Dopo i numerosi rumors sui quotidiani di un imminente rimpasto di Governo per “placare” le ire interne di Pd e M5s, il Segretario del Partito Democratico Nicola Zingaretti smentisce su tutta la linea le ricostruzioni fatte oggi anche da Repubblica sulle eventuali “mire” del leader dem per il Ministero dell’Interno. E così Zingaretti chiama direttamente la Ministra Luciana Lamorgese per “tranquillizzarla” sui retroscena spuntati sui media italiani: «il segretario ha voluto ribadire alla ministra l’appoggio del Pd all’attività del Viminale, soprattutto smentendo qualsiasi iniziativa o interessamento di Zingaretti per rimpasti o incarichi di governo», riporta l’ufficio stampa del Pd. Il problema e le fibrillazioni però restano e lo dimostrano le partite intricate su Decreto Agosto, Dl Semplificazioni, legge elettorale ma anche il controllo dei vertici dei servizi segreti: secondo altre “voci” dai palazzi del Parlamento, non sarebbero poche le lamentele in Pd e M5s per accordi che non si trovano e per distanze sempre intatte su tanti nodi dell’agenda di Governo. E così mentre il Pd si appresta a dire che «non ci sarà nessun rimpasto», anche il Premier Conte oggi al Corriere conferma la linea solida del proprio esecutivo.



RIMPASTO DI GOVERNO? GOVERNO “FIBRILLA”

«Non serve alcun rimpasto. Basta con questi retroscena montati ad arte solo per colpire il governo. La maggioranza è forte e il governo è solido e compatto», è invece il terzo commento di giornata, questa volta dell’ex leader M5s Luigi Di Maio che prova a mettere fine alle voci su eventuale rimpasto di Governo. Dopo il “caso Spadafora” però è lo stesso Movimento 5 Stelle a confermare all’esterno una certa qual difficoltà a trovare una linea comune e il Presidente Conte si ritrova di nuovo nell’occhio del ciclone: «Non possiamo fare retromarcia anche su questo dopo aver ceduto su Tav, Tap, Aspi», attaccano dal M5s secondo le fonti dell’Agi, «il premier Conte ha intenzione di difendere il suo ministro, che l’eventuale passo indietro di Spadafora è congelato». Secondo quanto riportato dal Messaggero, il timing per un eventuale rimpasto resta comunque assai complicato come del resto lo è anche un accordo pieno su tutti i punti dell’agenda: dopo la pausa estiva del Parlamento, tra il 24 agosto e il 13 settembre il tour de force dovrebbe portare il Governo a far approvare in aula il Dl Semplificazioni, l’attuale Dl Agosto e anche la legge sull’omofobia. Ma dopo le pressioni del Pd sulla necessità di approvare la legge elettorale prima del referendum del taglio parlamentari ha riacceso i riflettori dello scontro accesso tra grillini e dem: per ora Zingaretti chiama alla tregua, ma Conte pare sempre più “accerchiato” e il mezzo pasticcio sui servizi segreti sembra non aver affatto aiutato ad una distesa trattativa tra i membri della maggioranza.

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