I poeti Arthur Rimbaud e Paul Verlaine riposeranno insieme sotto i marmi del Panthéon di Parigi? Questa è la finalità della petizione indirizzata negli scorsi giorni al presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, e nata quando l’editore Jean-Luc Barré, lo scrittore Nicolas Idier e il giornalista e saggista Frédéric Marte si sono trovati sulla tomba di Rimbaud in occasione della pubblicazione di una biografia su quest’ultimo. Come rivela “Il Corriere della Sera”, quest’iniziativa sta dividendo in due lo Stato francese, anche e soprattutto per la fine tumultuosa del loro rapporto (i due erano innamorati l’uno dell’altro): il 10 luglio 1873, Verlaine, in stato di ebbrezza, uccise Rimbaud con due spari. Attualmente, Rimbaud si trova sepolto nel cimitero della sua città natale, Charleville-Mézières, a lui invisa, mentre Verlaine giace a Batignolles. Perché, dunque, non riunire i due capisaldi della letteratura francese (e non solo) nella chiesa di Sainte Geneviève, all’interno del Panthéon parigino?
RIMBAUD E VERLAINE INSIEME? LA FRANCIA SI SPACCA IN DUE
“Arthur Rimbaud e Paul Verlaine con il loro genio hanno arricchito il nostro patrimonio nazionale – si legge nella petizione –. Sono anche due simboli della diversità, e hanno dovuto sopportare l’omofobia tipica della loro epoca. Sarebbe solo un atto di giustizia farli entrare oggi al Panthéon, accanto ad altre grandi figure letterarie come Voltaire, Rousseau, Dumas, Hugo, Malraux”. Nove ex ministri della Cultura, riporta “Il Corriere della Sera”, fra i quali Jack Lang, Frédéric Mitterrand e Aurélie Filippetti, oltre a Roselyne Bachelot, all’ex sindaco Bertrand Delanoë, agli scrittori Daniel Mendelsohn e Annie Ernaux e al filosofo Edgar Morin, si sono detti d’accordo con la proposta. Tuttavia, c’è chi storce il naso, come la pronipote Jacqueline Teissier-Rimbaud: “Tutti penserebbero subito ‘omosessuali’, ma non è vero. La loro relazione rappresenta solo qualche anno della loro giovinezza”. E anche l’associazione “Les Amis de Rimbaud” non è entusiasta: “Rimbaud aveva rotto con Verlaine – ricorda il presidente, Alain Tourneux –. Non evocava volentieri quei quattro anni e voleva un’altra vita, cosa che ha ottenuto partendo per l’Africa, dove ha vissuto con una giovane donna”.