La commissione Ambiente del Parlamento Europeo ha votato per la controversa legge sul ripristino della natura. Un testo a lungo contestato, ma che nell’ottica del suo promotore sarebbe servito, assieme ad altri regolamenti già approvati o in via di discussione, a raggiungere la neutralità dal carbonio entro il 2050, partendo dalla salvaguardia degli ambienti naturali ed animali.
Concretamente, le votazioni alla legge per il ripristino della natura è stata bocciata, ottenendo lo stesso numero di voti favorevoli e contrari (44 a 44), e spetterà ora alla seduta plenaria dell’Eurocamera approvare definitivamente il respingimento del testo. A conti fatti si tratta del primissimo testo che avrebbe fatto parte del Green Deal che viene bocciato. Concretamente, con la legge si puntava al ripristino della natura, restituendo alcuni ambienti marini e terreni agli animali e alla vegetazione originaria, proibendovi la pesca, la caccia e la coltivazione. Il testo fin da subito aveva raccolto grandi critiche, specialmente dal Partito popolare europeo, che in un intervento per la trasmissione Quarta Repubblica ha anche spiegato le motivazioni del rifiuto, che vertono soprattutto attorno alla scarsa previsione delle conseguenze del testo.
Schneider: “Il testo sul ripristino della natura è scritto male”
Commentando la legge sul ripristino della natura, l’eurodeputata Christine Schneider ne ha parlato in toni piuttosto dispregiativi. “La legge della Commissione è fatta davvero male“, spiega a Quarta Repubblica, “la Commissione pensa che si possa raggiungere la biodiversità solo quando si tolgono aree dalla produzione agricola, ma noi pensiamo che sia la scelta sbagliata. Il ripristino può funzionare solo con i nostri agricoltori, con l’attività forestale e con la pesca, non contro di loro”.
“Vogliono ripristinare 25mila km di fiumi ed eliminare tutto quello che c’è dentro”, continua ad accusare Schneider parlando del ripristino della natura, “ma vogliono anche potenziare le altre fonti energetiche, come l’idrico, e con questa legge non sarebbe possibile in futuro”. Parlando dopo la votazione di oggi, invece, la stessa Christine Schneider ha sottolineato anche che “non sappiamo cosa sarebbe successo nei diversi Stati membri, non c’è una chiara valutazione d’impatto per la sicurezza alimentare. Una buona proposta”, conclude, “per il ripristino della natura deve poggiare su basi solide e mi rattrista dover arrivare a constatare che il vice-presidente Timmermans non si è reso conto negli ultimi nove mesi di aver fatto un pessima proposta. La riprenda in mano e la migliori”.