Si torna a parlare della famigerata lista dei putiniani, pubblicata sul Corriere della Sera. A diMartedì, talk show in onda su La7 con Giovanni Floris alla conduzione, c’è anche Gianni Riotta, proprio il giornalista che ad inizio marzo stilò l’elenco: “Non mi sono pentito di aver fatto la lista dei putiniani”, spiega in diretta. L’elenco conteneva i nomi dei presunti sostenitori delle tesi russe dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. Il pezzo, dal titolo: “Guerra in Ucraina. Destra, sinistra e no Green Pass: identikit dei putiniani d’Italia”, aveva scatenato non poche polemiche.
Fusaro, Spinelli, Mattei, Cacciari, Foa, Bianchi e molti altri, secondo Riotta, sosterrebbero le tesi del Cremlino. Durante il programma tv di La7 Riotta ha spiegato: “Io non mi sono pentito, perché non c’era nessuna animosità”. Floris, conduttore di diMartedì, ha posto al giornalista una domanda ben precisa: “Non mi interessano i singoli nomi, mi interessa il concetto. Perché stili una lista di persone che la pensano tutte allo stesso modo?”.
Riotta attacca Cacciari
Riotta, davanti alla domanda di Floris, ha replicato citando un articolo di Le Monde. Marcello Sorgi, presente in studio, ha però ribattuto facendo notare che pezzo francese sull’ondata putiniana in Italia non venivano fatti nomi specifici. Nessun profilo, dunque, veniva tracciato esplicitamente. Riotta si è difeso ribattendo: “Non sono io, tutto il mondo ha scritto queste cose”. Il giornalista ha poi proseguito definendo “vergognosi” i dubbi di Spinelli sulla strage di Bucha in Ucraina.
Prima di concludere il discorso, Riotta ha parlato nuovamente del professor Massimo Cacciari, filosofo, politico e opinionista, rientrato nella lista degli anti-putiniani: “Il professor Cacciari oggi dice una cosa folle, dice che non lo attacco più perché il mio padrone ha chiesto di non attaccarlo. Ma da oggi in poi lo attaccherò tutti i giorni. Non l’ho attaccato più perché faceva pena”.