PARLAMENTO UE SALVA LA LEGGE SUL RIPRISTINO DELLA NATURA (PER POCHISSIMI VOTI)
Il Parlamento Ue ha approvato la proposta di legge della Commissione Europea sul ripristino della natura (Nature Restoration Law): 336 voti favorevoli, 300 voti contrari e 13 astenuti, così il progetto di legge del vicepresidente Frans Timmermans risulta salvo per una manciata di voti. Dopo settimane di forti polemiche, uno dei cardini del più vasto Green Deal Ue supera la prova dell’Eurocamera nonostante la “maggioranza Ursula” si spacchi definitivamente con il Ppe che ha votato quasi in massa con Id (Lega) e Ecr (FdI).
In una prima votazione il Parlamento Ue aveva bocciato la richiesta di rigetto della legge sul ripristino della natura, richiesta dal Partito Popolare di Weber in aperto contrasto dopo le modifiche “ultra-green” dei socialisti di Timmermans, rispetto al primo accordo trovato nel giugno 2022 dalla Commissione. 312 voti a favore, 324 contro e 12 astenuti, il rigetto non è passato e così si è passati poi alle votazioni sui singoli 140 emendamenti presentati per “modificare” l’impianto della legge. A cambiare orientamento, una ventina di deputati – di Renew Europe ma anche del Partito Popolare Europeo, decisivi quelli del blocco irlandese – che dopo l’approvazione degli emendamenti che limavano ulteriormente la proposta originale, hanno cambiato idea sostenendo la legge Timmermans “annacquata”.
MAGGIORANZA URSULA A PEZZI, PPE VOTA CON ECR E ID
Tutti gli eurodeputati irlandesi, compresi quelli nel PPE, hanno votato a favore delle legge sul ripristino della natura: il loro voto è risultato alla fine decisivo per il passaggio della legge e nulla è valso invece il travaso di quasi l’intero Partito Popolare con i voti di Ecr (Conservatori guidati dalla Presidente Meloni) e Identità e Democrazia (di cui fa parte la Lega. A favore della legge invece i socialisti, i Verdi e buona parte dei liberali di Renew che hanno comunque puntato a cambiare il testo “ammorbidendolo” rispetto all’impianto ultra-ecologista del vicepresidente Timmermans.
Ad un anno dalle Elezioni Europee il risultato sull’impianto centrale del Green Deal lascia tre importanti segnali nel voto di oggi: la maggioranza Ursula – Ppe con Pse, Renew w Verdi – non esiste più il che renderà assai complesso lo sviluppo delle prossime leggi nei 12 mesi a venire; il Centrodestra europeo, alla prima prova dei fatti, non riesce ad ottenere la maggioranza per affossare il Green Deal; lo stesso Timmermans, pur vedendo salva la “sua” legge ricevere un avvertimento importante in quanto il testo è comunque stato limato e ammorbidito rendendolo meno “efficace” sotto il profilo della lotta al cambiamento climatico, come invece chiedeva Greta Thunberg immortalata impassibile sulle tribune del Parlamento Ue questa mattina.
LEGGE NATURA IN UE, ORA COSA CAMBIA
La legge sul ripristino della natura vede ora pronto il negoziato con i singoli Stati membri al Consiglio Ue in una partita che si preannuncia già piuttosto complicata, specie dopo che 7 stati membri su 27 hanno recentemente contrastato il testo (pur se ammorbidito), ovvero Italia, Finlandia, Polonia, Paesi Bassi, Svezia con Belgio e Austria astenuti.
Come ben spiega il focus di EuNews sul tema, la proposta di regolamento presentata dalla Commissione europea nel quadro del suo Green Deal europeo a giugno 2022 «combina un obiettivo generale per il ripristino a lungo termine della natura nelle zone terrestri e marine dell’Ue con obiettivi di ripristino vincolanti per habitat e specie specifici, andando a coprire almeno il 20 per cento delle aree terrestri e marine dell’Unione entro il 2030 e tutti gli ecosistemi che necessitano di ripristino entro il 2050». Fra i passaggi più importanti della Nature Restoration Law anche la volontà di ridurre pesticidi chimici del 50% entro il 2030, l’aumento delle aree protette, come pure gli sforzi per salvare gli impollinatori.
LE REAZIONI IN EUROPA AL VIA LIBERA SULLA LEGGE CHIAVE DEL GREEN DEAL
Esulta la sinistra europea, si “lecca le ferite” il Ppe di Weber mentre da Ecr e Id scatta in coro l’assunto «da oggi la maggioranza Ursula non c’è più». È destinato a far discutere e molto il voto di oggi sulla legge per il ripristino della natura, a cominciare dal Centrodestra che comunque – se si esclude la pattuglia irlandese fra i popolari – ha dimostrato di poter votare assieme nonostante le diversità delle tre componenti Ecr, Id e Ppe. Marco Zanni (Lega) commenta così: «Risultato voto sul rigetto del provvedimento ripristino della natura: rigetto non passa per un soffio. La maggioranza in Parlamento europeo non esiste più, la commissione ne prenda atto».
Sulla stessa linea l’esponente FdI Fabrizio Tatarella: «Il Parlamento Europeo approva NatureRestorationLaw per soli 12 voti con una maggioranza di sinistre rosse, gialle e verdi. La vecchia maggioranza PSE-PPE non esiste più. In Europa un nuovo bipolarismo con ECR e FdI». Per l’europarlamentare della Lega Angelo Ciocca, quanto avvenuto a Strasburgo è «Assurdo. Una condanna per migliaia di lavoratori e per l’intero comparto agricolo». Esulta la sinistra francese in aula, «L’alleanza tra destra, estrema destra non è riuscita a uccidere questo testo essenziale». Per Podemos, la sinistra radicale spagnola, la legge sulla natura è una «Buona notizia per il pianeta e la biodiversità in Europa. Nonostante le loro bugie, la destra non è riuscita ad abbattere la legge sul ripristino della natura». Per i Socialisti&Democratici (di cui fa parte il Pd) il commento è unanime: «Abbiamo respinto il boicottaggio del Ppe sulla legge per il ripristino della natura. La maggioranza degli eurodeputati non è stata ingannata dalle mezze verità del Ppe. Le tattiche fuorvianti di Manfred Weber hanno fallito. Il Parlamento deve cogliere questa opportunità per difendere la natura e la biodiversità».