La pandemia, il killer; l’Istat, imperterrita, il pandemonio lo indaga, stilando i dati: per le famiglie diminuisce il reddito e cresce la propensione al risparmio. Fosca a dir poco appare la fotografia dell’economia italiana scattata nel trimestre del pandemonio. Nel periodo compreso fra aprile e giugno 2020, infatti, il reddito disponibile delle famiglie risulta diminuito del 5,8% rispetto al trimestre precedente, con un calo dei consumi arrivato all’11,5%.
Non paga, mette il dito nella piaga: “Diminuisce il reddito e cresce la propensione al risparmio”, poi precisa come “per le famiglie italiane il periodo più duro del lockdown abbia coinciso con un incremento di 5,3 punti per la propensione al risparmio (al 18,6%)”. Sono calati, insomma, sia i redditi, sia i consumi in modo più che proporzionale a causa di un aumento della prudenza da parte delle famiglie.
Oddio, prudenza… forse, sapienza; ancor di più, lungimiranza! Sì, mira lungo la famiglia, diamo un’occhiata. Sa di essere affrancata dal bisogno, tanto da non poter esser presa per fame; come sa che della spesa che gli tocca fare, per fare i due terzi della crescita, son consumi superflui. Sa, insomma di esser forte, così come sa che non potranno esserlo allo stesso modo i figli. Che fa? Beh, se mette i soldi al pizzo per spizzarli domani ai suoi “piezz’e core” fa mancare l’acqua ai pozzi e aspetta che finisca il pandemonio. Può!
Chi non può? I cartomanti, per esempio, che continuano a dare le carte di quella reflazione che falsa i prezzi ma non funziona. No, Presidente Bonomi, lasci stare; non ricominci con l’accusa di “pregiudizio antimpresa”. Stavolta no. “È il mercato bellezza”, niente scuse per non far fare il prezzo al valore produttivo della forza di quel fare la spesa, che dovrà pagare chi avrà tutto da guadagnare, altrimenti… beh, faccia lei. Dal momento che il tempo stringe, se prima lo pensavo, ora ho dovuto dirlo. Tutto d’un fiato!