«Vedo la tendenza a utilizzare l’emergenza come alibi per non affrontare i problemi di lungo respiro»: non usa troppi giri di parole Rino Formica. In altri termini, per l’ex ministro socialista la pandemia ha ucciso il pensiero politico, facendo guadagnare punti a coloro che ritengono la politica «un lusso, un filosofare, un perdere tempo».



Intervenuto ai microfoni de La Verità, Rino Formica si è poi soffermato sulla mancanza di omogeneità politica, spiegando che anche questa si misura rispetto al pensiero politico. Il 94enne ha citato gli esempi di Lega e Pd, entrambi diversi da come sono entrati in Parlamento per leadership, prospettive e alleanza. L’ex ministro disapprova che questi cambiamenti «avvengano nel chiuso di club oligarchici, se non addirittura nella mente del capo carismatico». Severo il giudizio sul Movimento 5 Stelle: «Penso che non ha più un dirigente né un’idea. Non rappresenta più il populismo giustizialista della origini e nemmeno il “partito del No”. E’ in disfacimento».

RINO FORMICA: “AL QUIRINALE VEDO UNA DONNA FUORI DAI TRASFORMISMI”

«Con Conte e con Draghi siamo entrati in una fase di centrismo post democristiano di matrice andreottiana», ha aggiunto Rino Formica ai microfoni de La Verità, puntando il dito contro i partiti di governo, rei di non mostrare capacità di attrazione alla coalizione: «Ognuno pensa per sé. Al massimo si fraziona il potere con il manuale Cencelli, ma poi prevale il caos in cui chi prima si sveglia ruba le scarpe al fratello». Passando all’operato dell’attuale governo, Rino Formica ha elogiato l’organizzazione delle vaccinazioni, ma ha anche tenuto a precisare che l’Italia non ha goduto di maggiore indulgenza internazionale di quella che avrebbe comunque avuto essendo il Paese più disastrato d’Europa: «Nessuno può permettersi il crollo dell’Italia. Per Draghi il difficile verrà con il semestre bianco, perché non ci sarà il paracadute delle elezioni anticipate». In vista delle elezioni del presidente della Repubblica, Rino Formica ha tracciato un identikit: «Al Quirinale vedo qualcuno che, per cultura ed esperienza, incarni la difesa della Carta costituzionale, slegata dai trasformismi degli ultimi trent’anni. Immagino una donna. E quanto al capo del governo, lo sceglierà lei».

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