L’Istat ha certificato una ripresa dell’economia italiana migliore del previsto, pur ancora lontana dal recupero dei livelli di Pil del 2019. Il Governo prevede che nel 2021 tale recupero sarà la metà circa di quanto perso nel 2020 (meno 8-10%). È opinione, e calcolo preliminare, di chi scrive che se anche tale scenario si realizzasse – i contagi crescenti in Europa sono fonti di incertezza – il rimbalzo sarebbe comunque insufficiente per evitare nell’anno prossimo un numero rilevante di “morti economiche”, disoccupati e problemi di insolvenze a carico delle banche.



Preoccupa, in particolare, il fatto che l’assistenza con denaro pubblico che ha finora attutito l’impatto economico dell’epidemia finirà a novembre-dicembre. E nel gennaio 2021 cosa succederà? Il Governo fa intendere che avrà 19-20 miliardi europei extra come anticipo del Recovery fund. Ma questi saranno insufficienti se il ritmo di ripresa resterà lento come oggi previsto. Potrà essere accelerato dall’erogazione piena dagli investimenti del Recovery fund?



La loro attivazione richiede l’approvazione di Parlamenti nazionali, e in alcuni casi, regionali, in una situazione di dissenso da parte di alcune euronazioni: sarà un processo lungo, complesso e incerto. Nel migliore dei casi gli investimenti del Recovery fund potranno essere attivati nel 2022-23. Pertanto è giustificata la sensazione che manchi qualcosa di importante per accelerare la ripresa nel 2021. Infatti, la Francia ha appena varato un programma nazionale stimolativo di 100 miliardi.

E l’Italia? Il Governo resta ancorato alla profezia salvifica del Recovery fund senza dire quanto sia lontano e non confermato. Non solo: il Tesoro tiene in cassa oltre 100 miliardi congelati. Sul piano macro tale scelta annulla l’effetto stimolativo della liquidità d’emergenza erogata dalla Bce. Al riguardo di quello micro va segnalato che se il Governo usasse oggi questi soldi per pagare i debiti verso le imprese e aprire cantieri, certamente l’accelerazione della ripresa sarebbe più forte già nel 2020, velocizzandola nel 2021.



È lecito chiedersi quale logica stia ispirando la politica economica e se ce ne sia una.

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