I recenti scenari Ocse e Istat prevedono una caduta del Pil italiano 2020 di circa il 9% e un suo rimbalzo nel 2021 del 4,1% e di poco più del 3% nel 2022. Queste stime, però, sembrano datate perché non valutano pienamente la recessione per blocco economico del quarto trimestre 2020, che potrebbe portare il Pil a meno 10/11%. Più importante, non includono il caso migliore proiettivo o per prudenza o perché al momento della raccolta dati non era ancora individuabile.
Chi scrive, invece, ha cercato di simularlo, assumendo le seguenti condizioni che negli ultimi dieci giorni paiono realistiche: notevole varietà di vaccini in fase di autorizzazione ravvicinata; ingaggio massivo delle Forze Armate per le operazioni di magazzino e distribuzione dei vaccini a 1.500 punti di somministrazione, estendibili; organizzazione accelerata della vaccinazione nel resto dell’Ue e in rilevanti parti del mondo, fatto che induce a proiettare un aumento dei flussi di persone immunizzate verso l’Italia in qualche momento della stagione estiva 2021, invertendo la compressione del settore dei servizi ora più colpiti (ospitalità, trasporti, spettacolo, ecc.) che vale tra il 15% e il 25% del Pil italiano, trainando anche la ripresa dei consumi e dell’occupazione.
In sintesi, lo scenario ipotizzato dallo scrivente è: rimbalzo del Pil 2021 tra il 7% e il 9% e di quello 2022 tra il 4% e il 6%. Tale stima è stata calibrata sul grado di notevole reattività dell’economia italiana nel terzo trimestre 2020. Ovviamente le stime di caso migliore e peggiore non sono profezie: infatti, gli scenari sono soggetti a revisioni ogni tre mesi. Tuttavia, chi scrive sente di potersi sbilanciare nel dire che la probabilità del caso migliore è superiore a quella del caso peggiore.
Ciò implica una raccomandazione agli attori economici piccoli e grandi: pronti a far scattare nuovi investimenti, chi può. A chi non può: tenere duro con fiducia nel futuro nei pochi mesi di residua incertezza.