”. Non del direttore di gara dell’Olimpico ovviamente, ma del designatore degli arbitri: Nicola Rizzoli è intervenuto a Radio Anch’Io Sport (su Rai Radio 1) e ha detto la sua sul penalty procurato da Felipe Caicedo per il contatto con Bartlomej Dragowski. Di fatto Rizzoli ha difeso la scelta di Fabbri: “Se guardiamo la dinamica un contatto c’è, e l’attaccante anticipa il portiere”. Per il designatore l’episodio della 28^ giornata resta difficilissimo da giudicare ma, dovendosi affidare alla dinamica, “il 99% degli arbitri avrebbe dato il rigore”. Dunque, secondo la voce ufficiale dei fischietti di Serie A, il calcio di rigore ci poteva stare: effettivamente, lo avevamo detto anche ieri nel commentare l’episodio, la posizione di Fabbri rispetto all’azione induceva a pensare che Dragowski nel suo impeto avesse travolto Caicedo. Così non è stato: sarebbe servita l’inquadratura frontale, quella l’avrebbe messa a disposizione il Var e Fabbri avrebbe chiaramente visto l’ecuadoreno già in caduta e il portiere della Fiorentina che non fa nulla per generare il contatto.



RIGORE LAZIO FIORENTINA, LE PAROLE DI RIZZOLI

Il problema è che il Var non è stato chiamato in causa, e questo ha scatenato la furia di Daniele Pradè e Rocco Commisso: a loro ha risposto lo stesso Rizzoli, che ha prima detto come il calcio non sia una scienza essendo dotato di dinamiche e qualità che amplificano i dubbi, e in seconda battuta ha aggiunto che “se dovessimo utilizzare la tecnologia per redimire si andrebbe a incidere molto”. Per questo motivo si correggono solo gli errori chiari ed evidenti, ma questo genera altre polemiche perché non si può stabilire, almeno in certi casi, quale sia l’errore chiaro ed evidente, e comunque si può restare nella sfera della soggettività o non rendersi conto della cosa. L’arbitro può anche essere richiamato al Var, ma scegliere di non andare a rivedere l’episodio incriminato. Per questo, non sono in pochi ad aver già chiesto che il video possa essere introdotto con le chiamate personalizzate: sarebbero le varie squadre, magari nella persona dell’allenatore, a poterlo sfruttare un po’ come succede nel tennis o nel football.



A questo proposito Rizzoli è stato chiaro: “Credo che sia un problema più italiano per l’approccio che abbiamo agli episodi” ha detto il designatore degli arbitri, che ha poi sottolineato come lui personalmente non sarebbe contrario alla cosa ma non possa certamente decidere di introdurre la norma in Italia. “Al momento non c’è una discussione, il calcio è uno sport mondiale e certi aspetti devono essere uguali per tutti”: tradotto, chi gestisce regole e protocolli dovrà eventualmente operare una scelta a livello internazionale e decidere di introdurre il Var a chiamata delle società. Per adesso non se ne parla, dunque la Fiorentina e tutte le altre squadre che, a rotazione, si sono lamentate per l’operato (o il mancato operato) del Video Assistant Referee dovranno aspettare.

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