Recentemente l’IPCC (ovvero l’Intergovernmental Panel on Climate Change) ha pubblicato il suo ultimo report sul riscaldamento climatico che, con toni allarmanti, ha cercato ancora una volta di mettere in guardia i governi mondiali sugli esiti dei cambiamenti climatici. Complessivamente, infatti, sembra che la soglia critica dell’aumento delle temperature globali verrà raggiunta entro la prima parte del 2030, con esiti che saranno drastici e irreversibili.



Fortunatamente, però, l’IPCC ha anche avvertito che il riscaldamento climatico si può ancora invertire. Un’azione certo non semplice, né tanto meno economica, ma altrettanto necessaria per garantire il proseguo della vita umana sul pianeta terra. Secondo il panel internazionale, che raccoglie alcuni esperti ingaggiati dalle Nazioni Unite, entro la prima metà del 2030 le temperature aumenteranno, in tutto il mondo, di almeno 1,5 gradi celsius, da tempo indicati dagli esperti come il punto di non ritorno. Il riscaldamento climatico, infatti, negli anni è aumentato a dismisura (ed ora si attesta a circa 1,1 gradi in più rispetto all’era preindustriale, individuata come punto di svolta nei cambiamenti climatici) e solamente lo scorso anno le emissioni fossili hanno stabilito un nuovo record.



Riscaldamento climatico: cosa fare e quali sono gli esiti

Nel report dell’IPCC che parla del riscaldamento climatico, senza mezzi termini, viene spiegato che superare la soglia di 1,5 gradi avrebbe esiti difficilmente reversibili, soprattutto se quella temperatura venisse superata. In quel caso le ondate di calore sarebbero catastrofiche, causando anche inondazioni e siccità, che renderebbero a loro volta impossibile la coltivazione in parecchie parti del mondo, portando infine all’estinzione di diverse specie animali.

IPCC, però, oltre ai toni drammatici sul riscaldamento climatico, ha anche aperto ad un barlume di speranza. Infatti, gli esperti sostengono che sia ancora possibile invertire rotta, possibilmente fermando le temperature alla soglia di 1,5 gradi, che a quel punto potrebbe essere ridotta. Quello che servirebbe, spiegano, è una cooperazione mondiale per tagliare le emissioni di gas serra almeno del 50% entro il 2030, ma poi riducendo allo zero assoluto le emissioni di anidride carbonica entro il 2050. Così facendo si avrebbero circa il 50% di possibilità di limitare il riscaldamento climatico alla soglia critica, mentre qualsiasi ritardo renderebbe l’obiettivo pressoché irraggiungibile.