I giovani imprenditori di Confindustria parleranno di futuro. Lo faranno il 16 e 17 ottobre a Roma dove ha preso riparo il convegno annuale che si tiene abitualmente a Capri e che quest’anno, causa Covid e sue conseguenze, non si è riusciti a spostare nemmeno a Napoli tante e tali sono le incognite che si presentano.
Un futuro così non l’avevamo mai conosciuto. Non che il futuro si sia mai potuto conoscere, intendiamoci, ma si poteva almeno prevedere con aggiustamenti minimi per allinearlo alle aspettative. Bastava studiare con attenzione, progettare bene, fare tesoro dell’esperienza e i programmi diventavano realtà.
Ora c’è stato bisogno di ricorrere a un grado massimo di prudenza per limitare ogni possibile cattiva sorpresa, com’è giusto che sia. Il coraggio di riproporre l’appuntamento autunnale nonostante le minacce della pandemia è stato abbondantemente accompagnato da precauzioni e cautele mai viste prima.
Il futuro, quello prossimo e anche quello remoto, si presenta con il massimo dell’imprevedibilità. O, perlomeno, con poche sicurezze e molte incognite il che conduce a ridurre il numero e la portata delle iniziative – almeno quelle in presenza – per contenere quanto più possibile ogni sorta di rischio.
Ecco, il rischio. Occorre farci i conti come poche volte prima d’ora sia per organizzare un evento che per realizzare un qualsiasi investimento. Intraprendere diventa sempre più difficile perché il contesto nel quale ci si muove appare particolarmente ostile. Si prepara una selezione darwiniana dura e spietata. Solo chi saprà interpretare i tempi nuovi potrà scommettere sulla propria sopravvivenza e sulla possibilità di diventare parte attiva del mondo che si prepara. Si potrà resistere ancora un poco se nascosti in qualche piega della società o protetti da regole compiacenti. Ma tutti prima o poi dovranno venire allo scoperto.
Appare allora evidente che l’unico modo per non farsi travolgere dai venti delle diverse crisi che dovremo attraversare – e trasformarle in opportunità – è farsi trovare preparati. In politica, in economia, in tutti i mestieri e nelle diverse professioni occorre sapersi mettere in discussione e rigenerarsi.
L’arma più potente che avremo a disposizione per vincere le sfide che ci aspettano si chiama istruzione. E il suo grado di efficacia dipenderà anche dal livello di tecnologia che potremo e sapremo utilizzare. Per riattivare l’ascensore sociale si dovrà allargare quanto più possibile l’area delle pari opportunità.
Scuola, università e ogni aspetto della formazione dovranno essere al centro dell’attenzione. In famiglia, in azienda, nella Pubblica amministrazione l’investimento sulle persone, su quello che viene definito il capitale umano, diventa cruciale. Non ci sarà nulla di più strategico e decisivo.
Conoscenza, consapevolezza e responsabilità dovranno accompagnare i nostri passi e quelli, in particolare, delle nuove generazioni che si affacciano alla vita con speranza e fiducia. Sta soprattutto a loro segnare il percorso e guidare il cambiamento. È un buon segnale che i Giovani di Confindustria si sentano Pronti all’Impresa.