RINO GAETANO, LA BALLATA DEL RENZO E QUELLA STRANA PROFEZIA…
“Quel giorno Renzo uscì, andò lungo quella strada quando un’auto veloce lo investì. Quell’uomo lo aiutò e Renzo allora partì per un ospedale che lo curasse, per guarir. La strada molto lunga s’andò al San Camillo e lì non lo vollero per l’orario. La strada tutta scura s’andò al San Giovanni e li non lo accettarono per lo sciopero”.
Sono i versi de La ballata del Renzo, che Rino Gaetano scrisse ed eseguì dal vivo qualche volta ai tempi dei suoi esordi al leggendario Folkstudio, locale di Trastevere a Roma, culla dei cantautori romani, da De Gregori a Venditti. Mai pubblicata ufficialmente, risuona però nella memoria di quanti l’ascoltarono pensando che dieci anni esatti dopo lo stesso autore avrebbe fatto una fine analoga.
LA MORTE DI RINO GAETANO E LA LEGGENDA DI QUEL DEL 2 GIUGNO 1981
Se è vero che Rino Gaetano morì in seguito a un incidente d’auto e venne soccorso dal camionista contro cui si era schiantato, non è però vera la leggenda sostenuta da molti che quella notte del 2 giugno 1981 il cantautore venne portato in ben cinque ospedali romani che lo rifiutarono finché fu troppo tardi per lui: “Non è vero che mio fratello fu rifiutato dagli ospedali. Questa è una leggenda. Quando il corpo fu estratto dalle lamiere, venne portato al Policlinico Umberto I, semplicemente perché era il posto più vicino. La struttura non aveva una sala operatoria attrezzata per la craniolesi, ma non l’avevano neppure gli altri ospedali contattati telefonicamente”.
Quella notte Rino Gaetano stava guidando la sua Volvo verso casa, quando perse il controllo e si schiantò contro un camion che procedeva in senso opposto. L’impatto fu violentissimo. La fiancata della macchina del cantante venne colpita, schiacciata e spinta lontano dall’autocarro. Mancavano pochi minuti alle quattro: Rino Gaetano, dopo aver trascorso la serata con gli amici, stava tornando a casa sua, in via Nomentana Nuova. L’autista del camion prestò subito soccorso all’artista che aveva perso conoscenza. All’epoca si parlò di gravi ferite al torace e al cranio per l’urto contro il parabrezza. L’autopsia rivelò un possibile collasso di Rino Gaetano prima dell’incidente. Il camionista – come riportato da Il Messaggero – raccontò infatti di aver visto il cantante accasciarsi di lato e cominciare a sbandare per poi riaprire gli occhi poco prima dell’impatto. Dopo la sua prematura morta vi furono numerose polemiche e addirittura un’inchiesta parlamentare.
Qualcuno scrisse addirittura un libro inquietante, in cui si diceva che Gaetano era stato ucciso dai servizi segreti perché a conoscenza di fatti della politica che coinvolgevano addirittura Giulio Andreotti. Cavolate, anche se certi episodi lasciano incertezze. Secondo il libro le canzoni del cantautore calabrese elencavano nomi e fatti che, in seguito, si rivelarono corrispondere a reali eventi che avrebbero dovuto rimanere segreti. La fonte delle rivelazioni di Gaetano sarebbe stata un suo carissimo amico, Enrico Carnevali, il quale morirà pochi mesi dopo in un incidente stradale “avvenuto al pari di Rino, sulla Nomentana”.
RINO GAETANO, UN’ARTISTA SCOMODO…
Certamente Rino Gaetano era un artista scomodo, perché non si era mai tirato indietro del farsi beffe della classe politica, economica, del potere. La sua vena da giullare però lo aveva reso accettato e rispettato da tutti. Memorabile quando si esibì davanti a Maurizio Costanzo e a Susanna Agnelli nel programma televisivo Bontà loro nel brano Nuntereggae più dove citava tra gli altri sbeffegiandoli proprio Gianni Agnelli e la sorella. Mentre lei, con gran classe, difese la liceità dell’artista a esprimersi come voleva e di prendere in giro le generazioni precedenti la sua, Costanzo, da moralista ambiguo quale è sempre stato, lo attaccò mettendo in dubbio il valore artistico del pezzo (“Autore di canzoncine ironiche, scherzose e scanzonate, che, vista la sua passione di fare elenchi, si dedicherà presto a mettere in musica forse le Pagine Gialle” lo definì). Da parte sua, Gaetano commentò che “Le canzoni non sono testi politici e io non faccio comizi. Questo è uno sfottò. Insomma, per me Nuntereggae più è la canzone più leggera che ho mai fatto”.
Ma musicalmente va sottolineata l’importanza di un artista come lui, forse più che per i testi. Avanti rispetto a tutta la scena cantautorale degli anni 70, Rino Gaetano fu uno sperimentatore, profondo conoscitore di musiche internazionali come il reggae che usò per contaminare la sua musica, il rock, il funk. Il tutto nella dimensione del giullare. Nessuno era come lui, e nessuno incise una canzone potente e straordinaria come Mio fratello è figlio unico, un capolavoro della musica italiana, intinta nel gospel e nel soul, cantata in maniera straordinaria e con un testo epico:
Mio fratello è figlio unico
Perché è convinto che esistono ancora
Gli sfruttati malpagati e frustrati
Mio fratello è figlio unico
Sfruttato, represso, calpestato, odiato
E ti amo Mario
Mio fratello è figlio unico
Deriso, frustrato, picchiato, derubato
E ti amo Mario
Mio fratello è figlio unico
Dimagrito, declassato, sottomesso, disgregato
E ti amo Mario
Altrettanto aveva fatto pochi anni prima con la bellissima anch’essa Ma il cielo è sempre più blu, il suo primo grande successo, un canto forte e disperato in cui il cielo, l’oltre, la bellezza, sono l’unica certezza, impreziosito dalla sua vocalità rock: “Ci sono immagini tristi o inutili, ma mai liete, in quanto ho voluto sottolineare che al giorno d’oggi di cose allegre ce ne sono poche ed è per questo che io prendo in considerazione chi muore al lavoro, chi vuole l’aumento. Anche il verso «chi gioca a Sanremo» è triste e negativo, perché chi gioca a Sanremo non pensa a chi vive in baracca”.
Una vita spezzata a soli 30 anni, una carriera tutta davanti che finiva contro un camion, una meteora passata come un lampo di luce abbagliante sulle scene musicali. Rino Gaetano aveva le carte in mano per diventare il più importante autore di canzoni del nuovo decennio: compassione per gli ultimi, ironia, doti musicali. Diceva sempre che la musica non può cambiare il mondo ma può strappare un sorriso.
I funerali si tennero il 4 giugno nella chiesa del Sacro Cuore di Gesù di Roma dove Rino Gaetano avrebbe dovuto sposarsi di lì a poco.
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