Nel giorno della ripresa degli allenamenti collettivi per la Premier league ecco l’annuncio ufficiale da parte della Lega di sei nuova positività al coronavirus riscontrate nell’ultimo giro di test che i club hanno effettuato in questi giorni, proprio in vista della ripartenza. Su 748 persone testate, sarebbero dunque sei nuovi contagiati, tra staff e giocatori, in tre diversi club, di cui chiaramente non si conoscono le generalità: per i quali, secondo lo stringato comunicato della Lega pure sarà previsto un periodo di isolamento di appena sette giorni. Una notizia dunque che mette ancora una volta in bilico la ripresa del campionato inglese, da diversi giorni nel vero caos tra spinte a ripartire, problemi con il governo e le violente proteste dei giocatori, che non si sentono al sicuro con l’ultimi protocollo per la ripresa approvato. (agg Michela Colombo)



DEENEY, CAPITANO WATFORD: IO NON MI ALLENO

E’ sempre caos sulla ripresa della Premier League: proprio nel giorno in cui sono permessi gli allenamenti di gruppo (purché vengano rispettate le norme per il distanziamento sociale), ecco l’annuncio del capitano del Watford (club di proprietà della famiglia Pozzo), di non voler scendere in campo. Troy Deeney è ben chiaro: “Io non mi alleno”: il giocatore infatti preoccupato per la salute cagionevole del figlio, ha dichiarato di non aver intenzione di tornare in campo, con il rischio che si ammali e di portare in casa il virus. “Basta una persona infetta all’interno del gruppo: mio figlio di 5 mesi ha difficoltà respiratorie e non voglio metterlo in pericolo” le esatte parole di Deeney, che già in precedenza aveva espresso dubbi e perplessità sulla necessità di riprendere come pure sulle misure di sicurezza approntate. Deeney aveva poi anche in assemblea posto l’accento sulla casistica per cui giocatori di colore e asiatici corrano più rischi degli altri. (agg Michela Colombo)



KLOOP: “STOP INGIUSTO, MA CI SONO COSE PEGGIORI”

Mentre ha scatenato un nuovo putiferio la decisione del governo (non ancora confermata ufficialmente) di non esonerare gli sportivi in arrivo in Gran Bretagna dalla quarantena preventiva di 14 giorni, misura che mettere a serio rischio le prossime sfide di Champions ed Europa League per i club della Premier League, ecco che pure per il primo campionato inglese ancora non si esclude di imporre lo stop definitivo alla stagione. La situazione dunque nella terra dal’Albione per la ripresa del calcio è quanto mai caotica, tra spinte in avanti, segnali di ottimismo e bruschi dietrofront: lo stesso Jurgen Klopp, allenatore del Liverpool (capolista della Premier League) non vuole fare eccessivi drammi. Il tecnico dei Reds a Kicker ha infatti affermato che: “Lo scenario peggiore che mi immagino è che qualcuno voglia dichiarare nulla la stagione”. Sarebbe dunque “una grave ingiustizia” chiudere anticipatamente la stagione della Premier League ma pure “Tuttavia, ci sono cose peggiori nella vita rispetto a non diventare campioni. Molte persone hanno grossi problemi, di salute ed economici. Ma soprattutto ci sono tante persone morte”. Sulla ripresa Klopp ha poi aggiunto: “I nostri centri sportivi sono i luoghi più sicuri. Nessuno si può infettare al loro interno”. (agg Michela Colombo)



AL VIA GLI ALLENAMENTI COLLETTIVI

Timidi segnali di ottimismo per la ripresa della Premier League ci arrivano proprio in questi giorni, mentre infuria la polemica tra club, lega e calciatori per la ripartenza del primo campionato inglese. Come ci riportano diversi media italiani, già ieri i venti club della Premier League, all’unanimità hanno dato il proprio via libera alla ripresa degli allenamenti in piccoli gruppi, senza possibilità di contatto. Da oggi dunque sono permesse le attività di gruppo, dove pure sarà necessario rispettare le regole del distanziamento sociale: un piccolo spiraglio che però fa ben sperare. E di certo fa ben sperare anche Richard Masters, amministratore delegato della Premier League, che ai microfoni di Sky Sports ha espresso tutto il suo ottimismo per la ripresa della Premier League. Non solo però ritorno in campo e chiusura regolare della stagione 2019-20 ma pure premiazione dei vincitori sul campo. Il manager ha infatti dichiarato in tal senso: “Se sarà del tutto possibile, vorremmo fare una premiazione. Vogliamo dare a quei giocatori e a tutto lo staff il momento per cui hanno lavorato così duramente, se è ciò che accadrà. Vorremmo provare a farlo, a meno che non sia da evitare per motivi di sicurezza”.

RIPRESA PREMIER LEAGUE: COPPE UEFA A RISCHIO

Ma se ampi spiragli verso la ripresa della Premier League ci giungono dalla Lega, ecco che nuovi problemi per la ripartenza del calcio inglese ci arrivano il governo. Come ci svela in queste ore la Gazzetta dello sport, il governo ha posto il veto sull’esenzione per lo sport per la quarantena per coloro che sbarcano nel paese: di fatto anche gli sportivi, che giungono in Gran Bretagna, come turisti dovranno sottoporsi a una quarantena preventiva di 14 giorni. Una norma, che pure non definitiva (ma pure molto solida) metterebbe in evidente pericolo le gare europee dei club della Premier League, Coppe UEFA in primis. Se tale norma si manterrà così come stilata, dunque per i club inglesi ancora presenti nelle competizioni risulterà di fatto impossibile disputare gli ultimi incontri di Champions e Europa League sul proprio territorio, e molto difficili comunque giocare gli incontri. Il governo certo su tale punti ancora non ha preso una decisione definitiva, ma da fonti governative, pare che al Donwing Street siano ben intenzionati a rafforzare i confini nell’estate: con grave danno per Manchester City e Chelsea per la Champions League e di Manchester United, Wolverhampton e Ranger per l’Europa League, che si vedranno costretti a traslocare (come probabilmente accadrà al Psg).