Joseph Ratzinger pose fine alla Chiesa del II millennio: lo afferma, sul quotidiano “La Croix”, il teologo Grégory Solari, il quale ha sottolineato che Benedetto XVI sarà ricordato come Papa “fallibile”, per via della sua rinuncia, e come “lavoratore nella vigna del Signore”. L’atto di rinuncia di Ratzinger ha comportato, secondo Solari, una “straordinaria libertà interiore dal potere e da tutto ciò che è legato alla funzione petrina almeno dalla riforma gregoriana. Con un gesto, nello spazio di pochi secondi, Joseph Ratzinger ha posto fine alla Chiesa del secondo millennio e ha avviato un’opera di decostruzione la cui portata è stata solo abbozzata dal pontificato di Francesco”.
La rinuncia di Ratzinger, ha proseguito il teologo, segna il passaggio dall'”infallibilità papale” alla possibilità della “fallibilità papale”, nel senso che in nessun momento l’esercizio e la regolazione del carisma di Pietro possono essere isolati da ciò che ne costituisce l’origine permanente, cioè la Parola di Dio: Gesù Cristo. Ciò che il gesto dell’11 febbraio 2013 manifesta è anche “lo stato di un’istituzione divorata dall’interno dagli abusi, che fallisce nella sua missione. La rinuncia si colora in questa luce di una dimensione critica e profetica: ciò che Joseph Ratzinger come papa tedesco denuncia indirettamente è la cattività babilonese della Chiesa. Come Lutero prima di lui. Come Francesco dopo di lui”.
PAPA RATZINGER, “SUA RINUNCIA HA SEGNATO L’INIZIO DI UNA NUOVA CREAZIONE”
Più che le motivazioni situazionali, ha spiegato Solari su “La Croix”, è la convinzione dell’azione permanente della Parola di Dio nella comunità ecclesiale che sta “alla base del gesto di rinuncia e di tutta la teologia di Joseph Ratzinger. Fu anche questo a riempire l’ultimo decennio quasi monastico della sua vita. L’ascolto della Parola ha sostituito l’insegnamento magisteriale (del professore) e l’insegnamento magisteriale (del Papa), non come un esercizio marginale, ma come ciò che costituisce per lui l’essenza della missione della Chiesa”.
Infatti, accogliere la Parola significa lasciarsi plasmare da essa per conformarsi a Cristo, al “Figlio unigenito che viene dal Padre” (Giovanni 1,13) per opera dello Spirito Santo. Questo segna l’inizio di una nuova creazione. Con Papa Ratzinger la Chiesa “è tornata ad essere umile, orante e obbediente, credibile”.