Alcuni cittadini hanno diritto a richiedere unrimborso parziale applicato sulle tasse relative a IRES, TARI e TARSU: si tratta di richiedere il rimborso IVA. Ecco come fare.
Rimborsi Tari: quando va richiesto
Il rimborso può essere richiesto solo dai cittadini che hanno già pagato le tasse relative ai rifiuti e che si sono visto applicare l’IVA. Tutti gli importi relativi al pagamento della TARI, TARSU e TARES non devono vedere l’applicazione dell’IVA che, convenzionalmente, è al 10%. L’errore è stato commesso da alcuni Comuni che hanno applicato l’IVA alle tasse sullo smaltimento rifiuti solidi urbani, come se si trattasse di una tariffa per un servizio reso ai cittadini e non una tassa.
Tale pratica è stata ritenuta illegittima dalla Corte Costituzionale e di Cassazione, stabilendo, in linea con l’orientamento della comunità europea, che la somma dovuta dai cittadini per la raccolta e lo smaltimento della spazzatura fosse una tassa e non una tariffa. Tale applicazione viola il principio di non dover operare la doppia imposizione fiscale ed è per questo motivo ritenuto illegittimo.
Rimborsi Tari: come presentare la domanda di rimborso IVA
Tuttavia i cittadini che intendono richiedere il rimborso dell’IVA ingiustamente addebitata sulla tassa rifiuti possono farlo solo per gli ultimi 10 anni, in quanto gli anni precedenti sono andati in prescrizione.
L’istanza di rimborso va presentata all’Ufficio Tributi del proprio Comune, oppure agli sportelli delle associazioni dei consumatori, tramite un modulo apposito, allegando la documentazione comprovante il pagamento del tributo con applicazione dell’Imposta sul Valore Aggiunto, come fatture, comunicazioni o ricevute. Le date apposte su queste fanno anche fede per quanto riguarda i termini di prescrizione. Federconsumatori diche che la richiesta può essere fatta mediante class action da una collettività di cittadini.