Nell’assemblea di Lega svoltasi nel pomeriggio di venerdì i club hanno condiviso in grande maggioranza il cosiddetto piano B, quello relativo alla chiusura anticipata della Serie A. Con i contagi in costante calo si spera che il campionato possa proseguire spedito alla stregua di quanto sta accadendo in Germania, ma uno scenario alternativo oggi esiste: 16 società (4 astenute) hanno votato il piano. In caso di stop, se non ci saranno verdetti già aritmeticamente assegnati dal campo, non verranno indicati vincitore dello scudetto e retrocesse. Bocciata definitivamente l’ipotesi dell’algoritmo, troppo complicata e capace di generare eccessive divisioni. Dunque, il campionato finirà sul campo, altrimenti la stagione sarà conclusa senza neanche play off o play out. Se retrocessioni e Scudetto saranno decisi aritmeticamente al momento della sospensione saranno assegnati, altrimenti non ci sarà una squadra campione d’Italia né discese in Serie B (il che potrebbe aprire lo scenario a un prossimo campionato a 22 squadre). (agg. di Fabio Belli)



RICCIARDI: “IMPOSSIBILE ACCORCIARE QUARANTENA”

Tiene banco anche al di fuori dei tavoli di Lega e Federcalcio, il tema della quarantena di 14 giorni per la ripresa della Serie A e a tornare sull’annoso argomento, che divide governo e alte sfere del calcio, è il consigliere del ministro della salute Speranza, Walter Ricciardi. Il membro del consiglio esecutivo dell’OMS, intervenendo a Radio Punto Nuovo, ha dichiarato che la quarantena da 14 giorni rimane un punto fermo per la ripresa, ma che pure è allo studio una via alternativa. Ricciardi ha infatti affermato: “L’accorciamento non è possibile. Il periodo di allontanamento non può essere inferiore, ma una strada alternativa si può trovare, ci stiamo lavorando. Ci sono casi in cui l’incubazione dura anche oltre i 14 giorni. Man mano che le cose andranno meglio, si può ricominciare a pensare di allentare la guardia per il pubblico”. Il consigliere del governo sull’emergenza coronavirus ha pure detto la sua sull’ipotesi della delocalizzazione del campionato, come pure della riapertura degli stadi per i tifosi: “Una cosa sono i dati scientifici ed altri le decisioni politiche. Decisioni così forte mettono poi in gioco l’unità Nazionale, sono soluzioni pragmatiche, le persone sono un po’ più libere. La Lombardia ha avuto un numero di casi più alto, quindi dal punto di vista scientifico, la proposta ha un senso. Ovviamente andrebbero rispettate tutte le misure di sicurezza, in ogni Regione”. Ma come lo stesso Ricciardi ha sottolineato, il problema dei pubblico del calcio è il numero altissimo: non è da escludere però che anche a breve si possa cominciare a fare questo genere di discorsi. (agg Michela Colombo)



ALGORITMO O PLAY OFF?

Altra giornata decisiva per la ripresa della Serie A: oggi pomeriggio (con ultima convocazione spostata ieri in extremis alle ore 17.30) occorrerà una nuova Assemblea di Lega, dove i venti club del primo campionato italiano saranno chiamati a esprimere nuova posizione sui tanti temi posti sul tavolo. Dal nodo dei diritti tv fino agli scenari finora prospettati in caso di nuovo stop al campionato per il riesplodere dell’emergenza sanitaria, senza scordare il nodo quarantena: fissata al ripresa della Serie A non sono affatto diminuiti, per numero e importante, i problemi a cui sarà necessario porre subito rimedio. E certo anche oggi tema bollente di discussione in seno all’Assemblea di Lega sarà il dibattuto intorno all’algoritmo o all’introduzione di play off e play out per la conclusione della stagione, se non sarà possibile chiuderla regolarmente in campo. Su questo infatti la frattura all’interno della Serie A è netta: entrambe le due proposte non paiono piacere a nessuno, ma se la FIGC non volesse prendere in esame altre ipotesi (come la media punti per fissare la classifica), pare che la gran parte dei club della Serie A siano maggiormente disposti a optare per l’algoritmo, specie se questo prevederà una distinzione tra casa e trasferta (cui oggi dovrebbe venir presentata in Assemblea). Ma si tratta di scegliere lo scenario meno peggio: l’accordo comunque non pare lontano e in ogni caso verrà confermato dal Consiglio Federale dell’8 giugno.



RIPRESA SERIE A: IL NODO QUARANTENA

Ma altro nodo che rimane centrale per la ripresa della Serie A è certo quella della quarantena, finora sempre fissata dal CTS per 14 giorni in caso nuova positività del giocatore e di isolamento del gruppo squadra. Norma che da settimane è sotto tiro in quanto renderebbe di fatto impossibile riprendere la stagione in caso di nuova positività di un solo membro della Serie A: sempre che, come sperano club e Federcalcio, con l’avvio di stagione tale periodo di isolamento non venga ulteriormente limitato, come accade per i primi campionati calcistici di Germania, Spagna e Gran Bretagna. Come ci riporta anche oggi il Corriere dello sport, da tempo si assommano pareri di virologici e dottori sulla possibilità di ridurre la quarantena e non solo per il mondo del calcio: opinioni pur importanti che non smuovono per il CTS, ancorato fermamente sul principio della quarantena di 14 giorni. Ma sul tema a breve dovrebbe riprendere l’offensiva della FIGC come della Lega Serie A: è speranza che i muneri sempre più positivi che si leggono legati alla pandemia possano spingere il CTS a rivedere le proprie posizioni sull’argomento: il rischio che un nuovo stop colga la Serie A è davvero troppo grande ora.